Quella sera non aveva chiuso occhio, sentiva di essersi trovato in mezzo a qualcosa di parecchio brutto, qualcosa che non sarebbe riuscito a scrollarsi di dosso.
I suoi compagni lo guardavano con sospetto, era turbato e il suo volto non lo nascondeva.
Teneva lo sguardo basso, fisso su qualunque cosa lo aiutasse a distogliere la sua attenzione dall'uomo che temeva lo avrebbe perseguitato.
Stette alla larga da Brad, né tantomeno ricambiava i suoi sorrisetti, che adesso non gli donavano più serenità.
Non si sentiva tranquillo, desiderava soltanto starsene in solitudine, lontano da quei ricatti, da quella prepotenza, da tutto quello schifo.
Eppure quel mondo sembrava volerglisi stringere addosso, come se volesse prenderne le misure, per ricamarne un abito per vestirlo di criminalità.
Voleva inglobarlo, ci era finito dentro e pareva che una forza oscura e a lui sconosciuta volesse che ne facesse parte per sempre.
Cosa c'entrava con quella gente, si chiedeva, cosa c'entrava con quei farabutti.
Per quanto gli riguardava non aveva nulla a che vedere con loro, né tantomeno lo voleva.
Ma sapeva che rimetterci la pelle era peggio che tentare di ripagare il debito e liberarsene per sempre.
Eppure la sua mente continuava ad assillarlo, non si fidava per niente di Louis, temeva volesse fregarlo.
Non sentiva certo di avere alcun debito con lui, ma sapeva che lì dentro non fosse la giustizia a dettare le regole, perciò perché avrebbe dovuto ricorrere a lei?
Decise che avrebbe trovato le sue risposte chiedendo alle uniche persone in cui riponeva la propria fiducia, nonostante l'avesse messa in discussione ultimamente, ma solo perché influenzato dalla colpa di cui erano stati macchiati.
Sorprendentemente non li trovò insieme, gli venne detto che Liam era a un incontro con gli narcotici anonimi.
Pensò che il suo tentare di uscirne, nonostante la condanna, fosse un gesto nobile, o forse l'astinenza lo aveva costretto a rassegnarsi.
Fu, però, la posizione di Niall a stupirlo, era in biblioteca, nascosto in una delle sezioni più solitarie.
Aveva fra le mani un volume di teologia, eppure non avrebbe mai detto che fosse religioso.
«Non sapevo avessi fede» notò sorridendogli, e l'altro si risvegliò dai suoi pensieri e ripose il libro sullo scaffale.
«Non ne ho mai avuta, ma da quando sono qui ho riposto tanta fiducia nella fede, mia nonna non faceva che ripetermi che in essa avrei trovato conforto» raccontò con un briciolo di malinconia sulle labbra.
«Quindi stai cercando d'importi un credo? Presto ti sentirò recitare le preghiere prima di andare a dormire?» tentò di sdrammatizzare, smorzando un sorriso all'altro.
«Assolutamente no, Liam mi smolecolerebbe a calci!»
Si sedette su una delle poltrone, cominciò a giocherellare con le sue dita, e ridacchiò, probabilmente qualcosa gli era sovvenuto in mente.
«E comunque, forse mi impongo di credere a ciò che dice mia nonna perché mi spaventa l'idea di essere solo» confessò.
Dietro la corazza fatta di risate, scherzi e burle varie, c'era pur sempre il ragazzo che doveva prendersi cura di sua madre malata tutto solo.
Non aveva il coraggio di approfondire i loro passati, se li immaginava cupi, seppur pieni di eventi che avevano lasciato delle cicatrici.
Per la prima volta si era messo a nudo, e il riccio captò quanto gli risultasse complicato.
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Trapped || Larry stylinson
FanfictionHarry ha solo ventun anni quando viene accusato ingiustamente per possesso di droga e spaccio, tutto a causa di un malinteso col suo compagno di stanza all'università. In tribunale non riuscirà a difendersi, ma il destino vuole che in carcere faccia...