CAPITOLO 5

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Ciao miei birboni e mie birbone. Anche stavolta pubblico in notturna, non so infatti se riuscirò a mettere anche un secondo capitolo come al solito. Intanto questo è un pov di Carmen, scopriremo come ha passato il tempo mentre Shadow era in missione, e cosa accadrà non appena lui tornerà da lei.

Fatemi sentire le vostre voci e date un'occhiata ai miei social, mi diverto a farvi vedere come immagino i miei personaggi.

Buona lettura!

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TikTok: @venusb57

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CARMEN

Il cuore. Quel cretino scalpita come se volesse uscire fuori. Serro i denti rileggendo riga dopo riga la lettera dell'impostore. Non molto tempo fa, quando ancora ero libera, per essere la destinataria di queste parole avrei fatto di tutto. Fantasticavo su di lui, immaginavo che veniva da me e confessava di guardarmi anche lui con desiderio, poi mi sentivo in colpa nei riguardi della sua donna. Tremo dalla rabbia.

«Che dolce il tuo uomo!»

Sobbalzo. La mia compagna di cella è sporta dal suo letto e sta leggendo la lettera che ho tra le mani. D'istinto la copro alla sua vista appoggiandomela al petto come una cosa preziosa.

«Non è il mio uomo»

«Un peccato»

«Non hai da leggere i tuoi libri?»

Mi pento immediatamente del mio sfogo, ma in questo momento sono piena. Non so neanche come si chiama questa tizia e ormai non mi fido neanche della mia ombra.

«In questo posto ogni storia è oro»

Non sembra offesa, resta ad osservarmi incuriosita. Mi alzo e mi siedo in un angolo lontana da lei. Non esiste che legga ancora, questa lettera è solo mia.

Ma cosa mi salta in mente? Rileggo per la terza volta le parole di quell'uomo, il primo di cui mi sono fidata dopo tanti anni, quello che ha fatto ubriacare il mio istinto. Ancora adesso, nonostante la batosta, sento che vacillo, sento che vorrei gettarmi nel vuoto verso di lui. Mi sfracellerei a terra o planerei tra le sue braccia forti?

Nel mio petto fiorisce qualcosa che dovrei solo calpestare e ogni volta che si apre la cella sussulto pensando che sia una visita per me. Una sua visita per la precisione.

Quando in effetti mi chiamano e mi scortano, lungo il tragitto sono un fascio di nervi. La faccia smunta del mio avvocato, anziché rendermi soddisfatta, mi provoca una puntura di delusione.

Sono la solita cretina. Ma cosa mi dice il cervello? 

L'avvocato continua a domandarmi le stesse cose, io sono talmente fuori fase che non gli urlo più di darsi una svegliata come invece avrei voluto. 

Sono un cane bagnato, infreddolito, abbattuto.

***

Da quando ho aperto quella lettera sono passati tre maledetti giorni. Non l'ho più letta ma tanto la so a memoria. La speranza ancora una volta mi è strisciata nelle vene, traditrice e velenosa. Ora sono un cane randagio, solo, rabbioso.

Missione Black Angel - Squadra Omega -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora