Capitolo 8: Alabama

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Asciugo le gocce di sudore dalla mia fronte
Rimanendo senza parole per qualche secondo, in piedi di fronte al tavolo.

Scorgo tra la folla, lo sguardo apprensivo di John B nascosto dietro ad una ragazza rossa.

Vorrei poterlo rassicurare, ma non riesco neanche a reggermi in piedi, le mie gambe tremano come una foglia.

"Tu ed io" la indico, tentennando

"Non è possibile, io non ricordo di te, non mi ricordo niente" spiego cercando di rientrare in possesso della mia luciditá.

Mi siedo nuovamente al tavolo, cercando di vederci chiaro in tutta questa folle situazione.
"È uno scherzo?" chiedo

"Jj, saró onesta con te" comincia prendendo nuovamente la mia mano tra le sue

"Quando tu all'etá 2 anni, giocavi sereno sulla spiaggia delle outer banks con i tuoi amichetti, io avevo 5 anni, ed ero da sola con mio padre, ad aspettare che nostra madre facesse ritorno in alabama" mi spiega, cercando di farmi capire

"Come?! cosa? no, non è possibile" continuo schiacciando le mani sulla mia faccia

In effetti, quando ero piccolo, ricordo che mia madre mi portó per un paio di volte in vacanza in Alabama, mio padre non c'era mai, era troppo impegnato a dormire sul divano di casa nostra per colpa della sbronza.

Ricordo a malapena di essere salito con lei in aereo e ricordo di come ero felice di giocare con lei, ignaro del fatto che di li a poco sarebbe sparita per sempre dalla mia vita.

"Jj" la sua voce mi riporta alla realtá.
La guardo aspettando che continui

"Tua madre.., nostra madre, tre anni prima del tuo concepimento ebbe una piccole breve storia con mio padre, durante una vacanza a Montgomery." mi descrive meglio la situazione

"Al suo ritorno a casa nelle outer banks, scoprí di essere incinta, ma non disse niente a tuo padre per paura di una sua reazione" continua guardando i miei occhi ormai sgranati

"Per tutto il periodo gestazionale si trasferí in Alabama, con mio padre" dice.

"Lasció tuo padre con la scusa di aver trovato un nuovo lavoro lí, e quando poi mi dette alla luce, mi abbandonó al mio destino, lasciandomi con mio padre per tornare dal tuo." finisce, prendendo un sorso della sua birra analcolica

Noto il rossore dei suoi occhi.

Probabilmente anche per lei non dev'essere stato facile.

Ma perchè farmi sapere tutto questo solo adesso?

"Come vi siete ritrovate?" chiedo con voce fievole
"Purtroppo al compiere dei miei 6 anni, mio padre morí di una brutta malattia." la voce le si spezza.

"Non avendo nessun'altro tutore legale, nostra madre fú obbligata ad assumere i suoi doveri genitoriali, venne chiamata dagli assistenti socialí, e cosí abbandonó te, con tuo padre." conclude.

Nella mia mente i collegamenti si fanno sempre piú chiari

Forse lei non voleva abbandonarmi.
Forse non era la stronza descritta da mio padre.

Ma che bisogno c'era di rimanere con mio padre se aveva giá una figlia?

Mio padre è un pezzo di merda, e lo odio con tutto me stesso, ma non si meritava una cosa del genere.
Essere abbandonati e traditi dalla persona che si ama, penso che sia uno dei dolori piú grandi della vita.

A quel pensiero volto istintivamente lo sguardo verso Kiara, rivolta con gli occhi al pavimento, mentre continua a fare su e giú da dietro il bancone.

"Mi dai un secondo?" dico alla ragazza, rendendomi conto di non averle neanche chiesto il nome.
"Certo, prenditi tutto il tempo che vuoi, comunque, io sono Ashley" mi risponde quasi avendomi letto nel pensiero.

#Jiara  The EndgameDove le storie prendono vita. Scoprilo ora