Capitolo 11

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Luna Park

Erano le otto e mezza, il sole stava tramontando tinteggiando di arancione il cielo e il brusio della gente fece intendere loro di essere ormai arrivati al Luna Park, con lo sguardo Katsuki cercò i suoi amici e non appena scorse la chioma scarlatta di Eijiro all'ingresso li raggiunsero. Le loro mani erano intrecciate e Izumi avvertì il suo palmo cominciare a rilasciare nitroglicerina sotto forma di sudore. Penso sia sotto pressione, di solito senza i guanti e senza una temperatura elevata fa fatica a secernere il sudore.
Strinse maggiormente la presa non appena da parte sua sentì il palmo cominciare a staccarsi, per asciugarsi. Il biondo voltò lo sguardo verso di lei, incuriosito. <<Non fare il finto tonto, me ne sono accorta. Sei perfetto così come sei, non farti paranoie>>. Ammise sincera stringendo la presa, gesto che lo fece sorridere e sospirare felice.

Entrarono al Luna Park tutti insieme, cominciando a chiacchierare e fare le attrazioni, divertendosi.
Izumi vide in lontananza un chiosco che vendeva pupazzi grandi e piccoli e, come una bambina, tirò Katsuki insieme a lei facendolo quasi cadere a terra.
Raggiunsero il chioschetto e il biondo si offrì di pagarle la giocata, ovvero colpire con un fucile a pallini tre lattine. Se le avesse fatte cadere tutte al primo colpo avrebbe potuto vincere il premio che desiderava.
Katsuki si spostò leggermente di lato, favorendole il tiro.
Il primo e il secondo tiro andarono a segno, Izumi prese la mira e con precisione colpì anche la terza lattina che però non cadde.
<<Ahimè, mi dispiace! Vuoi ritentare?>> Disse con un ghigno strafottente il mercante.
Affranta Izumi accettò e pagò per un altro giro, accanto a lei Katsuki corrugò le sopracciglia e si avvicinò. <<Izumi, posso provare io?>> Aveva capito che magari c'era qualcosa sotto e voleva vederlo attraverso il mirino del fucile.
Non mi fotti così facilmente, ora ti faccio vedere io. Respirò profondamente e il pallino c'entro la lattina in pieno che non si mosse di un centimetro.
Con rabbia Katsuki lanciò il fucile a terra. <<È un gioco truccato, cazzo! L'ultima lattina è incollata>>.
<<Magari sei tu che non hai una buona mira e fortuna, vuoi riprovare?>> Con strafottenza il venditore riposizionò le lattine.
Katsuki era furente di rabbia, accanto a sé Izumi si rattristò osservando il pupazzo che desiderava. <<Andiamo via Kacchan, non importa>>. Lo afferrò per il braccio ma lui rimase inchiodato lì.
<<No, voglio fare un altro tentativo. Ma a modo mio>>. Un sorriso malevole spuntò sulle sue labbra, Izumi lo vide mentre alzava le braccia posizionando i palmi verso le lattine. <<AP SHOT!>> Urlò e le sue mani liberarono tre colpi esplosivi che centrarono le lattine dando però a fuoco tutto lo stand. Ho vinto io, stronzo. Dopodiché prese il peluche per Izumi andandosene soddisfatto.
<<Kacchan, non pensi di aver esagerato?>>
<<Per niente, se l'è cercata. Vedere la tua faccia delusa mi ha dato l'occasione per fargliela pagare, imbroglione da quattro soldi>>. Sputò velenoso cingendole il collo con il braccio.
<<Allora ti ringrazio, è bellissimo>>. Si alzò sulle punte dei piedi dandogli un buffetto sulla guancia, ridendo felice.
Ecco, questo è il sorriso che voglio sempre vedere, il sorriso che mi ha fatto innamorare di te.
<<Vieni, andiamo a metterlo in macchina>>

<<Cosa ti va di fare adesso?>>
A Katsuki venne un'idea e senza dirle nulla afferrò la mano e camminarono verso la ruota panoramica, sperando potesse piacerle.
Non appena entrarono nella cabina, Izumi scattò verso la vetrata principale, così da ammirare il panorama sotto di loro. Prontamente Katsuki, come un magnete, le arrivò da dietro e le cinse i fianchi con le braccia, stringendola a sè. <<Spero tu non soffra di vertigini. Ho pensato potesse piacerti vedere la città dall'alto>>.
<<È meraviglioso Kacchan, grazie>>.
Si voltò nella sua direzione guardandolo dal basso, la differenza di statura era notevole ma questo non la preoccupò, anzi accanto a lui si sentiva protetta.
Le mani di Katsuki rimasero ancorate ai suoi fianchi snelli, come a non volerla lasciare andare. Senza dire una parola i loro volti si avvicinarono fino a far coincidere le labbra in un dolce bacio alla francese. Entrambi sentirono dentro di sè le viscere contorcersi dal piacere, staccarsi era difficile ma ben presto dovettero prendere ossigeno.
I loro volti erano accaldati ma felici, i loro petti si alzavano e abbassavano velocemente e sarebbe stato difficile resistere alla passione.
La verdina cinse il suo collo con le braccia, appoggiandosi al suo petto senza mai distogliere lo sguardo dai suoi rubini accesi. Con le dita prese ad accarezzargli la base del collo provocandogli brividi in tutto il corpo. È il suo punto debole, ogni volta si rilassa e sospira di piacere.
<<Izumi...>> Sospirò eccitato, tutto questo lo stava mandando in visibilio, sentiva il suo basso ventre formicolare e stava cercando in tutti i modi di sopportare e darsi un contegno visto il luogo ma era dannatamente difficile con la sua amata stretta a sè in quel modo. <<Forse è meglio fermarci qui o non sarò in grado di trattenermi>>. Si morse il labbro e sospirò appoggiando la fronte sulle sua.
In quello stesso momento la ruota tornò al punto di partenza facendoli così scendere, il brusio della gente era in secondo piano, c'erano solo il rumore del loro cuori furiosi che battevano come tamburi.

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