È un pomeriggio soleggiato e caldo, un primo miraggio di primavera.
Siedo sulla plastica blu scolorita dal tempo e dalle intemperie del seggiolino della mia altalena preferita.
Vengo qui da quando sono bambina, e l'altalena accanto alla mia, quella col seggiolino rosso, è di Amanda.
I primi tempi mi ci portava papà. Mi sembra ancora di sentire la sua risata nell'aria, quando gli chiedevo di spingermi più in alto. I lunghi pomeriggi d'estate li trascorrevamo qui, fino al calare della sera.
Accarezzo le corde, poggiandoci contro una tempia e facendo leva con i piedi sul terreno erboso.
In questo momento di nostalgia sento il cuore farsi più pesante. Sembra quasi sul punto di scoppiare. Eppure non riesco ad essere del tutto triste, perché le mie emozioni sono un vortice impazzito che mi risucchia completamente.
Il cigolio delle catene è l'unico suono percepibile, oltre a quello del traffico in lontananza.
Non ci sarà luce ancora per molto, ma sono stata costretta a scegliere un'orario accessibile per tutti e tre. Io dovevo studiare, Amanda aveva piscina e William gli allenamenti di football.
È arrivato il momento che quei due si chiariscano. Anche se il motivo per cui ho annunciato questa riunione è un altro. Dopotutto mio fratello e la mia migliore amica non hanno davvero litigato. Hanno soltanto idee diverse.
Ma chi voglio prendere in giro? Sono la mia famiglia, ed io ho bisogno di sfogarmi con qualcuno o finirò per urlarlo ai quattro venti.
Perché mai prima d'ora nella mia vita mi sono sentita cosi euforica. E come mai prima d'ora, ho bisogno di qualcuno che capisca quel che sto dicendo e che mi aiuti, che mi dica cosa fare.
Will ha avuto molte ragazze, Amanda è fidanzata. Chi meglio di loro può dirmi come comportarsi in queste situazioni?
Ho lo stomaco in subbuglio da ieri sera; Charlie continua a scrivermi sms ed io non posso fare a meno che stare li ad aspettare le sue notifiche e a rispondere col cuore in gola, come se il mondo dovesse finire da un momento all'altro.
Ci siamo baciati. E non è stato come quel bacio a stampo in piscina. È stato un vero e proprio bacio. Con lingua e mani annesse.
Le sue mani, ovunque. Mi sembra ancora di sentirle addosso, ho ancora i brividi dietro la schiena.
Di riflesso a questi pensieri, stringo le dita alla corda dell'altalena e tiro un lungo sospiro. La verità è che muoio dalla voglia di rivederlo, di rifarlo da capo.
Ma lui oggi è impegnato con la sua famiglia, e a breve dovrà tornare ad Harvard. Ed io cerco di non pensare a quel momento. Perchè lo so che nel momento in cui Charlie sarà lontano accadranno due cose: la prima è che in sua assenza tornerà a far capolino il pensiero di Peter e di quello che ci è successo. E il secondo è che Charlie sarà lontano, ed io non so come prenderò questa cosa. Non so cosa succederà.
Non so cosa siamo, se siamo qualcosa.
Ieri è stato molto chiaro, con quel suo discorso. E lo è oggi, con i messaggi molto espliciti.
Come l'ultimo di poco fa, a cui non ho ancora risposto, perché se lo faccio finisco per dimenticare il discorso che ho preparato per Will e Amanda.
" Non riesco a fare a meno di pensare a quel bacio. Mi manchi, Winter. Voglio vederti. "
Il cuore ha fatto salti e capriole, come un ginnasta professionista.
Mi sento stordita. Mi pare quasi impossibile che sia accaduto a me. Con l'ultima persona al mondo con cui pensavo sarebbe successo.
Vorrei poterne parlare con Amanda, dirle che sono divisa in due e che non so cosa provare.
