- 6. Simone -

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Awed's pov:

Torno dall'appuntamento, salgo in casa e, anche se Dadda aveva fatto finta di non vederlo, ha visto benissimo che non stavo bene.

Per non rovinare l'uscita gli avevo chiesto di non parlare per il resto della serata di quello che aveva visto alla gelateria, e così ha fatto.

Entro in casa e mi fiondo verso il bagno, ma non vomito stranamente, sto solo male per qualcosa che non riesco a capire.

Domani abbiamo la prima data a teatro, sono nervoso anche per per quello, ma non SOLO per  quello.

In ogni caso non vedo l'ora di tornare su quel palco, é l'unico posto dove mi sento a casa, dove non devo pensare a i miei problemi perché spariscono, amo il calore delle persone che mi accoglie e mi applaude sul palco, li divento un'altra persona. Divento la parte di Awed che mi piace.

Era ormai arrivata sera e, stranamente avevo fame, mangio poco e niente ma per me già é un piccolo traguardo.
Dopo cena passo una mezz'oretta sul divano e poi me ne vado a letto.

La mattina dopo...

*Suona la sveglia*
- mh che palle - borbotto aprendo gli occhi. - CAZZO, È TARDISSIMO - urlo guardando l'orario sul cellulare.
Non so perché avessi una sveglia alle 7 di sera o del perché mi sia svegliato così tardi, ma era sera, ero in ritardissimo.
- IO NON POSSO ESSERE IN RITARDO, SONO SEMPRE PUNTUALE E ODIO CHI ARRIVA IN RITARDO, DEVO MUOVERMI. - mi ripeto in testa.

Mi preparo in fretta e furia, prendo il mio solito outfit elegante, le scarpe, la mia collana dorata con il crocifisso, un po' di profumo e ci sono.

Riesco ad arrivare in tempo da Richi, erano la che mi aspettavano, avevo ritardato 10 minuti alla fine.

Dadda non c'è, lo saremmo passati a prendere con la macchina, poi saremmo andati direttamente a teatro. Arriviamo sotto casa di dadda e lui era già fuori casa così da salire subito in auto, visto il mio piccolo ritardo.

Sale in macchina.
Io ero vestito come al solito, non avevo niente di speciale o in più quel giorno, ma mi dice questo
- Ti sei vestito meglio del solito oggi Simo, questo completo é prorpio figo -
Lo guardo e accetto il complimento, come se non mi fosse appena arrivata una scarica elettrica in tutto il corpo.

Arriviamo a teatro e tra un'ora avremmo dovuto iniziare lo spettacolo, ma Dadda mi prese un'attimo in disparte, nei camerini, voleva dirmi qualcosa, o chiedermi qualcosa dalla sua faccia, forse entrambe...

Dadda's pov:

Glielo voglio dire.
Oggi é la prima data a teatro della seconda stagione, o glielo dico qua, o nulla.

So che ama il palco ed esperienze DM, é la cosa che lo fa stare meglio in assoluto, lo vedo prorpio bene, sia prima, sia durante, sia dopo lo spettacolo. Quindi voglio dirglielo qua per farlo sentire al sicuro.

Era davvero carino quel completo che aveva messo, in quel momento non ho resistito a dirglielo, gli stava proprio bene. Poi i pantaloni un po' a zampa lo facevano sembrare più alto di quello che già era.

So che non dovrei, ma gli devo chiedere anche cosa gli è successo ieri al parco, per forza.

Decido di prenderlo un po' in disparte nei camerini e ci sediamo su un divanetto, prima dello spettacolo.

Io non avevo detto nulla a Richi su Simone, perché dovevo prima vedere come reagiva e poi dirlo a lui.

Awed's pov:

Dadda mi trascina in camerino e vuole dirmi qualcosa, senza riuscirci.
Gli tremava la gamba. Aveva lo sguardo verso il basso, ma prima che potessi dirgli qualcosa per calmarlo, lo fa da solo, chiude gli occhi e respira profondamente, alza la testa e mi guarda negli occhi.

- Simo, so che avevi chiesto di non parlarne, ma sono troppo preoccupato del come ti sei comportato ieri, cosa ti é successo? Posso saperlo, ti prego voglio aiutarti -

A quelle parole mi pietrifico, sbianco, distolgo lo sguardo dalla sua faccia e...Non lo so, non sapevo che fare
- Io... Io... M-mi dispiace -

Gli dico, mentre esco velocemente dal camerino, mancavano 10 minuti all'inizio dello spettacolo, la gente stava entrando, dovevamo andare, e poi non potevo gettargli addosso anche quest'altro problema.

(Nella mia testa) - Sto bene, ora sto bene.... Sto bene... Sto... bene... Non... Non sto bene... Non c'è la faccio... Cazzo, Dadda... -

Ci sistemiamo l'ultima volta dietro al palco, sento lo sguardo di Dadda su di me.

Non riesco ad ignorarlo.

- Adesso la mia preoccupazione é solo il palco... Il palco... Il... Palco... - continuo a ripetermi dentro la testa finché non dobbiamo entrare prima io e Riccardo, come sempre.

Dadda continua a fissarmi e inizio a sudare per la troppa tensione, no c'è la facevo più. Chiedo qualche minuto in più a chi si occupava della musica e delle entrate.

Vado nel mio camerino, mi chiudo a chiave e mi prendo un'attimo per togliermi la sensazione degli occhi di Dadda che stanno a guardarmi prima.

Respiro profondamente, mi passo una mano in faccia ed ero un po' effettivamente un po sudato

Mi sciacquo il viso e dopo altri respiri profondi sono pronto ad entrare.

Ignoro Dadda per tutto lo spettacolo.

Si intravedeva un po' la sua faccia "dispiaciuta" sul palco, ma nessuno sembra essersene accorto, neanche Riccardo ci ha fatto caso.

Dopo la fine dello spettacolo, decidiamo di andare a bere qualcosa ma promettiamo di non ubriacarci e di non fare tardi visto che domani avevamo un'altra data, sempre a Milano, e non volevamo andarci ancora mezzi sbronzi.

Arriviamo in un locale e Dadda prova subito ad attirare la mia attenzione, avvicinandosi a me.

Mi allontano e vado da Riccardo, Dadda ci segue e ha ricevuto il messaggio, per quella sera doveva lasciarmi stare.

Dovevo rstare senza pensieri.

Ci divertiamo davvero un sacco in quel bar.

Beviamo due drink ma non succede niente di che apparte le figure di merda fatte tra le persone per colpa di Richi che ride come una teiera, però é anche un po' mia, perché rido come una foca in calore.

Torniamo tutti a casa ed io non penso a nulla, per una sera sto bene, sembra che tutto sia svanito con una semplice serata, forse era quello che dovevo fare, dovevo avere più momenti così, anche quando sono da solo, e non pensarci troppo.

Devo trovare qualcuno che mi aiuti, posso riprovare con Dadda, si merita delle risposte dopo tutto quello che ha fatto per me, non é poi così tanto difficile chiedere aiuto.

C'è la posso fare.

C'è la devo fare.

Dadda's pov:

Anche se Simone non voleva mi preoccupassi l'ho fatto lo stesso.

Quando siamo arrivati all'entrata del locale ho provato subito a chiedergli di parlare, ma non ne voleva sapere nulla, mi ha guardato in silenzio.

Era completamente muto, mi ha fatto un'espressione come per pregarmi di lasciarlo in pace.
Non voleva parlare di niente con nessuno.

Forse non voleva parlare con me? Perché non mi sono fatto gli affari miei...

Lo sto sicuramente pressando, devo lasciarlo stare e devo chiedergli scusa.

A me dispiace stia così, non riesco a vederlo star male, é brutto che stia male e mi sento in colpa a non fare nulla, ma mi sento in colpa anche a fare qualcosa invadendo i suoi spazi.

Non so più che fare...

Cazzo, cazzo, cazzo...

Non t'ama chi amor ti dice, ma t'ama chi ti guarda e tace❤️🩹Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora