Take care of yourself, alright?

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Qualche ora prima il riccio aveva lo sguardo fisso verso la tapparella, ma era ancora tutto buio.

A volte, da quando la sua vita era stata stravolta, gli succedeva di svegliarsi troppo presto, quando ancora tutto tace ed è possibile fare caso ad alcuni suoni e rumori che durante la giornata passano inosservati.

Colpa dei pensieri, forse.

Il suo respiro era la prima cosa che avesse sentito, seguito poi dal frastuono delle macchine e dei furgoni, diretti verso chissà quale meta.

I cani dei vicini abbaiavano anche per il nulla, persino loro dovevano essere degli attenti ascoltatori del silenzio.

Da allora gli capitava spesso di prestare attenzione al rumore, specialmente quando restava solo con i propri pensieri.

Insomma, ne aveva inventate di diverse pur di non ascoltare la sua testa.

I primi raggi di sole cominciarono a filtrare tra le piccole fessure della tapparella, disegnando nella parete una sottile striscia di luce, come per delinearne il perimetro.

Il sole abbracciò pian piano la stanza, e poco dopo la luce già piombava violentemente sui loro volti attraverso la saracinesca, ma la cosa sembrava non infastidire l'ancora dormiente Louis.

Contrariamente, Harry era già sveglio, e non vedeva l'ora di essere in piedi, se non fosse che non si sarebbe mai permesso di lasciare che Louis si svegliasse da solo.

Si era ormai abituato all'idea che al mattino non fosse la sua sveglia, da universitario, a suonare.

Cominciò a pensare che avesse un rumore così freddo, arrivando dunque a preferire un risveglio come quello di adesso: i loro battiti, che hanno l'aria di essersi sincronizzati, che finalmente riescono a farsi sentire.

Potrebbe anche buttarla, la sveglia, ma al cuore invece teneva, nonostante si impedisse di usarlo.

Louis, però, gli aveva detto che non vedevsbl'ora di vederlo libero, quindi alla lista avrebbe aggiunto anche "rimuovere le catene attorcigliate attorno al cuore".

Chi lo sa, magari un americano gli avrebbe rubato il cuore.

Anche se l'idea di dover nascondere o inventare le proprie origini non lo allettava parecchio, ma ci avrebbe lavorato sù.

Il filo di luce dava una bella atmosfera alla stanza.

Filtrava lieve dalla finestra, lasciata accostata, e lui si divertiva ad osservarlo, rannicchiato sotto le coperte, come un bambino che fa i dispetti al sole, perché lui è costretto ad alzarsi, mentre lui può restare lì ancora un po', nonostante il suo richiamo.

Il mattino senza sveglia aveva un altro sapore, i tempi si rallentavano e questo non gli dispiaceva.

Si mise a sedere sul letto, ancora a piedi nudi e gli stessi indumenti della sera precedente.

Buttò ancora un occhio su Louis.

Lo scrutava, osservava come i raggi del sole si riflettessero sui suoi lembi di pelle, e si chiedeva che luce avrebbero dato ai suoi meravigliosi occhi.

Pensò che i suoi pensieri fossero fin troppo smielati e che dovesse riacquisire decisamente un po' di contegno.

Doveva averlo sentito muoversi e scostarsi, perché cominciò a mugugnare e muovere la mano lungo la porzione di materasso precedentemente occupata dal corpo del riccio.

Porto la mano alla sua fronte e scostò i ciuffi della frangia che gli ricadevano sugli occhi, invitandolo dunque ad aprirli.

Gli ricordava un riccio, ma toccarlo non sarebbe mai stato doloroso.

Trapped || Larry stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora