Da quella mattina innevata, sono trascorsi diversi giorni. Gennaio si avvia lentamente verso il suo termine, portando con se altre forti nevicate e venti freddi.
Siamo rientrati a scuola dopo tre giorni, e Amanda e Peter hanno continuato a frequentarsi assiduamente, tanto che non vedo la mia migliore amica da quella famosa chiacchierata in camera mia.
Non sono arrabbiata con lei, perché penso che anch'io mi comporterei nel medesimo modo se fossi appena diventata la ragazza di Peter Hamilton. Si, sono una coppia ufficiale.
Il primo giorno di rientro a scuola dopo la forte nevicata, si sono presentati mano nella mano, come se fossero un'unica cosa.
Ho trascorso quasi tutta la prima ora chiusa in bagno a vomitare. E a metà della seconda, mi sono decisa a tornare a casa.
Lo so che non posso reagire cosi, ma era soltanto il primo giorno. Ci avrei fatto l'abitudine.
È cio che mi sono ripetuta nei giorni a venire, cambiando strada se li incrociavo nei corridoi, o se li scorgevo da lontano.
Non fanno altro che infilarsi la lingua in gola in ogni angolo di scuola.
Le mani di lui ovunque su di lei.
Ed io vorrei soltanto cambiare scuola, città, migliore amica, tutto quanto.
Perché per quanto si possa volere un bene dell'anima ad una persona, al cuore non si comanda. Ed io non posso obbligarlo ad accettare una situazione cosi. Devo soltanto far finta di non vederli. E per la mia salute mentale, di starle un po' lontana, per riprendere i miei spazi, i miei pensieri, la mia stabilità.
Non posso soffrire ogni volta che lei sorride prima che lui si avvicini per baciarla.
Non posso ascoltare ciò che si dicono, appartati vicino agli armadietti, come se fossero esclusi dal mondo.
Io morirei per lei, sfiderei le tempeste.
Ma questo è troppo.
Non è colpa sua, ma neanche mia. O forse, mia lo è in parte. Avrei potuto dirle la verità, tempo fa.
Ma questo l'avrebbe comunque fermata dallo stare insieme al ragazzo che le piace e che le ricambia l'interesse?
Nessuno a questo mondo è cosi buono nell'animo. E per quanto Amanda lo sia, credo che non arriverebbe a rinunciare alla sua felicità per la mia.
Dopotutto sono stata io a dirle, da quando siamo bambine, di avere amor proprio. No?I nostri messaggi sono rari, quando prima ci scrivevamo ogni cosa, ad ogni ora. Ci vedevamo due volte al giorno.
Ora è come se fossi da sola. Anzi, togliamo quel ' come '. Sono sola.
Ho persino preso le distanze da Charlie, per quanto me ne dispiaccia.
Lui è l'unico che mi scrive ogni giorno, che ha un pensiero per me, nonostante abbia reclinato ogni suo invito ad uscire.
E sono sicura che sarei stata bene, ma ho solo voglia di starmene chiusa in camera, a consumare fazzoletti guardando film d'amore e leggendo libri su libri.
È cosi carino che vorrei metterci lui al posto di Peter, nel mio cuore. Ma non è cosi che funziona la vita. I sentimenti non sono un pulsante di un telecomando, che puoi attivare o disattivare a piacimento. Sono li, fanno male, pungono come spine, si infilano sotto pelle e ti infettano l'anima.
Non nego che non mi ritrovi a pensarlo. Il suo pensiero è l'unica cosa che mi strappa un sorriso in queste giornate d'inverno. I suoi messaggi simpatici, la sua gentilezza sconfinata.
Perché ho scelto il ragazzo più impossibile di cui innamorarmi? Perché non potevo trovare prima Charlie? Probabilmente a quest'ora sarei solo che felice per Amanda, e non avrei preso le distanze dall'unica persona che nel corso della mia vita non mi ha mai lasciata sola.Tiro un lungo sospiro affranto, poggiando la fronte sul vetro della mia finestra in camera. Fuori c'è vento, ma il cielo è di un azzurro pallido. Un piccolo giorno di libertà dalla neve.
Mi scaldo le mani sulla mia tazza fumante di tè verde, quando il telefono vibra sulla mensola della finestra, dove sono seduta.
Lo afferro, credendo che sia Charlie. Invece è Amanda.
Perché mi scrive a quest'ora?
" Ciao tesoro. Cosa fai di bello? "
Mi sfugge un sorriso ironico e triste. Cosa vuoi che faccia? Penso a te e a lui insieme, da perfetta masochista che sono.
" Ho da recuperare un po' di compiti. Tu? "
Se si potesse paragonare un iceberg a una persona, quella in questo momento sarei io.
" Io e Peter stiamo organizzando una gita fuori porta. I suoi genitori hanno una cascina in montagna, poco distante da qui. Ci credi che è munita di sala cinema e di una piscina interna riscaldata? Quando me l'ha detto, pensavo mi stesse prendendo in giro. Invece mi ha fatto vedere le foto! Comunque, pensavo che sarebbe una bellissima occasione se venissi anche tu con il tuo Charlie Charlie , cosi io lo conosco, e tu conosci Peter! Passiamo li una notte e domani siamo di ritorno! Ti va? "
Per essere sicura di non aver letto male, rileggo le sue parole per due volte di fila.
Sta scherzando, spero. Io non andrò mai da nessuna parte con loro.
Punto primo: non voglio altro materiale per cui soffrire. Saperli da soli in una stanza, o sentire, o vedere qualsiasi cosa, mi trascinerebbe ancora di più nell'abisso della disperazione, e non voglio arrivare ad odiare Amanda.
Punto secondo: non mi sembra il caso di chiamare Charlie, dopo averlo rifiutato per giorni interi, e chiedergli di venire con me ad un appuntamento a quattro.
Punto terzo: non è il mio Charlie Charlie. È Charlie e basta. Ed andare con lui, insieme ad un'altra coppia, sarebbe un po' strano, visto che ci conosciamo appena.
Amanda interpreta il mio silenzio nella maniera corretta, e mi scrive prima ancora che io possa rifiutare.
" Te ne prego. Lo so cosa stai pensando. Ma io ho bisogno che tu conosca Peter. Sei la mia migliore amica. Voglio che tu sia presente. Ti ho trascurata abbastanza in questi giorni, e voglio recuperare. Dammene l'opportunità. Lo sai che ti voglio bene! E poi, è l'occasione giusta per tastare il modo di baciare di Charlie Charlie. Sempre che tu non l'abbia già tastato :) "
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Come le notti in Alaska
RomanceWinter ha un sogno nel cassetto: visitare i posti più freddi del mondo, proprio come faceva suo padre. Non a caso il suo nome vuol dire ' inverno ' la stagione preferita del genitore ormai defunto da soli due anni. Winter cresce con suo fratello W...