Capitolo 2

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Katsuki si rese presto conto che senza l'ausilio della macchina non poteva fare granché, certo con il suo quirk poteva andare ovunque volesse ma a lungo andare gli avrebbe causato danni ingenti alle braccia. L'unica opzione plausibile era prendere il treno alla stazione vicino a casa sua, l'idea non lo entusiasmava per niente, doveva in qualche modo passare inosservato o la gente lo avrebbe riconosciuto e disturbato all'inverosimile per una foto o un semplice autografo.

Arrivò in stazione alle cinque e mezza del mattino, il treno sarebbe passato tra una mezz'ora buona e ringraziò il cielo che non vi erano ancora persone in giro.
Non indossava la divisa ma bensì un jeans nero, una felpa blu con il cappuccio che gli copriva la testa e una giacca.
Kirishima gli propose più volte di dargli un passaggio ma al biondo scocciava visto che abitava dall'altra parte della città, stesso per gli altri suoi amici.
L'aria era fredda e pian piano alcune persone, i pendolari, raggiunsero lo stesso binario di Katsuki, lui rimase appoggiato a una colonna con lo sguardo fisso sui binari, fino a quando il rumore del treno in arrivo non lo destò dal suo momento di trance.

Si diresse verso l'ultima carrozza, lontano da tutto e tutti e si sedette accanto al finestrino sporco e scuro del mezzo, trattenne un verso schifato e si appoggiò con la testa allo schienale, chiudendo gli occhi.
In quella carrozza era da solo, sperò con tutto sé stesso che per i prossimi cinquanta minuti nessuno lo disturbasse o riconoscesse. Il treno partì e il panorama fuori correva veloce sotto i suoi occhi vermigli e carichi di emozioni contrastanti.

Prima fermata, una coppia salì in quella carrozza e si sedette poco distante da lui, inevitabilmente li osservò scambiarsi effusioni amorose e gli si strinse il cuore, anche lui prima si comportava così, ma a pensare che dall'altra c'era solo finzione gli fece contrarre la mascella per la rabbia. Stupido, stupido.
Il controllore passò per controllare i biglietti e quando riconobbe il nome e cognome del biondo fece un'espressione carica di gioia, dall'altro canto Katsuki gli fece segno di rimanere in silenzio e l'altro obbedì stringendogli la mano, gesto che per lui risultò banale e comune.

Chiuse gli occhi e si concesse il tempo restante per riposarsi un po', la notte per lui era difficile addormentarsi subito e riuscire a dormire senza svegliarsi in continuazione, gli incubi lo perseguitavano di continuo. Il mestiere dell'eroe poteva essere grandioso quando maledetto, le ripercussioni della giornata si riflettevano durante i suoi sogni.

Il treno si fermò un'altra volta e sentì il vociare dei ragazzini passargli accanto e a prendere posto nel vagone, aprì un occhio e vide una ragazza sedersi davanti a lui, Katsuki si portò le ginocchia indietro così da non colpirla e per una frazione di secondi i loro sguardi si incontrano.
Cazzo, che occhi. Pensò Katsuki non riuscendo a distogliere lo sguardo, erano grandi e di un verde brillante così come i suoi capelli che gli ricadevano lungo le spalle. Notò anche di come una spruzzata di lentiggini le macchiavano le guance paffute. Sembra un angelo.
Inevitabilmente la ragazza distolse lo sguardo imbarazzata, era la prima volta che qualcuno la osservava in quella maniera e non era per nulla abituata.
Katsuki si mise composto e portò i suoi occhi sul panorama fuori, si era reso conto di averla messo a disagio con quell'atteggiamento da maniaco e si morse la lingua evitando di imprecare ad alta voce.

Per il resto del viaggio entrambi si lanciarono occhiatine fugaci, fino a quando la misteriosa ragazza non si alzò e si diresse verso le porte d'uscita.
Katsuki, non ne sapeva il motivo, annotò mentalmente la fermata e quando la vide scendere non smise di osservarla fino a quando non sparì dalla sua vista.
Con uno sbuffo tornò con la schiena contro il sedile. Cosa cazzo è appena successo? Scosse il capo e fece caso che la prossima fermata era la sua, una parte di lui ne fu felice e sperò con tutto sé stesso di rivederla anche al ritorno.

~•~•~•~•

Erano le otto e Katsuki arrivò in perfetto orario in agenzia, salutò i colleghi con un cenno e raggiunse il suo ufficio per vedere quali erano le priorità del giorno.
Inutile dire che la sua mente non riusciva a concentrarsi su nient'altro che la ragazza di prima. <<Basta!>> batté le mani sul tavolo e in quel momento Kirishima entrò con il suo solito sorriso.
<<Buongio->> si fermò di scatto e vide l'amico in piedi con i pugni stretti sul tavolo e la schiena china in avanti.
<<Baku, che succede? Hai mal di testa? Vuoi un caffè?>>
<<Sto bene, ho avuto solo un momento di confusione, odio le scartoffie>>. Disse una mezza verità non volendo dire cosa veramente gli stava passando per la testa.
<<Va bene, ti volevo solo dire di prepararti perché ci aspetta una banda di criminali lungo la strada principale di Tokyo>>.
Katsuki alzò lo sguardo e un ghigno vittorioso si fece largo sul suo volto. Non vedeva l'ora di entrare in azione.

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