Ma io non posso parlare con lei.
Non posso.
Eppure quando la vedo scendere dal pickup con mio fratello, la voglia di farlo e di urlarle tutto quello che sento è quasi più forte della confusione e della sorpresa del trovarli insieme.
Will sbatte lo sportello come se fosse furioso col mondo. Sono poche le volte in cui si arrabbia sul serio, è una persona pacifica, positiva e solare.
Ma credo che Amanda abbia toccato la parte più sensibile di mio fratello, e non so neanche perché.
Tutto ciò mi solleva; la mia riunione servirà pure a qualcosa.
Lui avanza con le mani nelle tasche della sua felpa grigia oversize, il cappuccio sulla testa e qualche ciuffo biondo appicciato alla fronte per il sudore. Lei gli cammina qualche passo dietro, le braccia incrociate al petto e gli occhi di un morbido castano che scivolano a intermittenza sulla schiena larga di Will.
Hanno discusso. Posso fiutare l'odore di rabbia Willianesca nell'aria.
La cosa farebbe quasi ridere, se i suoi occhi non mi inchiodassero all'istante.
« Cos'è successo? » la sua voce è un tuono basso e rauco, quasi da far venire la pelle d'oca.
Amanda si ferma distante da lui, lo sguardo fisso su di me. Ha i capelli ancora umidi di doccia, e la sua tuta post piscina, composta da leggins e felpa con la zip.
« Non partire col piede di guerra, Will. Deponiamo le armi prima di cominciare. » rispondo a tono, guardandolo dritto negli occhi.
Qualunque cosa sia successa, lo sa perfettamente che difenderei Amanda anche se avesse torto.
Lui aggrotta la fronte, apre e richiude le bocca, come se volesse dire qualcosa per poi ripensarci. Abbassa il capo e tira un calcio ad un sassolino.
Nessuno dei due dice nulla, per cui li guardo come in una partita di tennis. « Mi spiegate qual è il problema? »
« Lei è il problema »
« Tuo fratello »
rispondono all'unisono, per poi guardarsi e zittirsi nuovamente, distogliendo lo sguardo.
« Il motivo scatenante? » domando, dandomi una spinta leggera con i talloni e dondolando appena.
Guardo Will; il sole del tramonto rende la sua pelle più scura, i capelli più biondi. È cosi diverso da me, cosi uguale alla mamma.
« Continua a insistere con quel Charlie. E per quanto possa starmi simpatico, non è giusto che ti butti tra le braccia del primo che passa soltanto perché cosi potete uscire in quattro. Insomma, è una cosa cosi stupida! » le sue labbra carnose si piegano in una smorfia di fastidio, mentre Amanda sgrana gli occhi, offesa.
« Io non ho idee stupide! E non è giusto che tu ti rivolga cosi nei miei confronti, insultandomi delibaratamente! » le sue guance si imporporano, gli occhi si illuminano.
« Non ti sto insultando, Amanda! Sto solo dicendo che hai idee antiquate da liceali. Non ti rendi conto che a Winter tutto ciò fa male? » ora Will la guarda, sempre nella medesima posizione in cui è arrivato, con l'eccezione che la sta fronteggiando.
Provo a ribattere, ma Amanda alza il tono di voce, rispondendo infervorata. « Se ciò fosse vero, sarei la prima a saperlo! È la mia migliore amica, vuoi che non sappia cosa è giusto per lei? »
« Ah, cosi ora sei diventata la saggia della situazione? Sai cos'è giusto per lei? Le hai mai chiesto cosa prova? »
Tutto ciò è davvero troppo. Mi alzo, pronta a prendere in mano la situazione.
« Vuoi spiegarmi come fare l'amica? Chi è che sta facendo il saggio, adesso? »
Will è pronto a rispondere a tono, quando lancio un urlo e pesto i piedi per terra come una bambina, attirando finalmente la loro attenzione. « Basta! »
Entrambi si voltano verso di me, nello stesso istante. La situazione è a metà tra il comico e il disperato. Io sono più per la seconda opzione.
Il mio discorso, la voglia che avevo di condividere con loro un momento così importante per me, è tutto svanito nel nulla.
« Basta parlare di me come se non fossi qui! » borbotto, scrutandoli entrambi con rabbia. « State discutendo per cose davvero assurde. Punto primo, Will è giusto che si preoccupi per me, è mio fratello. » mi rivolgo ad Amanda, che prova a rispondere ma stringe le labbra e distoglie lo sguardo.
« E punto secondo, è normale tra amiche desiderare di avere il ragazzo nello stesso periodo per poter uscire insieme. Non l'abbiamo mai fatto, siamo al liceo, ed è normale desiderare queste cose, per quanto assurde possano sembrarti. » ora guardo Will, che con sguardo cupo osserva un punto indefinito alle nostre spalle.
« Amanda ha conosciuto Charlie. È un bravo ragazzo, e a me piace. » la voce si abbassa di qualche ottava, quando pronuncio le ultime parole.
« Non mi sta spingendo tra le braccia del primo che passa. Sono uscita con Charlie più volte di quanto sia uscita in vita mia. È apposto, e sopratutto ha una cotta per me da diversi anni. »
Quell'ultima verità è una bomba ad orologeria. Amanda sgrana gli occhi stupefatta e Will finalmente mi guarda con attenzione.
« Sul serio? » pigola la mia migliore amica, quasi avesse paura di parlare.
Annuisco appena e mi osservo le scarpe, incapace di sostenere i loro sguardi. « Me l'ha confessato ieri. E inoltre ci siamo baciati. »
E' cosi strano dirlo a voce alta. Ha un effetto gradevole sulla lingua, come se potessi riassaporare quel momento.
Amanda lancia un urletto di gioia e Will continua a scrutarmi, come se cercasse qualcos altro. E io lo so cosa sta cercando.
Sostengo il suo sguardo mentre Amanda mi saltella vicino, per poi abbracciarmi.
Profuma ancora di cloro, di shampoo alla ciliegia, di cotone pulito.
Lo prego di non dire nulla, di far finta che sia tutto okay. Anche perché in parte lo è per davvero.
« Quindi? Siete una coppia ufficiale? » Amanda è su di giri, e ignora completamente la presenza di mio fratello, come se lui non fosse lì.
« Non lo so. Ci siamo baciati. Non è successo altro, non c'è stato il tempo di metabolizzare la cosa. »
« Tu stai bene? » Will fa un passo verso di me, le scarpe che scricchiolano sulla ghiaia. Il suo sguardo è serio, preoccupato.
So cosa vuole dirmi, so cosa sta pensando.
« Sto bene, Will. Però non mi piace che voi due litighiate per me, non c'è motivo. Va tutto bene, e noi siamo una famiglia, da sempre. »
Di nuovo i miei occhi saettano da uno all'altro, mentre restano in silenzio senza guardarsi. Non hanno mai litigato a questo modo. Anzi, non hanno mai litigato in generale.
Sono sempre andati molto d'accordo, Will è il fratello che Amanda non ha mai avuto, e Amanda per Will è come un'altra sorella da difendere.
Eppure i loro occhi in questo momento hanno difficoltà ad incontrarsi.
« Non voglio essere il centro dei vostri problemi. Vi conoscete da troppo tempo per comportarvi come due nemici. Metteteci una pietra sopra e passate oltre. »
Visto che le mie parole non sortiscono nessuna reazione, aggiungo un « per favore » che fa sospirare mio fratello, il primo a fare un passo avanti, tendendo la mano verso Amanda.
« Pace? » le domanda, guardandola, le labbra leggermente sollevate all'insù in un accenno di sorriso.
Lei sorride appena, e annuisce senza dire nulla. Gli stringe la mano in assoluto silenzio, ed io ho il forte presentimento che sia offesa.
Amanda è un libro aperto, le sue emozioni sono troppo intensificate dalle sue espressioni facciali, dai suoi gesti. Non riesce a nascondere nulla. Neanche le bugie.
È la prima a ritrarre la mano, come se si fosse scottata.
Will continua a guardarla e per un breve attimo che non riesco a spiegarmi, mi sento di troppo. È come se non dovessi trovarmi qui.
Ingoio quella sensazione e la scaccio via come un pensiero repellente. « Andiamo a mangiare qualcosa? Muoio di fame! »
« Penso che andrò a casa. Sono stanca, e ho da studiare matematica. Ci vediamo domani? » Amanda guarda solo me, e sono sicura che potrebbe scoppiare a piangere, solo che non vuole farlo davanti a Will.
Annuisco, e prima che possa dire qualcosa o stringerle la mano, lei ci volta le spalle e se ne va verso casa.
Questo parco è a metà strada tra la nostra casa e la sua. È il punto perfetto per ritrovarci. Lo è sempre stato. Ora sembra soltanto un cimitero di emozioni.
« Cosa le hai fatto? » domando a Will, quando Amanda è ormai lontana.
« Nulla. Ti sembro il tipo che fa qualcosa di male? Ho solo detto la verità. Se lei non è in grado di accettarla, non è un mio problema! »
« Will! » lo ammonisco, scrutandolo con rimprovero. Quando si comporta cosi è ancora più evidente la sua somiglianza con la mamma.
Papà diceva che era suscettibile, orgogliosa, permalosa come poche.
E Will per quanto pacato sia, ha ereditato questi difetti.
Neanche lui è perfetto come sembra.
« L'hai offesa. »
« Probabile. Ma è ora che prenda atto del fatto che sta sbagliando qualcosa. »
« Lei non può saperlo. Non deve saperlo. E poi, ora come ora, non ha più importanza. »
Will solleva un sopracciglio, scettico. « Non puoi aver già dimenticato Peter. »
« Infatti non ho detto questo. Ma che importanza ha, ora? Le cose con lui vanno avanti, ed io non voglio rovinare la sua felicità. E poi... c'è Charlie. Ed io sto provando ad andare avanti. »
Will mi osserva attentamente. Poi scuote la testa lentamente.
Il buio sta calando, l'aria profuma di erba tagliata, ed una brezza leggera mi fa rabbrividire. Dopotutto siamo agli sgoccioli dell'inverno.
« Cosa vuoi mangiare? » mi domanda, cambiando argomento.
Passa un braccio sulle mie spalle, ed io trovo calore e conforto sul suo petto.
« Pancake? »
« Ma è ora di cena! »
« E quindi? È forse la prima volta che ceniamo con roba dolce? »
Lui finge di pensarci, mentre ci incamminiamo verso il pickup. È adorabile con quell'espressione, il labbro inferiore sporto all'infuori e gli occhi socchiusi. « Ora che ci penso, direi proprio di no. Pancake e sciroppo d'acero? »
Sorrido, stringendomi a lui.
Un giorno non avremo più questi momenti. Un giorno io sarò chissà dove e lui sarà grande.
E sono sicura che mio fratello mi mancherà più di qualsiasi altra cosa. « Andata! Però li prepari tu! »
Lui ride, mandando indietro la testa. « Lo sapevo che c'era l'inganno! »
Ci allontaniamo cosi, stretti l'uno all'altro, nel buio della sera, mentre intorno a noi la stagione si affretta a cambiare.
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Come le notti in Alaska
RomanceWinter ha un sogno nel cassetto: visitare i posti più freddi del mondo, proprio come faceva suo padre. Non a caso il suo nome vuol dire ' inverno ' la stagione preferita del genitore ormai defunto da soli due anni. Winter cresce con suo fratello W...