Long dirty road

33 5 20
                                    

Harry venne risvegliato dal frastuono dell'autostrada, con i clacson strombazzavano incessantemente, per non parlare degli starnazzanti camionisti.

Era esausti di percorrere continuamente le stesse lunghe e tortuose strade, avanti e dietro, senza mai trovare conforto in uno dei tanti letti in cui riposavano.

Il suo complice stava osservando l'esterno da un piccolo spioncino, probabilmente si annoiava tanto quanto lui.

Louis sussultò non appena si accorse di avere quegli occhi glauchi puntati su di sé.

«Sei sveglio»
«Già...»

L'imbarazzo era più che evidente, non avevano chissà che di cui parlare, e la mente del riccio era indirizzata altrove.

Aveva tante domande da porgli, ma non era sicuro di voler sapere le risposte, a partire dal come avrebbero sorvolato un oceano.

La testa vagava inesorabilmente verso gli scenari più bizzarri, dal fingersi morti e farsi trasportare in delle bare al camuffarsi da membri della marina militare, la meno tragica delle possibilità.

Aveva però come la sensazione che Louis fosse disposto a qualsiasi cosa, anche a nuotare fin lì.

Aveva questa strana concezione di lui, lo vedeva come uno di quei banditi che non sa stare senza cacciarsi nei guai, e allora gioca a fare dentro e fuori dal carcere.

Era stata la sua prima e unica condanna questa? Ci era già passato?

Magari sulle sue spalle gravavano secoli di criminalità, e adesso lui si limitava a rispettare una tradizione di famiglia.

«Perché mi guardi in quel modo?» domandò stranito l'altro con la sua perenne espressione corrucciata.

Harry alzò le spalle, chiedere a qualcuno se avesse una specie di gene dell'illegalità era un insulto alla sua intelligenza.

Tornò a osservarlo solo quando l'altro smise di prestargli attenzione, sembrava star guardando ossessivamente fuori in attesa di qualcosa.

C'era un qualcosa che lo teneva incollato al suo volto, o meglio dire all'espressione che aveva avuto dalla fuga fino a quel momento.

Se prima nei suoi occhi riusciva e intravedere quello schizzo di follia sanguinaria, adesso non faceva che leggergli una certa angoscia.

La quale, dato il loro gesto, doveva esser naturale, ma aveva come il presentimento che lui non fosse angosciato per lo stesso motivo.

Sembrava impaziente e impaurito allo stesso tempo per qualcosa che lo attendeva dopo, si chiedeva se non avesse venduto l'anima al diavolo in cambio della sua libertà.

Però, lo aveva trascinato con sé, quindi, a meno che il demonio fosse un ingordo, non avrebbe trovato nessun aspira anime ad attenderli.

Era come se avesse indossato per molto tempo una maschera, e adesso si era permesso di toglierla.

Che poi cosa doveva farci a New York? Che avesse qualcuno lì ad attenderlo? Un amore segreto, nonché sua complice, che era riuscita già a fuggire?

Quel pensiero d'improvviso lo fece rabbrividire, perché se davvero c'era qualcuno ad attenderlo, non avrebbe esitato a lasciarlo a sé stesso.

Harry non aveva di certo alcuna intenzione di vagare per le strade di quell'enorme metropoli vestito di stracci, facendo le elemosina con il rischio di venire ammazzato ogni sera.

Con tale pretesto, forse avrebbe fatto prima, e meglio, a consegnarsi alla legge.

Ma il pensiero di un inasprimento della pena fece sì che quei pensieri si diradassero come nuvole dopo la pioggia.

Trapped || Larry stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora