Amore

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«Sei sicura di non voler dire nulla ad Ausar?»

Guardo Nebt senza risponderle. Tehuti rincara la dose.

«Si arrabbierà.»

«Lo so», rispondo, senza distogliere la concentrazione su quello che sto facendo. Dalle mie mani si sprigiona un fumo grigio. Freno l'entusiasmo mentre lentamente prende la forma di un serpente... per poi dissolversi nell'aria.

Abbasso le braccia, innervosita.

«Sono ore che stai provando, riposa.»

«Non mi serve riposo, mi serve riuscire a fare questa dannatissima magia!»

«Adesso fermati!»

La voce di Tehuti adesso è perentoria. Sostengo il suo sguardo, pronta a dar battaglia, ma mi calmo quando vedo la preoccupazione nei suoi occhi.

«Va bene, vado a riposare.»

Mia sorella mi prende la mano, sorridendo. «Ce la farai, non ho il minimo dubbio.»

Ci incamminiamo insieme lungo il Cortile della Magia. Tehuti disperde il velo protettivo che ci rende invisibili e ci fa strada. Il suo passo è deciso, rapido, pulito.

«Lui ha ragione, sai. Ausar si arrabbierà.»

Sospiro. «Non posso dirglielo. Sai com'è fatto. Cercherebbe di fermarmi, di farmi cambiare idea, o peggio, di anticiparmi, mettendosi nei guai. Preferisco litigarci che perderlo.»

«Voi due mi farete impazzire un giorno. Così preoccupati di proteggervi l'un l'altra da non riuscire a vedere al di là del vostro naso!»

Fa una pausa, poi mi guarda, mentre le ombre della sera si allungano davanti a noi. «Io vi amo con tutto il cuore, ma non vi metterò mai prima di me stessa, e voi dovreste imparare a fare altrettanto.»

Resto in silenzio

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Resto in silenzio. Come può capire, del resto? Come puoi comprendere un amore così totalizzante se non lo provi? Come puoi comprendere l'appartenenza reciproca se non ti ha mai sfiorato?

Tehuti, davanti a noi, si ferma, interrompendo il nostro cammino.

«Dovresti darle retta: non vuoi davvero che lui si arrabbi con te. Se saprai come prenderlo, capirà. Dagli fiducia.»

«Guarda che non è questione di fiducia!»

«Ah no?» mi chiede, alzando il sopracciglio. Sto per rispondergli, ma posso già immaginare la sua risposta e la conversazione svolgersi nella mia testa. Mi arrendo.

«Avete ragione. Vado a parlargli.»

Loro sorridono e si fanno da parte. Faccio un respiro profondo e mi incammino verso il Palazzo del Cielo. Attraverso il corridoio vicino alla stanza regale quando un movimento nell'ombra attira la mia attenzione.

«Chi c'è?»

«Devi essere proprio ansiosa di vederlo sorella, visto che nemmeno mi riconosci.»

«Seth! Ero convinta fossi partito. Non ho proprio pensato a te.»

«Già, è così che funziona di solito.»

La sua voce cela una rabbia trattenuta che mi mette in allarme.

«Smettila. Sai bene che non è così! Non essere ingiusto.»

«La bella e dolce Auset, che si risente se qualcuno le fa notare che non è affatto dolce come sembra. So benissimo che tutti preferiscono Ausar, non preoccuparti, non è un problema. Non ancora.»

«Cosa vuoi dire?»

Gli occhi della mia mente rivedono frammenti della prova. Lui che vuole uccidere Ausar, io che mi metto in mezzo. Fuoco scorre nelle mie vene. Ma Seth sorride.

«Tranquilla sorella, sono solo un po' malinconico.»

Si avvicina e mi bacia sulla fronte. Istintivamente faccio cenno di allontanarmi e mi trattiene con forza.

In quel momento arriva Lui.

«Lasciala stare!»

Distrattamente noto le mani di Seth chiudersi a pugno. Lascia perdere, sto bene. Stavamo solo parlando.

Non risponde. Non è un buon segno. Posso sentire la sua furia crescere man mano che si avvicina. Seth lo guarda con il sorriso sprezzante.

«Andiamo fratello, non avrai mica paura di me! Stavo solo dando la buonanotte a nostra sorella», dice, marcando l'ultima parola con tutto il sarcasmo di cui è capace.

Ausar si mette davanti a me, allontanandomi con un gesto. Lo trattengo per il braccio. Lascialo stare, non devi fare il suo gioco. Ti prego.

Solo lo spazio di un alito li separa. Entrambi sono pronti a scattare.

Ausar. Portami via da qui. Voglio stare con te.

Sento i suoi muscoli rilassarsi in modo quasi impercettibile. Lui non deve toccarti, non deve nemmeno avvicinarsi a te!

È mio fratello come lo sei tu.

Lui si irrigidisce di nuovo. Dimmi che si stava comportando da fratello e io me ne vado da qui. Dimmi che non ti sei sentita in pericolo nemmeno per un istante e io non gli stacco la testa.

Esito. Posso sentire in lui lo stesso fuoco che scorre in me. Appartenenza. Noi ci apparteniamo e ci difenderemo sempre.

Inaspettatamente, Seth fa un passo indietro, allargando le braccia. Scoppia a ridere, poi si inchina e se ne va.

Ausar si volta e mi carezza il viso.

«Stai bene?»

Annuisco.

«Come mai eri qui?»

«Stavo venendo da te», rispondo, e apro la mente permettendogli di vedere. Tutti gli avvenimenti delle ultime ore e i miei pensieri sono ora davanti a lui.

Il silenzio prende spazio tra noi, poi lui, senza dire una parola, mi prende per mano e mi conduce nella sua stanza.

«Perché non mi hai detto subito cosa stavi facendo?»

«Forse perché sei una testa calda?»

«Oh e tu invece sei calma e riflessiva!»

Scoppiamo a ridere.

«Scusa.»

Risponde con un bacio

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Risponde con un bacio. «Cos'avevi detto prima?», sussurra sulle mie labbra. «Portami via, voglio stare con te...»

Sorrido. «Lo sai.»

Mi prende in braccio e mi porta sul letto. Il resto,tutto il resto, aspetterà.

AUSET - La storia di ISIDEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora