33.Dumi

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Le parole sono creature così imprevedibili. Nessuna pistola, nessuna spada, nessun esercito o re sarà mai più potente di una frase. Le spade possono tagliare e uccidere, ma le parole pugnalano e restano lì, seppellite nelle nostre ossa, e diventano cadaveri che portiamo con noi nel futuro; anche se scaviamo di continuo non riusciamo a strapparci i loro scheletri dalla carne.

-Ignite Me-
(Tahereh Mafi)

-Ignite Me-(Tahereh Mafi)

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Gli Ophliri vennero presto a prenderli

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Gli Ophliri vennero presto a prenderli. Non vi fu alcuna resistenza, nemmeno da parte dei Long, i quali speravano di poter tentare di dialogare civilmente con Maksim appena si fossero trovati faccia a faccia così da poterlo convincere a mettere fine a quella pazzia. Kiril, così come tutta la sua famiglia, sapeva benissimo che sarebbe stato del tutto inutile, così come sarebbe stata inutile qualsiasi altra mossa. Tanto valeva, dunque, permettere che accadesse e vedere cosa succedeva. Forse potevano sperare in una qualche sommossa dei suoi stessi Ophiri o degli altri Ephuri... Kiril non ci sperava poi più di tanto e in ogni caso sarebbe stato vano. Di lì a poco sarebbero stati tutti travolti dalla letale onda di mens creata da Irina.

Non sapeva come sentirsi a riguardo. Esisteva, anzi, un modo per definire cosa si provava in una situazione del genere? Sapendo che la vita propria e altrui era appesa a un filo e non mancava che qualche ora alla fine di tutto, alla immobilità più totale di un'intera valle... niente. Come se per lui l'immobilità fosse sopraggiunta prima degli altri. Non riusciva più a percepire la connessione con ciò che lo circondava e nemmeno con il suo stesso corpo. Si sentiva inerte, privo di forza vitale e di emozioni al di fuori della confusione e di una snervante consapevolezza interiore che non riusciva a mettere a freno pur non sapendo di cosa si trattasse, certo solo che sarebbe stata reputata sbagliata sotto ogni logica.

Fu questa a trattenerlo. Sua madre, Georgi, Li Wen e Mu Chen, persino Ana, Vasko, Ilia e i gemelli seguirono gli Ophliri di Maksim. Lui invece decise di restare. Si arenò nella camera di Goran e attese che arrivassero. Non vi fu alcuna resistenza alla sua decisione, perché a Maksim non serviva che qualche Grigorov per fare ciò che desiderava e in ogni caso tutta la valle era condannata, secondo le loro previsioni a breve sarebbero tutti diventati poltiglia di mens o ebeti svuotati di ogni traccia d'intelletto, dunque non aveva senso perdere tempo con inutili inseguimenti.

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