Capitolo 3

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Katsuki si diresse poi verso l'agenzia con la mente che ancora pensava a Izumi e alla conversazione che avevano avuto poco prima. Era riuscito a consolarla, o così gli era sembrato e in cuor si sentiva lusingato di ciò. È la prima volta che mi è capitato di comportarmi così con una persona, nemmeno con Faccia Tonda mi ero mai preso la briga di interessarmi come stesse. A questo pensiero Katsuki si fermò e sgranò gli occhi rendendosi conto che forse per Uraraka non aveva mai provato tante emozioni come con Izumi. Forse mi ero solo illuso di amarla, o almeno di provare un qualcosa per lei. Scosse il capo e non sentì più male al petto ogni volta che ripensava a ciò che le aveva fatto in tutti quegli anni. Ma che diavolo mi prende?

Appena arrivò in agenzia i suoi amici gli corsero incontro, facendo finta di nulla.
<<Baku, stai bene? Abbiamo sentito la notizia al telegiornale>>.
<<Ci sono stati feriti?>>
<<Tu sei ferito?>>
Nel sentire tutte quelle domande insieme il biondo per poco non perse la pazienza, prese un profondo respiro e alzò le mani in segno di rimanere in silenzio.
<<Mi trovavo lì al momento giusto, l'unico che ci ha rimesso sono io>>. Mostrò loro la ferita sul braccio e raccontò velocemente la dinamica tralasciando ovviamente l'incontro con Izumi. Non voleva di certo che lo prendessero in giro o che lo martoriassero di domande stupide. Più avanti sì, gliene parlerò.
<<Oh meno male, quindi rimarrai in ufficio o a casa?>>
<<Tsk, non vi libererete di me tanto facilmente>>. Schioccò la lingua e li superò senza voltarsi, nella realtà Bakugou sarebbe voluto rimanere a casa ma non voleva assolutamente privarsi di vedere e magari scoprire qualcosa di più su Izumi.

L'orologio segnava le sette di sera, Katsuki era esausto e aveva perso la cognizione del tempo, l'ultimo treno sarebbe passato da lì a un'ora, raccattò la sua giacca e a passo svelto raggiunse la stazione.
Era da solo e l'unico punto di luce era il lampione sopra la sua testa che rifletteva la neve che a poco a poco stava cominciando a cadere. Si perse a osservarla alzando il capo verso l'alto, con un brivido si spostò poco più in là, mettendosi sotto la balaustra e sospirò creando una nuvoletta bianca.

<<Katsuki? Sei tu?>> riconobbe all'istante la sua voce e si voltò di scatto verso di lei con la bocca socchiusa per la sorpresa; di certo non si aspettava di vederla lì a quell'ora.
Lentamente si avvicinò e prese posto accanto a lui, facendo toccare le braccia.
<<Non dovresti girare da sola per Tokyo>>. Ammonì Katsuki guardandola da oltre la sua spalla.
<<Anche se non ho un quirk so difendermi da sola, grazie>>.
<<Non lo metto in dubbio, ma qui fuori è pieno di gente fuori di testa che è pronta a fare qualsiasi cosa pur di divertirsi>>. Schioccò la lingua sul palato e infilò le mani nella tasca del giubbotto.
<<Allora ringrazio il fato che tu stasera sia qui con me>>. Gli sorrise e di nuovo Katsuki sentì quella bella sensazione, come l'essere avvolto da un tepore piacevole.
Prima che potesse dire qualcos'altro vide chiaramente di come Izumi non indossasse una giacca, notò anche di come cercasse di trattenersi dal tremare. <<Perché sei senza giacca?>> Inarcò un sopracciglio e senza darle tempo di rispondere si tolse il pesante giaccone per darglielo ma la verdina lo bloccò. <<Non voglio che per colpa mia tu possa stare al freddo, tra poco arriverà il treno e scommetto che dentro l'aria condizionata sarà accesa>>.

<<Non dire cazzate, indossala>>. Le diede una mano e non appena chiuse la cerniera la osservò, sembrava davvero piccola lì dentro e Katsuki sorrise nel vederla chiudere gli occhi per bearsi del calore. <<Ho una maglietta termica sotto la felpa, starò bene>>. Si tirò su il cappuccio e fece uscire dalla bocca una nuvola di aria congelata. <<Mi spieghi perché non l'hai portata?>>
<<Ehm, stamattina c'era il sole e pensavo che non sarebbe stato necessario>>. Iniziò a balbettare e ad arrossire. Dannatamente carina. Pensò con un ghigno sulle labbra.
<<Siamo a febbraio>>.
<<Stai zitto>>. Gli diede una pacca sul braccio che scatenò una risata sincera da parte del biondo.
<<Sei buffa, lo sai?>> Disse osservandola mentre si copriva con il cappuccio della giacca per non far vedere quanto fosse imbarazzata.
<<E tu invece sei->> non trovò un aggettivo per definirlo e batté un piede a terra sedendosi sulla panchina lì vicino. Katsuki la seguì a ruota non smettendo di sorridere, c'era un qualcosa che lo mandava su di giri stando in suo compagnia.

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