Sekhmet

17 4 18
                                    

Non so da quanto sono qui. Ore? Giorni? Sento la presenza della leonessa prima ancora di vederla.

«Ti ho trovata», mi dice mentre riprende le sembianze di Bastet.

«Tehuti ha mandato la leonessa a cercarmi?»

«No, lui ha mandato me. Ma io conosco il tuo temperamento e non sapevo cosa avrei trovato. Ho preferito essere preparata.»

Non le rispondo. Lei si siede sulla sabbia accanto a me.

«Sai che posso capire la tua furia. E posso insegnarti a gestirla.»

La osservo. La sua bellezza è decisamente al di là di qualsiasi canone. Il viso perfetto, il corpo sinuoso, i movimenti sensuali. Ma quello che io vedo in lei va oltre. Il suo cuore è fiero e puro. Uno dei pochi cuori completamente puri che io conosca.

«Che fai quando Sekhmet prende il sopravvento?»

Lei guarda lontano, oltre il cielo.

«Le concedo il diritto di esprimersi», risponde. Poi si gira e mi guarda dritta negli occhi. «Auset, la rabbia, il dolore, la delusione, la tristezza, fanno parte di noi. Sono parte della vita, del cielo, della sabbia, del cuore, umano o divino che sia. Non possiamo sempre negarli. Hanno bisogno del loro spazio. Io posso controllare la forza di Sekhmet perché quando sono Bastet so che posso darle spazio quando lo chiede. L'ho imparato a mie spese.»

«La strage?»

Tutti conoscono la storia della strage di Sekhmet.

Il Dio Ra l'aveva inviata per punire un villaggio di uomini particolarmente crudeli. Depredavano, stupravano, uccidevano senza pietà. Sekhmet la Leonessa Divina, era la mano di Ra. Irruppe nel villaggio, uccidendo tutti coloro che vi abitavano. Ma, inebriata dal sapore del sangue, non riuscì più a fermarsi e continuò a uccidere. Nessuno poteva salvarsi. Nessun uomo, donna o bambino. Accecata dalla sua furia, Sekhmet era inarrestabile. Fu allora che Tehuti escogitò lo stratagemma: creò una bevanda inebriante dello stesso colore del sangue e la versò sulla strada della Leonessa. Lei bevve, fino ad addormentare la sua furia. Fino a perdere i sensi. Tehuti la prese e la riportò al Palazzo degli Dèi.

«Sì. La strage. Allora cercavo di essere sempre la dolce e avvicinabile Bastet. Riservavo la mia natura selvaggia solo agli ordini di Ra. Ma così facendo, reprimevo quella parte di me, e quando finalmente le davo spazio, perdevo il controllo. Fu Tehuti a insegnarmi che io sono entrambe le cose, e che tutte e due, la gatta e la leonessa, dovevano avere il loro spazio, se volevo essere certa di saperle gestire.»

«Per questo ha mandato te, adesso?»

«Tu hai un lato oscuro molto potente. Tutti lo hanno, ma tu sei la Dea più potente di tutte. Così, anche il tuo lato oscuro lo è. Se ne perdessi il controllo, non potresti mai perdonarti. Credimi.»

Sospiro.

«Non ho intenzione di perdere il controllo.»

«Allora devi permettere alla tua rabbia e al tuo dolore di esistere. Lascia loro la dignità che meritano.»

«Sono ancora troppo ferita, ho bisogno di calmarmi.»

Bastet si alza e mi tende la mano. La afferro e in un attimo sono in piedi. Prendo anche l'altra mano che mi sta offrendo. Siamo una di fronte all'altra, le mani che si intrecciano.

«Non hai bisogno di calmarti. Hai bisogno di sentire.»

Scuoto la testa. Non voglio sentire.

Lei stringe le sue mani sulle mie. «Ti fidi?»

Certo che mi fido. Annuisco.

«Chiudi gli occhi. Brava, così. Adesso lascia che tutto quello che stai provando affiori. Senza giudicarlo. Non esistono sensazioni buone e sensazioni cattive. Esisti solo tu. Lascia che tutto quello che sei venga in superficie.»

Abbasso lentamente la barriera, per concedere a ciò che sento di liberarsi.

«Non aver paura. Sono in grado di gestire un po' di rabbia!»

Sorrido appena. So bene di cosa sia capace Sekhmet, ne sento sempre la presenza attenta dietro le sembianze di Bastet.

Mi abbandono. La delusione, la rabbia, il dolore, la tristezza che ho dentro si lanciano fuori dal mio petto, potenti e perfetti. Sento la sabbia vorticare attorno a me. Apro gli occhi. Io e Bastet siamo sollevate qualche spanna sopra il terreno. Il deserto intorno a noi non è che un ammasso di sabbia che gira velocemente. Lascio le sue mani: so di poter controllare quella sabbia. Con i movimenti delle mie mani la dirigo dove desidero. A sinistra, poi a destra, poi in alto. Sto letteralmente danzando con sabbia e vento finché, con un gesto della mia mano, tutto si ferma e tace. Osservo i granelli di sabbia sospesi intorno a noi.

Bastet sorride.

«Vedi? Era facile.»

Un cenno della mia testa, e il deserto torna a riprendere forma, quieto e immobile. Torniamo a terra.

«Non cancellare nessuna parte di te. Va bene se sei Auset, la Dea della Vita e della Guarigione, la più potente e luminosa tra le Dee. Ma va bene anche se sei Auset la Oscura. Quella che è meglio non fare arrabbiare. Tu hai il controllo di entrambe. Gli altri devono temere chi sei, non tu.»

«Hai ragione.»

«Perché, avevi dubbi? Io ho sempre ragione.»

Ora che le mie emozioni hanno avuto una via di sfogo, torno a vedere lucidamente. «Ausar...»

«Triste e sconsolato. Gira per il Palazzo irrequieto e insopportabile. Ha risposto male persino a Nut, ma lei lo ha rimesso al suo posto, le è bastato uno sguardo.»

«Uh, conosco gli sguardi di nostra madre.»

«So che ha parlato a lungo con Geb. E so che gli manchi.»

«Avrebbe dovuto pensarci prima.»

«E hai intenzione di fargliela pagare per quanto? Qualche secolo?»

«Non sarebbe una cattiva idea.»

«Che c'è di così terribile in quello che ha fatto? Ha dato un po' di conforto a un'anima che entrambi amate.»

«Oh, ti prego, non difenderlo!»

«Non sto difendendo lui. Sto facendo ragionare te. Sai che ti Ama al di sopra di qualsiasi altra cosa. Sai che questo non è cambiato e non cambierà mai. Hai davvero intenzione di punirlo per una decisione che tu non approvi?»

«Detta così sembro io la traditrice!»

«Uff. Tradimento. Amore. Morale. Il mondo non è bianco o nero, Auset. Scendi dal tuo mondo perfetto e prova a vivere in quello reale. Altrimenti tutto il potere che hai sarà sprecato.»

«Sì, hai ragione. Lo so.»

«Torniamo a casa, allora. Tua madre è preoccupata per te.»

«Da quando hai imparato così bene le cose giuste da dire?»

«Beh, si dà il caso che frequenti intimamente qualcuno di molto saggio. E sono una che impara in fretta!»


***********************************

Spazio Autrice

Ho voluto fortemente questo pezzo, perché non solo permette di conoscere meglio Bastet (personaggio che, concedetemelo, adoro), ma aiuta a vedere quanto profonda possa essere la loro amicizia. 

Bastet è in grado di vedere il mondo in un modo tutto suo, unico. Non bianco e nero. 

Che ne pensate di lei?

AUSET - La storia di ISIDEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora