Epilogo

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Mesi dopo

Izumi era esausta ma orgogliosa della creatura che aveva messo al mondo nemmeno dieci minuti fa, un neonato sano e forte dal peso di tre chilogrammi e duecento.
Katsumi era lì, addormentato tra le braccia della madre mentre con la sua piccola manina stringeva il mignolo del padre seduto sulla sedia accanto al letto. Katsuki era al settimo cielo, aveva cercato in ogni modo di non emozionarsi ma alla fine aveva ceduto. Non appena i medici gli avevano comunicato che Izumi aveva partorito si era gettato a capofitto da lei, scoppiando a piangere dalla gioia alla vista del piccolo fagottino.

<<Sei stata eccezionale amore, guardalo...è bellissimo>>. Sussurrò Katsuki sporgendosi così da baciare la compagna che non esitò un secondo nel contraccambiare. <<Il nostro piccolo Katsumi Bakugou>>. Disse baciando la guancia paffuta del neonato che agitò in aria le manine in cerca di un appiglio. Izumi intuì subito di cosa il piccolo avesse realmente bisogno e con velocità lo fece attaccare al capezzolo per nutrirlo. Smise di dimenarsi e appoggiò le piccole manine sul seno della madre, aprendo gli occhi così da guardare il nuovo mondo attorno a sè.
Izumi nel vedere il fuoco vivo all'interno delle sue pupille si emozionò, amava così tanto gli occhi del compagno che le sembrò un sogno rivederli anche nel figlio.
<<Ha i tuoi occhi Kacchan>>. Disse con un sorriso mentre teneva stretto il piccolo al petto per nutrirlo.
<<Sposami>>. La voce di Katsuki le arrivo improvvisa alle orecchie e, non credendo di aver udito bene, alzò il capo spalancando la bocca. <<C-che hai detto?>> domandò con un filo di voce stringendo forte il neonato.
Katsuki sorrise e si sporse così da baciarle delicatamente le labbra. <<Hai capito benissimo, ma se davvero insisti...>> le accarezzò le guance non smettendo di guardarla negli occhi, in quegli smeraldi pieni di vita e amore. <<Sposami, rendimi l'uomo più felice del mondo diventando mia moglie>>. Da dietro la schiena tirò fuori un cofanetto in velluto blu e lo mise sopra il pancino di Katsumi che dormiva a stomaco pieno, lentamente lo aprì e un anello tutto d'oro bianco con incastonato un rubino rosso le fece lacrimare gli occhi. <<Voglio che i miei occhi siano sempre qui per guardarti>>. Glielo infilò al dito e intrecciò le loro dita.

Izumi si sentiva così frastornata da non riuscire a dire nulla, il suo corpo era stanco dopo aver messo al mondo il piccolo che non si aspettava un'altra grande notizia come quella. Facendo attenzione a non svegliare Katsumi afferrò il colletto della divisa di Katsuki e lo attirò a sé facendo collidere le loro labbra in un bacio pieno di amore e gioia. Le loro lingue danzarono rapide e senza fermarsi un secondo fino a quando non dovettero staccarsi per riprendere ossigeno, Izumi appoggiò la fronte su quella di Katsuki e sospirò felice. <<Sì, diventa mia marito>>. E detto ciò ripresero a baciarsi con enfasi con le lacrime che presero a scendere dalle loro guance come testimonianza che il loro amore era così forte da durare in eterno.

3 settimane dopo

Katsuki si stava sistemando la cravatta davanti allo specchio della camera dei suoi genitori, da lì a poche ore avrebbe preso Izumi come sua sposa su una spiaggia lontano dal caos di Tokyo e con solo i loro amici come invitati.
Nella stanza entrò Mitsuki che con gli occhi lucidi si avvicinò al figlio appoggiando il palmo sul braccio. <<Sono così orgogliata di te figlio mio>>. Lo guardò dal riflesso e Katsuki sorrise debolmente non riuscendo a calmare il battito furioso del proprio cuore all'idea di sposarsi con la donna della sua vita.
<<Il piccolo Katsumi è con Izumi?>>
<<Sì, che a sua volta è con Mina e Jiro>> si sistemo i gemelli della camicia e prese una grossa boccata d'aria. <<Sono così in ansia e non ne capisco il motivo>>. Sbuffò grattandosi il collo.

La madre sorrise e gli aggiustò la giacca. <<Sai quanta ne avevo io il giorno del mio matrimonio? È normale stai tranquillo, non appena vedrai Izumi e Katsumi tutto si sistemerà>>.
<<Ci avresti mai creduto?>>
<<A cosa Katsuki?>>
<<Al fatto che mi sarei sposato e che avrei avuto un figlio, ogni tanto ci penso e prego sempre non sia un sogno. Mi sento così leggero e libero>>. Chiuse gli occhi prendendo quanto più aria possibile nei polmoni calmandosi un po'.
<<Non vedevo l'ora di vederti felice, dai ora raggiungiamo tuo padre in macchina. Non vorrai essere tu a far attendere la sposa>>.

Quel TrenoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora