AUSET - La storia di ISIDE

Scelgo te

È strano vedere la stanza regale ora. Sembra passato così tanto dall'ultima volta che eravamo qui, non poche ore. È tutto diverso adesso. Noi siamo diversi.

Nut ci guarda con fierezza. Come sempre attende che sia mio padre a parlare, e come sempre lui la cerca con lo sguardo per trovare in lei forza e approvazione. Il racconto del loro amore è leggenda ormai, e noi ne siamo il frutto.

Per la prima volta vedo mio padre in difficoltà. Guarda Seth con dispiacere. Rammento le parole di Auset: non è facile non essere te. Per un breve istante quasi mi sembra di sentirmi vicino a questo fratello così scostante e rabbioso. Poi lo rivedo mentre colpisce Auset e l'odio stringe i miei pugni, chiudendo la compassione in una gabbia di ferro. Con le sbarre ardenti.

Nut sfiora la mano di suo marito, accennando un sorriso. Lei sapeva. Aveva visto nelle stelle. Ogni cosa.

«Tutto quello che avete visto e vissuto ha stabilito qual è il vostro potere, su cosa governerete. Come lo farete, spetta a voi e solo a voi. Ricordate però che non esiste divisione. Come avete sempre studiato, vita e morte sono inestricabilmente unite, non possono esistere una senza l'altra.»

Qui la Dea del Cielo e delle Stelle mi guarda con fare di rimprovero. Non è un segreto per nessuno che io abbia saltato quasi tutte le lezioni. Come se servisse studiare per diventare un Dio.

«Lasciate sempre che sia il cuore a guidarvi. Lì risiedono le vere risposte. Non si può evitare di fare scelte, anche se queste possono essere dolorose. Il mondo non può fermarsi perché voi avete paura di ciò in cui credete.»

Pronuncia queste parole fissando negli occhi Auset. Poi sposta il suo sguardo verso Seth.

«Avete sempre il potere di scegliere chi volete essere. Nessun verdetto è mai definitivo, altrimenti voi non sareste qui», dice, riferendosi alle circostanze particolari della nostra nascita. «Non permettete a nulla e nessuno, nemmeno a voi stessi, di costringervi a essere meno di quello che siete.»

Con qualche passo si avvicina a Nebt. «Anche il dolore può essere un alleato se non gli permettete di sopraffarvi. Fate di ogni cosa la vostra forza, vivete senza paura, amate senza limiti.»

Qualche istante di silenzio, mentre lei e Nebt si guardano, poi nostra madre torna da Geb, con un breve cenno del capo.

Lui si erge in tutta la sua statura. Abituati a vederlo sempre vicino a sua moglie, a volte dimentichiamo quanto sia forte e sconvolgente il suo potere.

«Ma'at ha parlato. Ognuno di voi, ora, sa chi è. Nessuno pronuncerà più il verdetto a voce alta. Nessuno di voi parlerà mai più di ciò che è accaduto nella stanza oscura. Nessuno di voi potrà mai rientrare nel Tempio della prova.»

Fa una pausa.

«Auset e Ausar, venite con me.»

I nostri occhi si incontrano, veloci, mentre ci avviciniamo a nostro padre e lo seguiamo fuori dalla stanza regale. Sei nei guai, dico ad Auset, nella mia mente.

Io sono una Dea, adesso, non posso essere nei guai per una bravata. Sorride e poi aggiunge: Sapevo che avresti avuto paura prima o poi!

La sua provocazione cade nel vuoto. Quello che è accaduto durante le prove balla davanti ai miei occhi, impedendomi di essere leggero come vorrei. Osservo la scintilla nei suoi occhi e sorrido, senza convinzione.

Arrivati nel cortile del grande palazzo, nostro padre si ferma e si gira verso di noi. Il suo sguardo non è più quello di un potente e regale Dio, ma quello di un padre preoccupato.

«Ho amato vostra madre da sempre. La sofferenza che abbiamo provato tentando di vivere separati non deve essere anche la vostra.»

Auset apre la bocca per dire qualcosa, ma lui la ferma. Posa una mano sulla sua spalla. «Lo so, so tutto quello che vuoi dirmi. Credi che io non sia in grado di leggerti? Sei mia figlia, la mia prediletta. Proprio per questo adesso devi tacere e ascoltare.»