Capitolo 6

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Katsuki oltre a guardare la televisione non faceva nient'altro e ciò lo annoiava a morte, voleva uscire da lì e tornare a fare l'eroe ma ancora era presto per poter tornare in carreggiata come prima. Dopo che sarebbe uscito dall'ospedale sarebbe dovuto rimanere a casa per almeno altre due settimane per far sì che il suo corpo potesse tornare al massimo della sua forma.

I suoi amici lo andavano a trovare due volte al giorno, alla mattina prima di attaccare a lavoro e a fine turno rimanendo anche per ore fino a quando non erano costretti ad andare via.

Stava reagendo molto bene alle cure e sapeva che da lì a poco gli avrebbero permesso di poter scendere dal letto per poter quantomeno muoversi un po' ed essere autonomo, l'unico rischio erano le gambe che essendo rimaste ferme per giorni potevano causargli cedimenti e possibili cadute improvvise ma Izumi aveva già pensato a tutto.

Erano le diciotto quando Katsuki riconobbe il suono del carrello con la cena avvicinarsi e storse le labbra al pensiero di mangiare brodo e qualche misera verdura. L'infermiere entrò nella stanza salutandolo educatamente per poi porgergli il vassoio sul tavolino, avvicinandoglielo subito dopo.

Avendo la spalla ancora infortunata gli risultava parecchio difficile mangiare con l'altra mano, la maggior parte del cibo gli cadeva addosso rimanendo quasi del tutto a digiuno e sapeva che doveva imparare alla svelta o sarebbe rimasto a stomaco vuoto fino al mattino successivo. Preferivo quando mi iniettavano il cibo in vena, fanculo. Sicuramente adesso mi sporcherò tutto.

<<Vuole una mano Dynamight?>> si offrì gentilmente l'infermiere ricevendo un no secco da parte del biondo che armato di forza di volontà e pazienza decise di provarci, rimase solo nella stanza e cominciò a mangiare seppur a fatica.

Improvvisamente pochi minuti dopo nella stanza fece capolino Izumi, con della frutta e un piatto di udon fumanti. <<Mi hanno detto che finalmente puoi mangiare solido, quindi ti ho portato qualcosa>>. Si avvicinò a lui appoggiando la roba sul comodino per poi osservarlo mentre tentava di portarsi il cucchiaio in bocca, fallendo miseramente. <<Fanculo, mi è passata la fame>>. Ringhiò allontanando il tavolino con una manata appoggiandosi poi al cuscino.

Izumi, senza pensarci due volte abbassò le sponde così da potergli essere d'aiuto. <<Vieni, ti aiuto io>>.
Katsuki, umiliato e ferito nell'orgoglio, voltò il capo e la ignorò.

Gli risulta così difficile chiedere aiuto, non voglio immaginare oggi a pranzo come è andata. Si sedette sul bordo del letto voltando il busto nella sua direzione tenendo in mano gli udon con il palmo e con l'altra la forchetta a mezz'aria, attendendo che si voltasse. <<Kacchan, non mi fai né pietà né pena, voglio solo aiutarti perché il tuo fisico ancora non ce la fa>>. Gli sorrise e sconfitto annuì guardandola negli occhi. <<Ti ho anche aggiunto il peperoncino, come piace a te>>. Lo imboccò delicatamente e nessuno dei due disse nulla fino alla fine della cena.

<<Grazie Izumi>>. Disse finendo di addentare una pesca guardandola grato e felice, lei era rimasta accanto a lui nonostante non ce ne fosse più bisogno, la schiena di Izumi toccava la gamba di Katsuki e nessuno dei due si mosse di un millimetro trovando quel contatto piacevole.

<<Farò i turni di pomeriggio fino a quando non verrai dimesso così la sera e la notte posso stare qui senza dare troppo nell'occhio>>. Gli disse all'improvviso facendo sgranare gli occhi al biondo. <<Izumi no, non voglio esserti di peso. Tu hai la tua vita fuori da qui e non puoi passare tutto il tuo tempo con me. Starò bene, davvero>>. Le accarezzò una guancia delicatamente ma lei scosse il capo. <<Fuori di qui tu non ci sei, voglio poterti stare accanto e non perché sei il mio paziente ma perché ormai non riesco più a stare senza di te>>. Ammise rossa in viso guardando il lenzuolo. Ecco, ora penserà che sono patetica.

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