Capitolo 7

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I giorni si susseguivano in maniera lenta e noiosa per Katsuki, nonostante riuscisse a stare in piedi sulle sue gambe il suo corpo richiedeva costantemente riposo. Le ferite pungevano e il polmone ancora non gli permetteva di respirare in maniera autonoma. Era diventato molto più nervoso e irascibile del solito e il fatto che non esercitasse liberamente il quirk fu una delle cause.

Non ne posso più, sto per impazzire. Iniziò a far scoppiettare i palmi nel vado tentativo di sfogarsi un po' ma ben presto si rese conto che il fumo nero poteva far attivare l'antincendio e con uno sbuffo si fermò.

Improvvisamente la porta della stanza si aprì e la figura snella di Izumi fece la sua comparsa. Era in borghese e il suo sorriso raggiante contagiò Katsuki che in fretta si portò a sedere ignorando le fitte intercostali.

<<Scusa se ci ho messo tanto, ma non è stato facile convincere quelli del pronto soccorso a prestarmi questa>>. Il biondo non capì fino a quando Izumi non spinse una sedia a rotelle nella stanza. <<Ho pensato che forse ti sarebbe piaciuto prendere un po' d'aria>>. Si avvicinò al letto e Katsuki annuì leggermente scompigliandosi i capelli.

Izumi abbassò le sponde e lo aiutò a scendere dal letto sistemando la piccola bombola con l'ossigeno dietro alla sedia, così che non fosse d'intralcio.
<<Metti il braccio attorno alle mie spalle e al mio tre alzati, va bene?>>
<<Riesco a muovermi>>. Trattenne una risatina ma non obiettò visto l'occhiata che gli lanciò Izumi.
Nonostante il peso la verdina riuscì a reggerlo e a farlo sedere sulla carrozzina. <<Come ti senti?>>
<<Bene, perché?>> voltò il capo all'indietro e cercò i suoi smeraldi.
<<Curiosità, adesso ti porto fuori>>.

Nemmeno dieci minuti dopo si ritrovarono fuori dall'ospedale, in una zona verde e silenziosa adiacente all'edificio. Izumi bloccò le ruote della sedia sotto a un albero e si sedette al suo fianco sul muretto. Come in automatico la sua mano si insinuò nei suoi capelli biondi, massaggiandogli il cuoio capelluto mandando Katsuki in uno stato di trance.
<<Mi hanno detto che ultimamente stai creando scompiglio, che succede?>> domandò all'improvviso e lui chinò il capo sbuffando. <<Non è vero, semplicemente mi sembra di stare in una prigione. L'unico momento di libertà che ho è quando ci sei tu>>. Ammise con tono di voce basso <<Mi sembra di star qui dentro da mesi, voglio uscire e voglio potermi muovere liberamente senza che il mio corpo si stanchi o che i dottori mi rimproverino per il mio essere vivace e scontroso>>.

Izumi non disse nulla, dopotutto era plausibile che finito l'effetto dei calmanti e degli antidolorifici la sua mente tornasse come quella di prima ovvero lucida e aperta. <<Lo so Kacchan, ma devi resistere ancora per un po'>>.

<<Non ce la faccio Izumi, non ce la faccio...non sono fatto per restare fermo in un letto per tutto il giorno>>. Nascose la faccia tra le mani e il cuore di Izumi per un attimo parve fermarsi, vederlo così inerme le faceva davvero male e doveva trovare una soluzione. Con uno scatto si alzò e si parò dinanzi alle sue gambe mettendosi in ginocchio così da essere alla sua stessa altezza. <<Katsuki, guardami>>. Disse prendendogli i polsi con delicatezza, con riluttanza il biondo obbedì e la guardò in attesa.

<<Farò tutto ciò che è in mio potere pur di farti uscire, capito?>> gli accarezzò una guancia con gentilezza facendolo sorridere. <<Su questo non ho dubbi>>. Prese un profondo respiro anche se gli risultò difficile <<Vorrei che tu potessi stare qui con me per sempre>>. Si portò una mano sul costato per una delle solite fitte e si appoggiò allo schienale della sedia battendo poi una mano sulla coscia con il chiaro intento di stringerla.

<<Io sarò sempre qui per te, lo sai>>. Si sedette sulle sue gambe avvolgendo le braccia attorno al suo collo sporgendosi poi con la testa così da far combaciare le loro labbra.

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