«Sei ancora in tempo, fratello.»
Ausar si volta a guardarmi. Non mi chiede di cosa stia parlando. Mi osserva senza dire nulla.
«Non deve per forza andare così. Ogni scelta può essere cambiata. Non devi sacrificarti in quel modo, lei non deve soffrire in quel modo. Ti prego.»
Senza quasi accorgermene, cado in ginocchio. Implorante ai piedi di colui a cui ho giurato eterno sostegno. Lui si inginocchia davanti a me.
«Sai cosa accadrebbe se mi tirassi indietro?»
«Per una volta pensa a te. A voi. Sii un po' egoista.»
«Non posso nemmeno accettare di sentire queste cose da te. Sai benissimo che non tornerò indietro. Non so nemmeno quanto tempo mi resta con Auset, ma di certo non ho intenzione di sprecarlo litigando con te.»
«Ausar, io ho visto il suo dolore.»
Lui fa una pausa. Mi aiuta a rialzarmi e poi si volta verso il deserto.
«Sai qual è la cosa che più di tutte mi ha stupito quando ho capito che il mio amore per lei era ricambiato?» Non aspetta la mia risposta: sospira e continua. «Il fatto che mi considerasse degno di lei. Ai miei occhi, Auset è al di sopra di qualsiasi altra creatura. Gli altri vedono solo la Dea della Vita, io no. Io vedo quello che lei è veramente, ed essere al suo fianco, anche se per un breve periodo, è più di quanto abbia mai osato sperare. Non importa cosa succederà: se io adesso mi tirassi indietro, non sarei più degno di quell'amore, non meriterei di stare al suo fianco. Preferisco la morte. E poi, se lei sapesse, se fosse qui e avesse visto quello che entrambi abbiamo visto, direbbe che l'Amore vince sempre, sopra ogni sfida e ostacolo.»
Si gira nuovamente e guardarmi, gli occhi lucidi.
«Perciò, fratello, adesso voglio che tu mi prometta che non cercherai mai più di farmi cambiare idea, e che le starai accanto. La proteggerai a qualsiasi costo, perché io sono sacrificabile. Lei no.»
Anche se non vorrei, sorrido. Il mio migliore allievo ha usato i miei insegnamenti nel peggiore dei modi, mentre il mio allievo più indisciplinato mi ha appena dato una lezione che non scorderò mai.
«Giuralo», insiste Ausar.
«Te lo giuro. Ti sosterrò e le sarò accanto sempre, qualsiasi cosa accada. La proteggerò con la vita e sarò il suo più fedele alleato.»
Le nostre mani si intrecciano, mentre le braccia si uniscono fino ai gomiti, nell'antico gesto del giuramento sacro.
Mi allontano da lui, prima che le lacrime possano svelare la mia debolezza. Ho bisogno di parlare con Ma'at, voglio scusarmi con lei. Chiudo gli occhi per sentire la sua presenza.
«Sai che ti basta pensarmi. Non devi cercarmi. Non tu.»
«Sono stato uno stupido.»
«Sì.»
«Fa male.»
«Sì.»
Si avvicina, mi accarezza una guancia, poi mi abbraccia. Per un momento, la corazza della Dea del Destino si assottiglia, in modo che io possa sentire il suo cuore e tutto ciò che vi è racchiuso. Ma si tratta solo di un istante. Poi si stacca da me e mi guarda. I suoi occhi sono di nuovo impassibili e superiori a tutto.
«Ascoltami. La morte arriverà e nessuno potrà impedirla. Il Dio della Vita deve diventare Dio dei Morti, e non c'è altro modo. Quanto alla Dea della Vita, dovrà conoscere il lato oscuro dell'Amore se vorrà padroneggiare la Creazione. E dobbiamo sperare che lo faccia, o il potere che ha estorto a Ra si rivolterà contro di lei. La Guerra è cominciata, e tu non potrai sottrarti al tuo giuramento.»
«A che serve tutto questo?», chiedo, quasi sconsolato.
«Perché il destino non può essere alterato da nessuno. I fili dell'universo hanno la loro trama, e nessuno può muoverne uno senza che gli altri debbano adattare la loro forma per riportare all'equilibrio. Ciò che Auset apprenderà servirà nel corso di molte epoche, finché esisterà il mondo. Ausar ha ragione: lui è sacrificabile.» Ma'at fa una pausa. «Per quanto doloroso possa essere.»
Non ho nemmeno la forza di risponderle.
«Vieni con me», mi dice. In un battito di ciglia mi accompagna vicino alla Barca Sacra. Con un gesto della mano mi svela la trama del Destino.
Ci metto un po' a capire, a imparare come vedere. Poi, però, la bellezza infinita si dispiega davanti ai miei occhi, e per la prima volta comprendo veramente.
«Sarà doloroso, per te e per lei. Ti sentirai in colpa, pur sapendo che non potevi agire diversamente. Ti chiederai come avresti potuto evitarlo. Sappi che non c'era niente che avresti potuto fare. Guarda la trama. Guardala bene. Le loro scelte, il loro cuore. Io avevo visto ogni cosa. Così dev'essere fratello mio.»
Ogni sua parola lascia un marchio nella mia mente e nell'anima.
Ora dovrò tornare da Auset e Nebt. Dovrò trovare il modo di dir loro qualcosa senza violare i segreti che ho visto.
Mentre mi incammino, vedo Auset muoversi sinuosa verso Ausar. È il loro momento, ancora.
Mi dirigo verso la mia stanza. L'immagine di una certa gatta si forma nella mia mente, ma la scaccio via. Ho bisogno di restare solo. Pensare. Meditare.
Entro e resto di sasso, mentre Auset mi guarda preoccupata.
«Per tutti i cieli, Tehuti, hai un'aspetto orribile! Cosa ti è successo? Dove sei stato?»
Non riesco a mascherare il mio stupore. «Come fai ad essere qui? Hai appreso la smaterializzazione?»
Lei mi guarda senza capire. «Ma di cosa stai parlando? Forse è meglio che ti siedi e che parliamo, io e te!»
D'improvviso, tutta la tensione degli ultimi avvenimenti si scioglie: crollo ai piedi di Auset, piangendo.
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Spazio autrice
Sappiate che ho pianto scrivendo questo capitolo.
Spero di essere riuscita a trasmettere ciò che volevo, perché questo è un momento molto intenso: Tehuti capisce che non può intervenire, e potrà solo stare a guardare lo svolgersi degli avvenimenti.
Dirà qualcosa ad Auset? O cercherà di proteggerla fino alla fine, come ha promesso ad Ausar?
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AUSET - La storia di ISIDE
SpiritualNel cuore pulsante dell'antico Egitto, dove il confine tra divino e mortale sfuma come miraggio nel deserto, Auset sfida l'ordine cosmico. Non è solo una dea, è una forza della natura che rifiuta di piegarsi al destino. Quando l'amore viene strappat...