)Natasha avanzò.(
«Perdonami» disse ancora, per quella che le parve la centesima volta, la voce di Kiril. La quale, però, era troppo )lontana( per essere sentita.
Natasha: Irina, cosa stai facendo?
)Irina si appiattì alla parete, desiderando solo fondersi con quella superficie, diventare nulla, ridursi al battito irrefrenabile e incontrollato del suo cuore terrorizzato.(
Pregò che ricomparisse )))Ombra(((. Non ce la faceva più senza di lei.
Da quando l'avevano rinchiusa (lì dentro) Ombra era stata cacciata via )da qualche parte(
E Irina era solo )Irina(, tutto il tempo. Tutto il tempo.
Natasha: smettila di fuggire, è questo che vorrebbe tuo padre?
)No-no-no-no-no-no-no(
«VATTENE!» gridò fino a graffiarsi la gola. Schiaffi sugli occhi: nero-bianco-nero-bianco-nro-bco- NATASHA.
Arrivò il primo colpo. Irina sentì qualcuno prenderle la testa e farla girarla rapidamente con due dita, e lei divenne una moneta vorticante che non sapeva più da che parte guardare.
Tutto ruotava.
«Irina, ti prego, reagisci.»
Non sentiva. Non sentiva nulla. Nulla al di fuori di Natasha e del dolore. Essere toccata dalle sue dita era mille volte più doloroso di quando a venire toccata era )Ombra(.
Quando era )Ombra( a provare emozioni, era tutto più facile, perché restava (dentro) di Irina e non toccava direttamente la sua pelle, non distorceva il suo viso, e non scalfiva la maschera di apparenza che si era esercitata per anni a creare. Invece ora tutto si trovava direttamente a essere )fuori(, )esposto(, alla luce bianca del sole nero di quel giorno dal tempo contato.
Le lacrime prima cristallizzate sulla sua pelle erano diventate )roventi( e )bruciavano la pelle(, )corrodevano tutto ciò che restava della sua anima in pezzi(.
Come riusciva a toccarla?
Natasha era dentro la sua testa.
Natasha: guardami!
Il mondo smise di mulinare sul suo asse e Irina cadde nella faccia bianca della moneta. Bianca di costernazione. Non può toccarmi per davvero...
(«Irina, devi affrontarla. Devi affrontarla, ti prego, altrimenti non ne uscirai mai...» Kiril.)
Kiril. )Kiril(
Non può avermi davvero fatto questo.
Natasha era vera. Era lì davanti a lei, in carne e ossa.
Ed era stato Kiril a evocarla. )Direttamente( dalla (sua) testa.
Natasha: guardami!
NERO-BIANCO-NERO-BIANCO-NERO-BIANCO-NERO-Natasha è qui e mi sta toccando per davvero.
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Jivonhir
FantasiNella devastazione di un terribile lutto, la cui causa risulta tuttora inspiegata, comincia la nuova vita di Yordanka e dei suoi fratelli, che da soli si trovano ad affrontare le conseguenze dell'orribile accaduto, di cui vengono ingiustamente accus...