Buio.
Non riusciva a percepire altro se non quello.
Il nero più profondo, il vuoto più assoluto. Come per sua natura, esso portava con sé un timore istintuale. Il buio era mancanza di sicurezza, impotenza davanti ai pericoli. Eppure il timore era accompagnato da qualcos'altro. C'era una sorta di eccitazione in lei, come se quell'impotenza potesse portare sorprese e le sorprese potessero portare a nuovi orizzonti.
Senza i suoi occhi a concentrare la sua attenzione sulla stanza, l'udito era diventato la sua vista e ogni rumore veniva catturato con precisione dalle sue orecchie. Il lieve fruscio delle lenzuola, ad esempio, si avvicinava sempre di più a lei. Delle ginocchia vi stavano scivolando sopra, ma sentiva anche il leggero scricchiolio di pelle sintetica a indicare i vestiti che coprivano quel corpo sempre più prossimo a lei. Un tintinnio, suono di metallo che si scontrava dolcemente. Infine, un ronzio basso, continuo.
Il buio era così assoluto e la sua attenzione talmente concentrata sulle sue orecchie, che quando qualcosa le sfiorò la pelle della schiena, sfondando la barriera con un nuovo senso molto più enfatizzato dalla mancanza della vista, fu scossa da un violento sussulto. Un dolce sussurro la zittì e un braccio le circondò con cautela la vita, riportandola in posizione eretta. Una voce continuava a mormorare al suo orecchio con piccoli versi di incoraggiamento fino a che i suoi muscoli non tornarono a rilassarsi.
Le fece una domanda. Lei annuì senza esitazione ma senza esalare una singola parola.
-Brava piccola.
Al solo sentire quella voce, al solo sentire quelle precise parole, un brivido le attraversò il corpo. Sapeva che lui lo aveva sentito perché una bassa risata le colpì le orecchie.
Il ronzio si avvicinò sempre di più a lei. E quando finalmente entrò in contatto con la sua pelle, il buio divenne bianco accecante.
***-Signorina Kim?
Scarlett sussultò. Mentre il suo petto si alzava e abbassava freneticamente, ci mise diversi istanti per tornare a concentrarsi sul viso di Jung Hoseok che stava di fronte a sé. Per qualche motivo, nonostante il caffè sembrava che quel suo ultimo viaggio mentale l'avesse catturata dalla realtà molto più di tutti gli altri. Era come se i suoi stessi sensi fossero stati immersi in quella fantasia, creando un brusco risveglio quando i suoi occhi tornarono a vedere oltre il buio e le sue orecchie non erano più così acute.
-Signorina, sta bene?
Respirando profondamente, sollevò lo sguardo sugli occhi apprensivi di Jung Hoseok. Nonostante la situazione, però, le pareva di percepire una sorta di curiosità nel modo in cui la studiava attentamente. Scarlett, affrettandosi ad annuire, riprese in mano la tazza di caffè. Inghiottendo un grosso sorso, cercò di concentrarsi sul sapore amaro e sulla spiacevole sensazione che il liquido tiepido portava.
-Chiedo scusa, sembra che oggi ho la mente particolarmente stanca- replicò con un sorriso imbarazzato, abbandonandosi a un altro sorso. L'uomo alle sue parole la osservò assottigliando appena gli occhi. Scarlett si sentiva per qualche motivo sotto scrutinio sotto a quello sguardo così focalizzato.
-Ma davvero?- chiese la voce di lui con tono un po' più basso, imitando appena una domanda di mera curiosità, ma indugiando su qualcosa che Scar non riusciva a interpretare. Il viso di lui, però, in un momento parve illuminarsi con un'espressione gentile come se non vi fosse mai stata alcuna traccia di quello sguardo intenso.
-Avete davvero bisogno di un po' di relax allora- esclamò con tono allegro, portandola ad annuire timidamente. Posando finalmente la tazza sulla scrivania, si schiarì la gola tentando di scacciare l'imbarazzo e concentrandosi, come faceva quando voleva sfuggire dall'interazione, nello schermo del computer.
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Vaniglia e caramello
أدب الهواةQuando Scarlett si presenta all'ospedale in veste di assistente sociale, non può credere al caos in cui tre semplici omega hanno gettato il personale medico. Ma quando la giovane riesce ad avvicinare i tre, è come se il mondo improvvisamente si rove...