7. Coltre

16 1 0
                                    


Nei giorni successivi a quel mercoledì, né Eva né Lavinia si cercarono più con lo sguardo. Se capitava loro di intravedersi da lontano, semplicemente si ignoravano.
Lavinia continuò con le sue cose, vivendo la sua vita come prima di conoscere Eva.
Col passare dei giorni pensava sempre meno a lei, fino a che dopo qualche settimana si accorse di non pensarci proprio più. Sembrava l'avesse rimossa completamente. Eppure... Eppure restava un tarlo a rosicchiarle il retro della testa.
La palestra al piano terra era stata resa di nuovo agibile, così lei ed Eva non ebbero neanche più lezioni di educazione fisica insieme.
Un mercoledì, Lavinia era nello spogliatoio a cambiarsi con le sue compagne.
Gli argomenti erano i soliti: ragazzi, serie tv, musica, professori, quando ad un tratto una di loro esordì: «Oh raga ma ve la ricordate Adama? Meno male che non c'è più! Che schifo spogliarsi con quella che ti guarda!»
Si levò un coro di risatine.
«Quella lì per me è lesbica!».
«Ebbeh grazie!».
«No guarda quella lì per me è un uomo!».
«Ahahahahahah!».
Ridevano tutte, o quasi tutte.
«Sentite, e poi non è che...»
«Adesso basta», la interruppe Lavinia, con una serietà da far tagliare le pietre.
«Cosa Lav?»
«Avete rotto. Smettetela di parlare di lei».
Nello spogliatoio si levò un silenzio imbarazzato. Nessuna di loro era abituata a sentirla parlare così o a vederla in quello stato. Di solito era sempre calma e sorridente.
«...Ma perché Lav» osò dire la Cate «Non è che per caso ti ha fatto qualcosa...?
Gli occhi di Lavinia fiammeggiarono.
«Non insinuare cose sul conto di qualcuno di cui non sai nulla. Non avete altro di cui parlare che non sia prendere in giro una persona che nemmeno conoscete?»
Fulminò tutte con lo sguardo, dopodiché uscì dallo spogliatoio chiudendo bruscamente la porta.

***


Era sabato sera, e Lavinia era fuori in pizzeria con la sua famiglia e quella di Matteo.
Festeggiavano il compleanno di Federica, la cugina di Lavinia, che era anche la fidanzata di Matteo.
«Tremila ore per decidere la pizza e poi prendi sempre la capricciosa!»
«Ma non è vero! E non rompete!».
Tutti risero.
Era sempre la solita storia, Lavinia ci metteva un sacco a decidere, e gli altri la prendevano bonariamente in giro.
Lavinia appariva allegra e scherzosa come al solito, amava stare con la sua famiglia e con quella di Matteo, e nonostante fosse felice della serata e ben presente al momento, aveva sempre quel piccolo tarlo in fondo alla mente, che ogni tanto rosicchiava.
«Una capricciosa e una cola zero!» annunciò trionfante alla cameriera.
Dalla tavolata si levò un «Heeeeeh!!!» e tutti esultarono, mentre Lavinia faceva finta di offendersi e di mettere il broncio.
Ben presto le pizze arrivarono e cominciarono a mangiare, mentre al tavolo si chiacchierava e si scherzava.
Dopo aver quasi finito la sua pizza, Federica si alzò per andare a fumare, e allora Lavinia scattò su:
«Mammmma, mi presti la tua sigaretta elettronica? Voglio uscire anch'io a fumare con Fede!»
La mamma la guardò di traverso.
«Ma perché, non puoi accompagnarla senza fumare?»
Scosse la testa, e poi senza aspettare una risposta tirò fuori dalla borsetta la sua iqos e la porse alla figlia.
«Vuoi venire anche tu, Matte?» chiese Federica.
«Naah, andate tra. Intanto io ti mangio i cornicioni che hai avanzato».
«No ma lasciali ché li voglio io!»
«Seeehh, ogni volta dici così e poi rimane tutto nel piatto».
«Ma che c'entra, mica sono alta sei metri come te, io ho lo stomaco più piccolo!»
«Vai, vai. Ogni scusa e buona».
Federica gli fece una linguaccia, e poi prendendo per mano la cugina uscirono fuori nell'aria fredda di inizio febbraio.
Federica si accese la sigaretta, mentre Lavinia cercava di fumare la iqos.
«Madonna se fa freddo stasera!» disse Federica, stringendosi nel giubbotto.
Aveva lunghi capelli marroni e ondulati, e un fisico dalle forme più rotonde rispetto alla cugina. Portava dei grossi occhiali da vista con la montatura squadrata e indossava un berretto nero. Del resto le piaceva vestirsi con colori scuri, al contrario della cugina.
«Fede, ti posso parlare?» chiese Lavinia.
«Dica».
«Boh... È successa una cosa».
«E cosa?»
«Con una ragazza, non so...»
Lavinia si rabbuiò, mentre Federica soffiava via il fumo della sigaretta.
Federica era più grande di Lavinia di cinque anni. Era una persona estremamente terra terra e pragmatica, e dotata di una buona intelligenza intuitiva. Era difficile sconvolgerla.
«Ho bisogno di confidarmi», le disse Lavinia, «Ma non so con chi farlo. Nessuno mi sembra appropriato».
«Hai provato su internet?» chiese Federica.
«Sì... Cioè no... Ho cercato qualcosa. Ma...»
Federica soffiò via il fumo per l'ultima volta e spense la sigaretta.
«Senti Lavi, ti va se ne parliamo dopo cena? Magari andiamo a fare un giro in macchina solo noi tre e lasciamo che i vecchi vadano a casa da soli».
Lavinia fu contenta per quell'invito, ma dubitava che sarebbe riuscita ad aprirsi come avrebbe voluto. O meglio, in realtà non avrebbe voluto aprirsi affatto. Ma aveva bisogno di trovare una soluzione a quel tarlo che la mordicchiava e che più cercava di scacciare più diventava grosso.
Rientrarono nel ristorante, finirono di mangiare e poi le luci in sala si abbassarono ed entrò una bellissima torta addobbata con dei mini razzi che sparavano scintille. Applaudirono tutti Federica, che si esibiva in inchini scherzosi ed esagerati nelle movenze.
Una volta fuori dal locale, Lavinia si separò dai genitori ed entrò nell'auto di Federica assieme a Matteo, sedendosi sul sedile posteriore. Presero a girare in auto parlottando di musica e di serie tv, poi Matteo provò a sondare il terreno, chiedendo a Lavinia se fosse successo qualcosa. Si voltò sorpreso verso di lei, quando la sentì scoppiare a piangere all'improvviso.
Non ne poteva più, era felice di far finalmente scendere quelle lacrime.
«Lav, che dici, mettiamo su un po' di musica e facciamo il giro lungo per ritornare a casa?» le chiese Federica, e Lavinia annuì, asciugandosi il naso con un fazzolettino.
Federica le fece un sorriso dolce dallo specchietto retrovisore, e mise su una playlist di canzoni pop italiane.
Lavinia lasciò che le lacrime sgorgassero in silenzio scivolandole lungo le guance, mentre la macchina si inoltrava nella sera.
Matteo decise di non fare altre domande, aveva paura di forzarla e lei non sembrava pronta a confidarsi.
La musica riempiva l'abitacolo, e Lavinia pianse e pianse, e più piangeva più si liberava da quella nebbia che l'aveva tenuta avvolta in quelle ultime settimane.
Tornava a sentire, e a sentire forte. Ed era troppo.

LaviniaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora