quattordici

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Daphne Clifford

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Daphne Clifford

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Era rilassata dal calore che percepiva attorno a sé. Stringeva, per come possibile, il suo adorato cavallo, stesa sul suo dorso. Le mani sfioravano il costato dell'animale, che camminava lentamente nell'enorme distesa di terreno della villa. La criniera le sfiorava dolcemente il volto arrossato e sudato.

Daphne aveva sempre cercato rifugio in Regulus -sì, l'aveva chiamato così per Harry Potter- quando aveva bisogno di trovare pace. E in quei giorni, ne aveva proprio bisogno.

Era tornata in Inghilterra da una settimana per festeggiare il compleanno della madre. Con l'occasione, aveva anche messo a posto qualche documento per l'università, che aveva proprio sede nel Regno Unito. Aveva trascorso svariati giorni lì, infatti sia lei che Conrad avevano deciso che fosse ora di tornare a casa, a Monaco. Dopo tutto, nessuno dei due era particolarmente entusiasta di passare altro tempo in famiglia.

Quella settimana di per sé non era andata neanche troppo male. Lasciando da parte qualche commento piccato della madre e un paio di situazioni leggermente infuocate, i festeggiamenti erano andati bene.

Certo, dire che fossero stati bene tra di loro e che fossero una bella famigliola felice non era vero. Essere tornata nella casa in cui era cresciuta le aveva fatto venire il voltastomaco e francamente non era neanche contenta di essere lì. Forse era troppo presto.

Con il suo soggiorno a casa, aveva colto l'occasione di passare più tempo possibile con il suo cavallo. Era stato un regalo da parte di Conrad quando aveva compiuto diciotto anni, e da quel giorno non se n'era mai staccata. Aveva sempre amato passare più tempo possibile con gli animali, immersa nella natura, ed ora aveva la scusa perfetta per farlo.

Il sole del primo mattino si rifletteva sulle morbide colline verdi, illuminando la scena con una luce dorata. L'aria era fresca e frizzante, piena dei profumi della natura appena risvegliata. Poteva percepire l'odore dell'erba bagnata, così come quella del polline ancora attaccato ai fiori.

Tornò in posizione seduta, staccandosi dalla stretta. Stavano rientrando da una lunga passeggiata tra il bosco, cullati dal rumore degli uccelli che cinguettavano. Il vento leggero le scompigliava i capelli, disordinati, tenuti a bada solo dal cap. Ogni volta che montava a cavallo, indipendentemente dal suo umore, riusciva a trovare dentro di sé la quiete che spesso le mancava. Era un rifugio sicuro.

Rientrando con calma nell'enorme recinto, notò suo fratello, appoggiato alla staccionata. Era ancora in pigiama, ed osservava il panorama davanti a sé mentre beveva del caffè caldo.

«Come siamo mattiniere.» commentò il ragazzo, mentre lei si avvicinava sempre di più a lui. «Lo saluti prima di partire?»

La risposta di lei non tardò ad arrivare, sospirò profondamente ed annuì. Erano settimane che cercava un compromesso, un modo per riuscire a conciliare la sua vita a Monaco con la sua passione per l'equitazione. Era ovvio che ci fossero tutte le possibilità del mondo a Monte Carlo, ma lei avrebbe voluto continuare a prendersi cura del suo cavallo, di averlo vicino a sé.

ANOTHER LOVE | LANDO NORRISDove le storie prendono vita. Scoprilo ora