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Charlie

Dopo quella sera al bowling, io e Winter siamo usciti spesso insieme. A  volte da soli, altre con i miei amici.
Si sta adattando velocemente, è sempre più a suo agio con loro, sopratutto con Charlotte. All'inizio credevo che sarebbe stato complicato il loro rapporto, due caratteri cosi diversi non spesso riescono a trovare un punto di giuntura.
Eppure Winter si incastra cosi alla perfezione tra di noi che è come se ci fosse sempre stata.
Sono felice di averla accanto, anche se non del tutto come vorrei.
Non so che tipo di rapporto abbiamo nella sua testa, ma so perfettamente quello che c'è nella mia. E non si basa su una semplice amicizia, o su un uscire casuale insieme diverse sere a settimana.
Non è mai stato cosi, e non lo sarà mai.
Dovrei parlare e dirle la verità, anche se credo che qualcosa sospetti. Ma sono io a doverle tutto, non lei.
E poi c'è la questione ' Peter ' , su cui non voglio affrontare l'argomento.
Non so se sia ancora il ragazzo della sua migliore amica, e la parte più egoista di me spera vivamente che sia cosi.
Dall'altra non voglio che Winter soffra. Perché potrei capire perfettamente il suo dolore. Anzi, mi correggo: posso capirlo, al tempo presente.
« Stai uscendo? » mio fratello Cade mi distrae dai miei pensieri, mentre avanza verso la mia auto, le mani calate nelle tasche e le spalle curve.
« Vado fuori con Winter. Perché? » aggrotto la fronte, per poi finire di lucidare gli occhiali da sole, che ripongo nella loro custodia.
« Nulla. Mi domandavo se potevi stare con Violet, questa sera. » ha il capo chino, la voce bassa. Sembra in difficoltà.
« Ma non fa nulla, chiederò a Charlotte se può tenerla. » aggiunge prima che io possa dire altro.
« Sicuro? Posso chiedere a Winter di spostare l'appuntamento... »
Cade scuote il capo. « Non preoccuparti. Mal che vada chiederò a mamma e papà. »
« Tutto okay? » domando, aggrottando la fronte. Perché sembra cosi sulle spine?
« No. Addison vuole parlare. Credo che voglia rivedere l'affidamento. »
Da quando Cade ed Addison hanno divorziato, un anno fa, Violet è stata affidata a mio fratello perché lei non ha voluto saperne della figlia.
Alla ricerca del ' suo posto nel mondo ', ad Hollywood sperando di sfondare come attrice, ha sempre pensato unicamente a se stessa, spezzando il cuore di mio fratello e quello di mia nipote, che per fortuna, non è ancora nell'età giusta per capire quanto sia stronza sua madre.
« Ha fallito come attrice e ora torna a reclamare ciò che non le appartiene? » la mia domanda ha un pizzico di rabbia che non sfugge a mio fratello.
Il suo sguardo si affila; dopotutto sappiamo tutti che è ancora innamorato della sua ex moglie.
« E' sua figlia. » ribatte deciso, con tono rude.
« Si. Quando le torna comodo. » mi accomodo al mio posto di guida, mentre lui continua a scrutarmi con sfida.
I capelli rossi baciati dal sole del tramonto, gli occhi più vividi che mai. Le braccia muscolose, strette nel suo giaccone verde militare. Sembra cosi enorme e grosso, quando in realtà ha un cuore grande e tenero come quello di un bambino. È ingenuo come pochi, è buono, gentile, paziente.
È il tipo di uomo che augurerei a qualsiasi donna.
Non voglio che soffra, e non voglio che cada di nuovo nelle grinfie di quella donna. Ma non sono affari miei se si lascerà di nuovo abbindolare.
« Io vado. Se hai problemi, chiamami e passerò a prendere Violet. »
lo saluto con un cenno del mento. Richiudo lo sportello e giro la chiave del motore.
