Mutante

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"Nat, ma da dove mi chiami?" "La prima cabina telefonica che mi é capitata, come procede la situazione?" "Mi é stato ignettato un siero mutante" "Quindi adesso sei come quel chiacchierone?" "Già ma non si sa ancora definire questi miei poteri, son...

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"Nat, ma da dove mi chiami?" "La prima cabina telefonica che mi é capitata, come procede la situazione?" "Mi é stato ignettato un siero mutante" "Quindi adesso sei come quel chiacchierone?" "Già ma non si sa ancora definire questi miei poteri, sono starni in ogni caso a che punto sei tu?" "Ho trovato Yelena. A causa di alcune fiale é riuscita a disinnescare la sostanza che Draykow ignettò a tutte noi" "Dio sono stanca di tutte queste igniettazioni, Lei come sta?" "Se la cava"

"É mia sorella, passamela" sento dire a Yelena con il suo meraviglioso accento Russo "Fai come ti dice" incoraggio Natasha e lei mi accontenta.

"Scimmietta da quanto tempo" quel nomignolo me lo diede da piccola perché nei momenti di paura mi aggrappavo sempre a lei oppure a Nat.

"Non pensi che siamo cresciute per i soprannomi" "Nha mi divertirò sempre a chiamarti così, inoltre perché non sei qui?" "Ho dovuto scoprire alcune cose e adesso devo salvate il culo a una persona importante, sai sono sicura che a te piacerebbe" "Se non piace a Natasha sicuramente si" "Smettetela" si fa sentire la rossa.

"Io ho da fare ma voi richiamatemi appena avete aggiornamenti" ci salutiamo e stacchiamo la telefonata.

"Quindi quelle erano le tue sorelle?" mi domanda Weasel "Impiccione fatti i cazzi tuoi" gli rispondo acida per poi tornare a guardare la piantina della struttura in cui si trovava rinchiuso Wade.

"Weasel il solito grazie" mi giro di scatto e vedo Wade entrare nel locale "Stavo per venire a salvare il tuo culo, potevi aspettare almeno qualche ora giusto per poi rinfacciartelo all'infinito" "Nah mai" si avvicina a me, io metto le braccia intorno al suo collo e lui sulla mia vita dopodiché ci baciamo.

"Stai bene?" domando ancora in quella posizione "Si ma tu non sembra" indica una ferita sulla testa causata dal vetro che ho rotto poche ore fa a causa di quel dottore "Me la caverò" sorrido.

"Mi spieghi che cos'é successo?" gli chiedo, ci sediamo e inizia raccontarmi.

"Dopo averti lasciato alla villa siamo stati in missione in una casafamiglia, un ragazzino ha iniziato a dare di matto e voleva uccidere chiunque gli si trovasse davanti, così io da ottimo x-men mi sono fatto avanti e ho cercato di parlarci con tranquillità" "Wade non iniziare con le cazzate" lo avrà sparato sicuramente a vista e per questo sarà successo tutto quel macello.

"Non é una cazzata é andata davvero così, non interrompermi e fammi finire. Mentre ci parlavo ho notato alcuni segni di strangolamento sul collo così gli ho chiesto se fosse stato violentato e senza rispondermi mi ha dato la conferma, così ho sparato ad alcuni membri di quel luogo merdoso ma non so perché Colosso se l'é presa con me nonostante avessi ragione. Ha iniziato a picchiarmi per poi consegnarmi alle autorità che mi hanno messo al collo un marchingegno anti poteri ed é così che il mio cancro é tornato"

"Conclusione non posso lasciarti solo nemmeno un giorno che fai casini" "Senti non é così, ora devo continuare la mia storia silenzio — Mi posa un dito sulla bocca muovendole in modo molesto mentre io lo guardo perplessa — Io e il bambino finiamo in quel carcere sulle montagne innevate pieno di tizi come me, dopo qualche ora dal nulla arriva un altro tizio che vuole uccidere il bambino ma io coraggioso e muscoloso l'ho protetto e credo di essere anche morto nel farlo e in quel momento mi sei apparsa tu che mi ripetevi di non poter avere bambini e mi hai detto testuali parole 'I ragazzini ci danno l'occasione di diventare migliori'"

"Beh si potrebbe essere una frase detta da me anche perché é una cosa che penso, ma non credo che tu abbia bisogno di un ragazzino per essere migliore. C'é nel senso sei una magnifica persona solo che tu sei convinto del contrario. Inoltre questa tua visione é un po' contorta"

"Forse é come dici tu o forse no ma io non abbandonerò quel ragazzino, non ha avuto mai nessuno devo essere altruista" si fa improvvisamente serio "É la cosa giusta ci sto"

"Invece tu come hai passato queste ultime ore?" "Niente di speciale che ne dici di andare in un posto tranquillo per dormire ho sonno" annuisce per poi afferrarmi la mano e trascinarmi fuori al locale.

— • —

Alla fine siamo andati a casa di Al che come sempre si é resa super disponibile nell'averci con lei o meglio avrebbe preferito che Wade non ci fosse per passare una serata tra donne ma per suo immenso dispiacere non sarà così.

Mi butto su quello che é tornato ad essere il letto di Wade, poco fa ho finito di farmi la doccia e ho optato per una semplice maglietta di Wade che per fortuna prima di scappare di casa mi ha dato retta facendo un borsone pieno di cose nostre. Oltre ai vestiti ha portato anche il nostro mostriciattolo, lo appoggio sul comodino fissandolo.

"Domani penseremo a un piano, risolveremo tutto" dice circondandomi con le sue braccia mi limito a rimanere in silenzio fingendo di dormire sapendo che non potesse vendermi in quel momento.

Sono stati giorni estremamente frustanti e ne sono successe veramente troppe, a partire dal rapimento. Quello che mi é successo non lo dimenticherò mai, continuerà a lacerarmi.

Wade si alza e improvvisamente me lo ritrovo davanti, asciugo velocemente le lacrime che senza il mio permesso sono scese bagnandomi il volto.

Lui rimane davanti a me osservandomi attentamente analizzando ogni mia espressione facciale.

"Cos'é cambiato tra noi?" "Era un siero mutante.." ammetto mentre lui si blocca a sentire quelle parole per poi alzarsi di scatto andando verso la porta.

"Perché non me lo hai detto? — sembra quasi arrabbiato — Sai quanto io detesti essere così, un mutante e ora lo sei anche tu per colpa mia"

Mi posiziono davanti a lui "Non te l'ho detto per questa ragione, sapevo avresti dato di matto e non é quello di cui ho bisogno adesso"

"Dovevi dirmelo" "Dormo sul divano" cerco di allontanarmi per evitare un litigio ma lui mi afferma per il braccio cercando di farmi tornare indietro ma proprio in quel momento mi sblocca portandosi le mani alla testa, il suo volto é pieno di dolore.

Mi fiondo subito su di lui e il tutto passa é sconvolto quasi quanto me, mi allontano nuovamente subito da lui con il terrore di potergli fare nuovamente del male.

Esco dalla stanza e anche dall'appartamento sedendomi sulle panchine che si trovavano fuori l'edificio.

Ferite indelebili | Deadpool Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora