Pov Valentino
Lavorare allo psicoteen è veramente qualcosa di fenomale e non in senso positivo, sapere che molti giovani hanno problemi che non riescono ad affrontare mi causa un peso sul cuore. Se potessi farmi carico di tutti i loro problemi lo farei tranquillamente per fargli vivere la loro meritata adolescenza spensierata.
Il mio flusso di coscienza viene interrotta dall'entrata in ufficio di un ragazzo che non ho mai visto prima per cui inizio già a sfilare un foglio per inserire i suoi dati anagrafici.
V:"buongiorno, si accomodi" il ragazzo esegue la mia richiesta e si accomoda sulla sedia posta di fronte la mia scrivania, scrutandolo attentamente deduco che possa avere massimo diciotto anni e che abbia dentro di sé una guerra con i propri pensieri.
V:"mi servirebbe sapere il tuo nome"
D:"Domenico, mi chiamo Domenico"
V:"bene Domenico, sei qui per affrontare i tuoi problemi per cui sono pronto ad ascoltarti"
D:"io ne ho tanti problemi in realtà e non so se riesco a dirglielo tutti"
V:"ti devi fidare di me Domenico" dico prendendogli le mani
D:"ci provo"dice ritraendo le mani
D:"da qualche mese faccio degli incubi, sono terribili. Mi manca il respiro, apro gli occhi ed è come se davanti a me avessi ancora quelle scene"
V:"bene, sono legati ad un episodio in particolare?"
D:"più o meno"
V:"sono legati ad episodi che hai vissuto personalmente?"
D:"posso non rispondere?"
V:"certo"
D:"magari quando acquisisco più fiducia riesco a raccontarglielo"
V:"stai sereno, parlami un po' di te"
D:"ma niente di che" dice cercando di sviare il discorso
V:"niente di che nel senso che stai a casa tutto il giorno, facendo zapping tra i canali della tv alternati ad una serie netflix e il massimo movimento che fai è per andare in bagno? Bravo, sei un campione" dico cercando di spronarlo
D:"nono, sono uno studente, non uno studente modello ma con il mio sei me la cavo"
V:"allora vedi che qualcosa la fai!"
V:"materia preferita?"
D:"se dico educazione fisica mi scoppia a ridere in faccia?"
V:"nono assolutamente, la mia era storia dell'arte"
D"io odio storia dell'arte, non ricorderò mai di chi sono quelle 600 opere che studiamo"
V:"capisco, è la tua famiglia invece"
D:"io non ho una vera famiglia"
V:"spiegati meglio" dico facendogli un sorriso
D:"mio padre non l'ho mai conosciuta e mia madre" caccia fuori un sospiro e poi riprende a parlare
D:"mia madre a volte si ubriaca e altre volte invece nel giro di una giornata è capace di portare a casa venti uomini diversi. Capisci cosa vuol dire questo? Cosa mi provoca?"
V:"capisco capisco" affermo mentre noto che le sue mani sono chiuse in un pugno, come a voler tirare un pugno a causa della rabbia
D:"quando posso tornare per parlare con te? Con lei scusa"
V:"anche domani se ti va, a che ora vuoi tu"
D:"Grazie" dice alzandosi e porgendomi la mano in segno di gratitudine
V:"batti il cinque" dico cercando di rendere più leggera la conversazione.
Dopo altre tre sedute la porta si spalanca ma questa volta non sono ragazzini, è semplicemente Guido che mi ha portato un caffè.
G:"penso che ti serva un buon caffè"
V:"grazie mille Gui"
G:"allora? Come sta andando?" Dice sedendosi sul divanetto posto alla sinistra della mia scrivania
V:"ogni giorno sento problemi che mi devstavano" dico girando la mia sedia nella sua direzione
G:"lo so, purtroppo vedo le loro facce quando suono nella sala d'attesa, vorrei farmi carico di tutti i loro problemi"
V:"Gui tu hai già fatto abbastanza con la creazione di questo centro, guarda che non è una cosa che fanno tutti. Ti ammiro tantissimo, anzi credo che tutta la città ti ammiri per quanto sei maturo"
G:"mi servivano queste parole in questo momento"
V:"guarda che sono uno psichiatra, percepisco l'umore della gente anche da come parlano" dico abbozzando un sorriso
S:"raga stasera vi va una cena tutti insieme?" Dice Sonia, una nostra collega, entrando nell'ufficio
V:"per me è un sì"
S:"per te Gui?"
G:"anche per me è sì, dove ceniamo?"
S:"i colleghi di là hanno proposto la trattoria vicino la questura, quella che fa la gricia migliore del mondo" dice Sonia scimmiottando la voce dei colleghi
G:"e vada per la trattoria" dice Guido ridendoPov Ludovica
Sono le otto di sera e io, Carlo e Mauro siamo ancora impegnati a risolvere dei problemi.
M:"ma se gli mettessimo una cimice in casa?"
C:"Mauro ma ti rendi conto di quello che stai dicendo? Vivono otto persone in quella casa, sarebbe impossibile farle uscire tutte nello stesso momento per avere casa libera"
L:"impossibile non direi, però è troppo faticoso"
M:"e allora cosa proponete?"
C:"di andare a mangiare qualcosa e poi tornare a lavoro"
M:"sei sempre il solito" dice Mauro spazientito
L:"invece di litigare sempre potreste per una volta essere d'accordo su qualcosa?"
C:"scegli tu, continuiamo a lavorare o mangiamo qualcosa?"
Non ho il tempo di controbattere perché il mio stomaco brontola e la risposta è ovvia
L:"direi che è il caso di andare a mangiare"
M:"ordiniamo da asporto?"
C:"ma tu sei fuori di testaaaaaa, non posso aspettare dieci ore per mangiare"
L:"va bene, siccome voi due non riuscite a cominciare come due persone civili, direi che la trattoria qui vicino va super bene"
C:"condivido!"
M:"e vada per questa trattoria"
C:"è bravo al mio Maurooooo" dico Carlo dandogli una spallata
L:"se riuscite non uccidetevi" dico prendendo il cappotto dall'appendiabiti
C:"ci proviamo mamma"
M:"mamma ma noi ci amiamo in realtà" dice Mauro dando dei baci sulla guancia di Carlo
L:"wow, è la prima volta che fate qualcosa di romantico voi due, mi complimento" dico battendo le mani prima di prendere la borsa dalla scrivania e incamminarmi verso l'uscita seguita da quei due deficienti dei miei colleghi.CIAO RAGAAAA, ECCO QUI UN NUOVO CAPITOLO.
FATEMI SAPERE COSA NE PENSATE 💙💙💙🦋🦋🦋🦋🦋🦋🦋🦋
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Due mondi diversi
FanfictionIl tre, noto rapper di Roma è da sempre attento ai bisogni e ai problemi degli adolescenti e insieme ad un team di psicologi e psicoterapeuti fonda un'associazione dove tutti i giovani possono andare a sfogarsi su argomenti che appaiono difficili e...