Lui è già di spalle, di ritorno verso il locale di papà.
Non so perché noi Evans siamo cosi sfortunati in amore.
Tranne Chris, lui è anche fin troppo fortunato.
Metto in marcia e mi allontano dai problemi dei fratelli Evans.

« Come hai fatto a trovare questo posto? » Winter si accovaccia sul mio petto, stretta nel plaid che mi sono portato dietro.
I suoi capelli proprio sotto il mio mento, e il suo profumo di zucchero e vaniglia che mi invade le narici.
« Amici di amici. E poi non è molto distante da casa. » l'avvolgo tra le mie braccia, anche se non c'è molto freddo.
Siamo agli sgoccioli di febbraio. L'aria comincia ad essere leggermente più mite e le giornate ad allungarsi.
Nel cielo cominciano ad intravedersi le prime stelle e c'è profumo di erba , oltre che di pop corn e marshmellow.
Poco distante da Bainville, in un grande spiazzo immerso nel verde, sorge un cinema drive in.
È stato proprio Cade a suggerirmelo, qualche mese fa. Ma non ho mai voluto andarci davvero, perché è una cosa troppo da coppie. E io non ho mai voluto fare coppia con nessuno, se non con la persona che mi sta accanto in questo momento.
« Non ci sei mai stata? » le domando, annusando distrattamente i suoi capelli. Le sue esili braccia si stringono attorno ai miei fianchi, e la sua guancia si posa sul mio petto.
Le sollevo la coperta fin sopra le spalle e lei si accoccola ancor di più.
« No. Però mi ha sempre attratto l'idea. Sai è proprio una cosa da film. »
« Bene, allora abbiamo qualcosa da cancellare sulla lista ' cose da fare prima di morire '. »
Lei ridacchia, poi solleva il mento verso di me, guardandomi da sotto le sue ciglia lunghe. « O magari ' lista delle cose che fanno nei film '. »
Fingo di pensarci, assumendo un'espressione accigliata. « Mmh. Quindi cos'altro c'è in questa lista? »
« Ci sono un sacco di cose, se ci pensi. Baciarsi sulla ruota panoramica, fare il bagno al mare di notte, salire sull'Empire e cantare Frank Sinatra. »
« Questa mi è nuova. »
« L'ho letta in un libro. »
« Allora non è da film. »
« Si, ma se ci pensi è anche una scena da film. Se io fossi un regista la inserirei. Diventerebbe il must dei film romantici. »
« Ruberesti l'idea allo scrittore. »
« O magari le farei firmare per farmi cedere i diritti, cosi non ruberei nulla a nessuno. E ci guadagneremmo entrambi. »
« Giusto. In un'altra vita dobbiamo ricordarci di farlo.  »
Lei ride e mi tira un pizzicotto sul fianco. Poi restiamo in silenzio, mentre sul grande schermo proiettano la prima scena de Le pagine della nostra vita.
« Oddio. Vuoi farmi piangere? » squittisce, stringendosi al bordo della mia maglietta.
« Questa volta non sono colpevole. Non sapevo che film mandassero in onda. »
« Spero tu abbia portato kleenex a volontà. E marshmellow. »
Sorrido, allungando un braccio alla mia destra.
Siamo qui col suo pickup, perché cosi avremmo potuto stenderci per guardare il film comodamente, tra coperte e cuscini.
« Ho portato tutto. Anche snack salati. Ce n'è per tutti i gusti. » dico afferrando la busta stracolma di patatine al formaggio, patatine alla paprika, arachidi, marshmellow, orsacchiotti gommosi alla coca cola e caramelle gommose alla liquirizia.
Winter si distacca da me e osserva deliziata il bottino. « Voglio uno di quegli orsacchiotti. »
Le cedo in grembo la busta e lascio a lei gli onori. « Serviti pure. »
« E tu? Cosa vuoi? »
« Quello che mangi tu mangerò anch'io. » affermo, tirando via la linguetta di una sprite per me e di una coca cola per lei.
E per i primi quaranta minuti di film, restiamo in silenzio, mangiando ogni tipo di schifezza. Lei guarda il film. Io guardo lei.
Il profilo illuminato dalla luce biancastra della proiezione, l'espressione attenta e le dita sporche di briciole di patatine.
La schiena dritta e i capelli castani che ricadono morbidi sulle spalle, intrecciandosi alla sua sciarpa color avorio, stretta attorno al collo.
D'istinto allungo un braccio, sfiorandole la schiena con i polpastrelli.
E come tutte le volte, da poco tempo, si lascia andare al mio tocco senza più irrigidirsi.
Lascia stare le patatine al formaggio, pulendosi le dita con un fazzolettino di carta, e bevendo l'ultimo sorso di coca cola.
Poi lascia il sacchettino da parte e si accuccia al mio fianco, tirando un lungo sospiro deliziato.
« Hai freddo? » le domando, poggiando il mento tra i suoi capelli.
Lei scuote la testa e si stringe a me.
È un film straziante, un must del romanticismo.
Ma non ho più voglia di parlare, voglio solo godermi questo momento di lei stretta a me, con il suo respiro addosso.
Non sono cose che puoi sperare avvengano ogni giorno. Non posso sperare che Winter si innamori di me cosi come io sono innamorato di lei.
Ma posso sperare che col trascorrere del tempo, le sue ferite guariscano, e che nel suo cuore si apra un posticino anche per me.
Per cui me ne sto lì, carezzandole la spalla delicatamente, scendendo poi fino al suo braccio.
Lei ha un fremito, come se stesse tremando. E quando mi chino, credendo che si sia addormentata, in realtà i suoi occhi scuri mi stanno studiando.
Le sorrido appena, per poi tornare a guardare davanti a me, senza davvero capire ciò che sta accadendo tra i due protagonisti.
E poi l'avverto, la sua mano che scivola sul mio petto, sulla mia maglietta, lenta come se avesse paura dei suoi stessi gesti.
Trattiene il respiro, e cosi anch'io. Ho paura che possa sentire il battito incessante del mio cuore sotto le dita, che possa arrivare a sfiorarmi l'anima, penetrando ancora più a fondo.
Risale più su, scostando il bordo del plaid, e toccandomi il viso.
La mascella, l'angolo delle labbra, gli zigomi, le sopracciglia. È come se stesse tratteggiando ogni centimetro del mio viso. Una cosa cosi intima, cosi troppo per una come lei, sempre timorosa, timida e riservata. Lei che non ha neanche mai provato a sfiorarmi per sbaglio.
Lei che ultimamente è una versione migliore di sé stessa.
E che mi piace ancora di più.
« Mi ricordi un po' Noah. » sussurra, per farsi sentire solo da me, distraendomi dalla sensazione delle sue dita sul mio viso.
Sollevo un sopracciglio accennando un sorriso « Ah, si? Come mai? »
Lei resta seria quando parla « Folle d'amore. Buono. Gentile. Farebbe qualsiasi cosa per Allie. »
« E' la donna della sua vita. Il suo unico amore. » affermo, ora serio anch'io.
Lei accenna un sorriso « Si. Però Allie è un po' stronza. E non merita uno come lui. »
Ora non so se stiamo ancora parlando del film. Deglutisco e scelgo con cura le parole da pronunciare. « Non è colpa sua. È colpa delle cicorstanze e delle persone che vi sono nel mezzo. »
« Però lei si innamora di un altro uomo. »
« Non direi ' innamorata '. E' andata avanti credendo che lui l'abbia dimenticata, che la loro storia sia finita per sempre. Infatti, cederà poi al suo cuore, una volta ricontrato, e torna con lui. »
Winter non sa più cosa ribattere, perché sa che ho ragione.

Come le notti in AlaskaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora