Prove. Ancora

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Nessuno di noi riesce a dire una sola parola. È Tehuti a rompere il silenzio.

«Auset, sei tu la prossima.»

«Ma che dici? Le stelle avevano stabilito che fossi io il secondo!»

Lei mi guarda, sicura di sé. Non l'ho mai vista così potente e bella. «Ho cambiato le stelle», dice. Poi se ne va, lasciandomi nella stanza ad attendere.

«Perché gliel'hai permesso?»

Lui alza semplicemente le spalle. Qualcosa nel suo sguardo va a sfiorare una consapevolezza sepolta. «Anche tu sei legato a lei.» Non è una domanda, ma una semplice presa di coscienza.

Tehuti mi guarda. «Da sempre. E sarà così sempre. Siamo noi tre, ricordi? Da sempre e per sempre.»

Mi rendo conto di essere grato per questo fratello donatomi dal cielo, che prende il posto di quello che invece mi ha donato il grembo stellare di mia madre.

Insieme, osserviamo Auset entrare nella stanza oscura. Ha indossato gli abiti regali, la veste turchese e la collana d'oro di Nut. I suoi occhi si rivolgono subito in alto, nella nostra direzione. Sa che non può vederci, ma sa anche che io posso vedere lei. Mi sorride, poi abbassa il capo, determinata, e inizia a camminare lungo la stanza che pare ingrandirsi a ogni suo passo. La prima cosa che incontra è la carcassa di un bue. Accanto ad esso un gigantesco scorpione, il suo assassino, si avventa contro di lei, che lo annienta con un gesto istintivo della mano. Si inginocchia accanto al bue, carezzandolo. L'animale si risveglia e si trasforma. Adesso nella stanza con lei, di nuovo, sono presente io. Lei sorride a entrambi, prima alla copia e poi a me. In quel momento entra nostro fratello, cieco di rabbia. Si avventa contro di me, con la sua lancia, ma prima che possa fare qualsiasi cosa, Auset si mette in mezzo tra noi due. La lancia la trafigge.

Mi alzo per intervenire, dimentico di tutto, ma Tehuti mi trattiene. «Fermo, nessuno le sta facendo del male, calmati!»

Infatti si rialza, togliendo la lancia dal suo petto. È sola, adesso. Abbandona l'arma per terra. Da essa nasce un albero che diventa sempre più grande. Il sole squarcia la stanza oscura, che inizia a risplendere.

Le vesti di Auset diventano bianche, mentre Ma'at la Giusta stabilisce il suo verdetto.

Auset, Dea della vita e della rigenerazione, della guarigione e della creazione.

«Incredibile! Mai visto nulla del genere.»

«Cosa vuoi dire?»

Tehuti si gira e mi guarda, ammirato. «A parte il fatto che si tratta di una delle prove più rapide che abbia mai visto, nessuno aveva mai illuminato così la stanza oscura. Nemmeno tua madre.»

Non rispondo, sono ancora scosso da quello che ho visto.

«Cosa accade veramente nella stanza oscura? Sono frammenti di futuro, immagini casuali?»

«Ti riferisci a Seth? Credo che capirai quando lo vivrai tu, in prima persona», risponde il Dio della saggezza.

Sorrido, mio malgrado. «Scommetto che con lei sei molto meno misterioso»

«Ovvio!»

Anche lui ride.

«Bene, sono felice che la mia prova vi abbia fatto ridere. In fondo quella impalata ero io!»

È entrata senza fare il minimo rumore. Trattengo il desiderio di abbracciarla. È lei ad avvicinarsi.

«So che sei arrabbiato. Non importa. L'ho fatto e lo rifarei. Lo sai.»

Non resisto. «Certo, salvami pure la vita ma non sposarmi, mi raccomando!»

«Oh, finiscila, sei insopportabile.»

AUSET - La storia di ISIDEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora