Mercenari

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Viktoria Morozov é il mio nome, sono nata in Ohio ma ho origini Russe

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Viktoria Morozov é il mio nome, sono nata in Ohio ma ho origini Russe. Da piccola l'unica cosa che contava per me era la mia famiglia ma tutto cambiò quando quelli che conoscevo come i miei genitori voltarono le spalle a me e alle mie due sorelle. La mia vita fino all'età di due anni é stata solamente una montatura una falsa, che però é finita quando io, Natasha e Yelena siamo state consegnate a Dreykov colui che gestiva e monitorava la stanza rossa, un luogo dove decine di ragazze venivano estirpate dalla propria famiglia e addestrate per diventare dei soldati speciali, costretti a dover eseguire ogni suo ordine.

Dopo anni di torture e addestramenti Natasha riuscì a scappare, tentò di far scapare anche me e Yelena ma il suo piano fallì e continuò la sua vita in libertà senza di noi. All'età di diciotto anni anche io scapai il più lontano possibile da quel posto lasciandomi quell'inferno alle spalle.

E adesso eccomi qui chiusa in un bar dei quartieri di New York pronta per ubriacarmi, ho passato la maggior parte della mia vita a combattere e adesso non so minimamente cosa fare. Il pieno era dopo aver trovato Natasha iniziare a far parte degli Avengers ma ho preferito riposarmi e dedicarmi alla pace dopo tutti i traumi vissuti.

"Weasel fammi un bicchiere di Tequila Sunrise" dico al barista nonché proprietario del locale "Proverai anche qualcos'altro prima o poi" scuoto la testa vivacemente "Non penso proprio" "Comunque ancora non capisco come una ragazza carina come te si venga a rinchiudere in questo buco di fogna" "Sai non dovresti dire certe cose sul tuo locale" lui ridacchia passandomi il bicchiere "Sei sicura di avere 21 anni?" gli mostro il documento falso "É falso?" "Questo lo dici tu" sorrido sorseggiando la mia bevanda, sapevo che mi prendesse per il culo anche perché mi ha sempre fatto bere senza problemi.

"Wade Wilson, santo patrono dei falliti cosa posso fare per te?" parla il mio barista preferito non appena un uomo poco più grande di me si avvicina al bancone "Vorrei un bel pompinotto" gli sorride per poi passargli una carta di credito "Oh cavolo anche io" gli risponde mentre io mi limito a pensare quanto siano perversi gli uomini, scuotendo la testa divertita "Il drink, non un pompino" si spiega meglio mentre nel frattempo Weasel afferra la carta d'oro estraendo dei soldi da essa. "In ogni caso l'avevi mai conosciuta Viktoria?" dice Weasel guardando verso la mia direzione e così subito dopo lo imitò l'uomo accanto a me, mentre io continuavo a sorseggiare la mia bevanda leggermente irritata. Osservare é un conto prendere parte a una conversazione é un'altra cosa, non sono una persona socievole e fare amicizia non é il mio forte e detto sinceramente nemmeno mi importa. Sono cresciuta letteralmente da sola, quando mi facevo male mi ripulivo io stessa le ferite senza il bisogno di nessuno e detto sinceramente lo preferisco anche perché prima o poi tutti ti tradiscono.

"Wade Wilson" si presenta l'uomo accanto a me, mi giro leggermente e finalmente posso guardarlo meglio, ha dei bellissimi lineamenti, un taglio sul sopracciglio e i capelli corti. É vestito da tamarro, ma i miei occhi cadono subito suoi suoi color nocciola, sono così profondi che quasi mi ci potrei perdere dentro. "Viktoria Morozov" afferro la sua mano scuotendola leggermente mentre lui non mi toglie gli occhi di dosso nemmeno per un istante "Non sei di qui vero?" "É Russa" risponde al posto mio Weasel annuisco irritata per quel gesto.

Improvvisamente un uomo di mezza età si avvicina a me "Ciao bella ti va di andare a fare un bel giretto insieme" mi sussurra all'orecchio mentre io afferro la mia pistola e gliela punto ai coglioni senza che nessuno se ne accorga "Eii Tom levati dal cazzo e lasciala stare — dice Wade avvicinandosi a lui e io me frattempo faccio pressione con la mia arma, l'uomo abbassa la testa e nota di essere in una situazione al quanto sconveniente — Cavolo te la stai per vedere brutta" ridacchia Wade sorpreso "Vedi di non apparirmi più davanti senno quelle tue brutte palle vecchie ti faranno ciao ciao" fa come gli ho detto allontanandosi il più possibile mentre io mi giro nuovamente verso il mio drink.

Ho ancora gli occhi di Wade addosso e adesso anche quelli di Weasel "Da quando hai un arma?" domanda l'ultimo "Invece di farti i fatti miei fammene un'altro" dico acida finendo la mia bevanda e allungandogli il bicchiere ormai vuoto, alza le mani arreso riprendendo a fare quello che stava facendo pochi minuti prima. "I soldi a chi vanno?" gli sento domandare a Wade mentre mi prepara da bere "A quella signorina..." si blocca "Orlovsky?" "Si esatto lei" "Per essere un mercenario hai il cuore tenero, non avrai neanche inferito troppo sullo sfigato" "Non era poi così cattivo Waesel, solo fissato con lo stalking. Io ero peggio di lui alla sua età" ridacchia afferrando il suo pompinotto e bevendoselo tutto d'un sorso.

Weasel passa anche a me il mio drink che sorseggio cercando di concentrarmi su alcuni fascicoli che ho trovato a casa di Natasha. Da giorni spariscono persona con malattie terminali o semplicemente problematiche, una cosa mai successa prima d'ora. Mia sorella mi ha chiesto di dargli una mano ma mi sono limitata a dirgli che ci avrei pensato su analizzando la faccenda. "Cos'é che leggi da quando sei arrivata?" lo ignoro appuntandomi alcune piste "Smetti di dare il tormento a questa povera ragazza" lo rimprovera Wade "Grazie qualcuno che l'ha capito allora c'é" "Che simpatica e tu non ti dovresti alleare dalla sua parte essendo mio amico" scherza Weasel facendomi sorridere, in questo poco lasso di tempo in cui ho iniziato a frequentare questo postaccio abbiamo istaurato un bel rapporto. Probabilmente solo grazie a lui che cerca di farmi parlare se fosse stato per me lo avrei ammazzato immediatamente, ma ho preferito evitare. "Qualcuno se l'é presa a male" sposto lo sguardo su di lui ripiegando i miei fogli e infilandomeli nelle tasche interne della mia giacca di pelle. "Comunque apparte gli scherzi potremmo fare qualche uscita a tre da amici — dice sorridente mentre io cambio letteralmente espressione, fin'ora l'unica amica che abbia mai avuto si potrebbe dire che é stata Natasha non so se sarei disposta ad averne altri ma soprattutto a stare in compagnia più di qualche minuto con qualcuno — Siete due asociali!" esclama infine puntandoci il dito contro e solo in quel momento mi rendo conto che anche Wade avesse cambiato espressione. "Non é essere asociali é semplicemente che io sono un mercenario, tu un barista e lei nemmeno lo so" "Una sorta di mercenario anche io — che però ha ucciso tante persone innocenti che meritavano di vivere, ho fatto quel male a tantissima gente solo perché ero costretta a farlo, ma tutto questo preferisco evitare di dirlo. Mi giro verso di lui che mi guarda sorpreso insieme all'amico — E in ogni caso ho molto da fare non posso perdere tempo" dico infine alzandomi dalla sedie posando alcuni spicci sul bancone per poi uscire da quel posto di merda.

Ferite indelebili | Deadpool Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora