"Ma che posto é?" domando continuando a seguire Wade "Ascoltami bene non devi fare nessun tipo di rumore" mi avverte aprendo la porta di quello che sembra un appartamento.
All'interno la casa é disordinata, al centro della soggiorno c'é un mobile smontato a terra e poco distante da esso su una poltroncina é seduta un'anziana con gli occhiali da sole e un bastone per non vedenti "É cieca?" bisbiglio stando al suo gioco ma lui si limita a fare il gesto del silenzio.
La signora ha la carnagione scura, i suoi capelli sono bianchi con sfumature grigie ed é vestita con una tuta sportiva di velluto color magenta.
"Dovresti dormire a quest'ora" esclama Wade all'improvviso mentre la vecchia sobbalza dallo spavento tirando fuori una pistola e puntandola verso il nulla a causa della sua siccità. "Ma che diavolo! Vuoi per caso farmi morire d'infarto" "Oh ma a te non ti ammazza niente e inoltre questa é mia — afferra la pistola per poi girarsi verso di me — Devi sapere che la signorina ogni tanto mi ruba le pistole e le usa come un giocattolo" "Ridammi in dietro la mia cocaina e vedrai che non toccherò più le tue pistole e poi con chi stai parlando? Avevi detto di non voler avere a che fare con nessuno prima di risolvere quel tuo problemino" dice guardando davanti a se senza sapere che in realtà Wade si trova affianco a lei.
"Fatti i fatti tuoi Al" sentenzia facendosi sentire molto bene dalla signora, sembra addirittura quasi agitato "Che problemino?" mi aggiungo alla conversazione incuriosita.
"Bene Viktoria lei é la vecchia drogata Al, abito con lei ma ignorala mentre Al lei é Viktoria" cambia discorso per poi proseguire in un'altra stanza, lo seguo continuandomi a guardare intorno "Quella Viktoria di cui parli sempre?" domanda la Al ormai alle nostre spalle "Al stai zitta perfavore" la rimprovera mentre io ridacchio.
"Quindi quale sarebbe il tuo piano oltre che portarmi in uno squallido appartamento?" "Non é squallido, magari disordinato ma squallido no" "Chiedo scusa allora, possiamo arrivare al dunque, non vorrei sprecare ulteriori anni seguendo questa missione del cazzo"
"Chiariamo prima una cosa — dice spostando il suo sguardo su un tabellone con alcune fotografie collegate ad un filo rosso — Se lo troviamo é mio" "Sei diventato gay? Avevi detto non ti piaceva il cazzo in culo" "Ma che problemi hai? Io rimango fedele alle mie passioni, non ho bisogno di cambiarle e in ogni caso hai qualcosa contro i gay? Sai sembri un arrogante omofoba" lo guardo scioccata per la sua accusa "Sei rimasto il solito idiota del cazzo e comunque no deficiente. Ma sembri quasi ossessionato da quell'uomo"
"Quell'uomo mi ha fatto un torto e deve rimediare e se tu lo ammazzerai prima sarà impossibile, ho bisogno di lui" "E per quale ragione?" mi avvicino a lui ma indietreggia "Non ti riguarda" risponde freddo "Da quando Viktoria e Wade hanno segreti?" "A quanto pare da sempre, perché non mi hai detto che eri un Avengers?" "Quando ho incontrato te non lo ero" "E allora chi eri?" "Avevamo detto che non ci importava del nostro passato e che se ci feriva potevamo non ritirarlo fuori. Invece quello che é successo a te é successo dopo che ci siamo conosciuti , cazzo mi hai lasciata sola quella notte in piena ansia e ti ripresenti così dal nulla con una tuta rossa — rimane in silenzio sotto il mio sguardo ancora innervosito — É stato un errore é meglio che ognuno continui per la propria strada"
— • —
2014
un mese dopo aver scoperto il cancroWade oggi sembrava più tormentato del solito, questa mattina siamo dovuti andare a fare un altra delle visite di controllo per il suo cancro. Ogni volta i dottori se ne uscivano con qualcosa di negativo da comunicargli mentre lui continuava a guardare davanti a se continuando ad abbattersi più del dovuto.
"Ti va se ordiniamo una pizza per cena?" gli domando come se non fosse successo nulla "Sisi va bene" si siede in macchina senza degnarmi nemmeno di uno sguardo mentre io metto in moto diretta verso casa sua.
— • —
"A cosa pensi?" "Non voglio che tu mi faccia da badante durante la mia malattia, voglio che ti goda la vita" mi siedo accanto a lui nel divano afferrandogli le mani "Oh ma io finalmente me la sto godendo la vita e continuerò a farlo finché tu ci sarai" "Sarò un peso morto fidati cambierai idea, é meglio che me ne vada"
"Ascoltami bene Wade Winston Wilson, io ho bisogno di te e non permetterò a quella tua testa bacata di scappare da un qualcosa a cui anche tu sei affezionato, anche tu meriti di goderti la tua vita finché ne avrai l'opportunità. Ma soprattutto non devi affrontare tutto da solo" mi accarezza una guancia sorridendo a malapena per poi appoggiare la sua testa nella mia spalla.
"Mi prometti che non mi lascerai sola per il tempo che ci rimane?" "Te lo prometto" mi bacia tornando nella posizione di prima mentre gli accarezzo dolcemente la testa.
— • —
Mi sveglio guardando affianco a me il posto vuoto nel letto. Mi metto seduta notando Wade su una delle sedie della camera da letto con lo sguardo rivolto verso la finestra. Lo sento piangere.
"Wade che succede?" chiedo cauta "Eii scusa se ti ho svegliato ma non riesco a dormire" si volta verso di me per poi alzarsi e affiancarmi. Si stende sotto le coperte mentre io appoggio la mia testa sul suo petto nudo mentre con le mie braccia lo stringo a me e lui fa lo stesso. Poco dopo mi riaddormento in quella posizione.
Ma quando mi risveglio accanto a me Wade non c'é più. "Wade?" dico alzandomi preoccupata cercandolo per le stanze, nulla non c'é. Torno nella camera da letto e spalanco l'armadio, all'interno mancava il suo borsone e alcuni indumenti. Sbatto l'anta con forza per poi accasciarmi per terra in preda al panico.
Me l'aveva promesso cazzo e se n'é andato via per sempre. Sento mancare l'aria in me e un dolore allucinante si forma sul mio petto. Cerco di respirare ma non ci riesco, solo pochi minuti dopo riesco a calmarmi...
STAI LEGGENDO
Ferite indelebili | Deadpool
FanfictionUn sicario e un Avenger insieme non possono fare altro che creare casini - per il momento non prevede un continuo :( since: 04.08.24