- 13. Mantenere L'equilibrio -

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Narrativa:
Dadda cerca in ogni modo di non far preoccupare Simone, ma un sogno lo colpisce in particolare...

Dadda's pov:

I sogni che facevo erano sempre più strani e tutti diversi, ma soprattutto con persone diverse.

La prima volta ho sognato simone, che mi urlava contro "non avresti dovuto baciarmi! Era un bacio in amicizia, ci hai messo la lingua, che schifo!", quando a Catania la lingua cel'aveva messa lui, volte dopo sognai mia madre, che mi rinfacciava il fatto di non avermi mai voluto, che non voleva che mai nascessi, anche se mi ha sempre raccontato di avermi cercato con tutta se stessa, volte dopo ancora sognai anche mia sorella, che mi rinfacciava il fatto di essere sempre stato un fratello terribile per lei.

Ogni sogno mi traumatizzava sempre di più, ed ero sempre più impaurito ogni volta che mi addormentavo.

Quella notte faccio un'altro sogno.

Come protagonisti c'eravamo io e Riccardo.

Ci trovavamo in un campo da calcio, come la prima volta che ci eravamo conosciuti.

Riccardo si avvicina a me, e sembra molto arrabbiato.

- DADDA! - urla Riccardo, infuriato.

- Richi? - rispondo confuso al suo urlo.

- Richi? Richi cosa, smettila di chiamarmi così, la nostra amicizia é finita! - esclama.

- C-cosa richi, ma che cazzo stai dicendo, sei fatto? - dico confuso.

- Ma che fatto, coglione. L'unico che sembra sballato qua sei tu. Non ne hai fatta una giusta - dice stufo.

- No, Riccardo non sto capendo, di cosa stai parlando? - dico, ancora più confuso di prima.

- Dadda, davvero ancora non capisci? Prima i campo, non he hai fatta una giusta. Era la partita decisiva, avevi promesso che si saresti impegnato, invece eri distratto da qualcosa... O da qualcuno. Si, pezzo di merda, so che ti piace Simone, e prorpio per questo non devi provare mai più parlarmi, mi dai davvero schifo - dice.

- Richi, m-ma... - balbetto, mentre inizio a lacrimare.

- Se, se bravo. Piangi. È quello che ti meriti, falso - dice.

- Sei solo un egoista di merda - continua.

- Frocio del cazzo, mi fai ribrezzo - finisce.

Riccardo inizia a camminare verso di me, e nel mentre continua ad insultarmi e disprezzarmi.

Ad un certo punto arriva così vicino che ho quasi paura di stargli davanti, così inizio ad indietreggiare.

- Mi dai schifo Dadda, sei una delusione - mi dice più volte.

- Richi, perché mi dici questo? Sei il mio migliore amico, non può finire così, e ti prego smettila di dirmi queste cose, mi fa male sentirtelo dire - balbetto con la testa china mentre ho gli occhi pieni di dolore, dolore creato dalle sue orribili parole.

- Dadda io sono contento che tu stia soffrendo, tu devi soffrire. Sei n'amico di merda. Ricordatelo - mi dice.

Io mi alzo da terra e lo supplico con lo sguardo di smetterla.

Stavo soffrendo in una maniera indescrivibile, era una delle cose più importanti nella mia vita Riccardo, non potevo perderlo.

Quando mi alzo lui mi si avvicina con violenza, ed inizia a spingermi, davvero violentemente.

Quasi per farmi perdere l'equilibrio.

La sua spinta mi fa quasi cadere perché non avevo più forze, ero distrutto dalle sue parole.

Non t'ama chi amor ti dice, ma t'ama chi ti guarda e tace❤️🩹Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora