diciannove

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Lando Norris

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Lando Norris


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Lando camminava lungo il paddock con il suo trofeo tra le mani. Aveva un enorme sorriso stampato in volto, godendosi una sensazione che non aveva mai provato prima.

Era circondato dalle decine di lavoratori che cercavano di scattargli una foto, di immortalare un selfie con il vincitore. C'erano giornalisti, meccanici e perfino qualche Vip che cercavano un briciolo di attenzione da parte sua. I telefoni si alzavano a ogni angolo, le voci si sovrapponevano in un mix di congratulazioni e richieste.

Si fermava ogni tanto, regalando un sorriso o un cenno della testa, mentre la sua mente era ancora altrove, immersa nel ricordo di quegli ultimi giri in pista, della concentrazione assoluta, della gioia esplosiva al taglio del traguardo. Capiva l'importanza di condividere quel momento anche con chi lo aveva seguito, supportato e creduto in lui lungo il percorso.

Affianco a lui camminava Zak Brown, l'amministratore delegato della McLaren, che l'aveva sempre sostenuto sin dal suo primo giorno in Formula Uno, quando era poco più che un adolescente. L'americano parlava a raffica, riempiendolo di complimenti per il successo appena conquistato, mentre lo scortava verso il loro box così che il team potesse scattare la foto di rito col vincitore.

Quella era stata una vittoria talmente inaspettata che non aveva chiesto a nessun amico o familiare di raggiungerlo o di tenergli compagnia nel corso del weekend. Aveva sempre immaginato di festeggiare un traguardo del genere circondato dalle persone che amava, che l'avevano supportato sin dagli anni dei kart quando tutto questo era solo un sogno lontano ed irraggiungibile. C'era una piccola, piccolissima percentuale di amarezza in quella giornata così dolce.

Quel giorno non era solo, certo. L'intero team era lì, ma sentiva che mancava qualcosa. Avrebbe voluto vedere i volti delle persone che amava tra tutta quella folla, farsi stringere dalle braccia della madre e sentire i complimenti di suo padre. Sentiva la mancanza delle battute idiote di suo fratello e dell'incontenibile euforia di Max.

Era consapevole della loro assenza, ma non avrebbe fatto in modo che ciò distruggesse il clima e la gioia di quel momento così importante ed atteso. Avrebbe festeggiato con loro una volta tornato.

Non era partito per Miami con una particolare buona sensazione o previsione. Era certamente partito con la voglia di fare del suo meglio, ma non aveva la minima idea che sarebbe stato il weekend della sua prima vittoria.

Ma forse era proprio questo il senso della costanza e della perseveranza.

Non sapere quando il momento giusto sarebbe arrivato, ma continuare a lottare e non mollare mai. Prima o poi sarebbe arrivato, e solo grazie ai suoi sforzi.

Non riusciva ad elaborare a parole quanto fosse felice. Sapeva solo che, dopo una vita intera di sacrifici e sforzi, quella vittoria sembrava aver azzerato tutto. Le sconfitte, gli anni di sudore e vittore, tutto il peso che si portava dietro, la stanchezza e la fatica sembrava essere sparito nel nulla. Ora tutto aveva un sapore diverso.

ANOTHER LOVE | LANDO NORRISDove le storie prendono vita. Scoprilo ora