Trip down memory lane

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Harry strinse forte al petto il capiente blocco di metallo, dal contenuto assai pesante.

Il peso di quei quaderni, però, non rifletteva quello dei taglienti pensieri che negli anni Louis ha buttato giù fra quelle pagine.

Si ritirò nel torpore della sua camera, per la prima volta chiudendola a chiave, per evitare eventuali interruzioni e dunque la scoperta di quel pericoloso materiale, che probabilmente da tempo marciva in cantina.

Sollevò con delicatezza il coperchio, scoprendone il contenuto:

I quaderni erano riposti in ordine temporale, lo capì dalla condizione delle copertine e dalle insistenti macchie su di essi, che diminuivano gradualmente.

Li poggiò sulle lenzuola, scoprendo sul fondo diversi oggetti:

Un mucchio di paia di chiavi, probabilmente appartenenti a case sempre diverse, i braccialetti identificativi neonatali di tutte le sue sorelle e lui compreso, ma ciò che gli saltò all'occhio fu un disegno.

Una tavolozza realizzata con pastelli a cera, colori accesi e dal tratto discontinuo, sparsi ovunque senza limiti.

Al centro, un bambino si si aggrappava alla gonna della mamma, che a sua volta gli cingeva le spalle.

Di fianco al piccolo, una sagoma del tutto grigia e senza alcun connotato.

Doveva trattarsi di un uomo, date le possenti spalle, il busto largo e i fianchi spigolosi.

Erano l'unico a distanziarsi dal quadretto familiare, l'unico che non osava toccare madre e figlio.

Suo padre si estraniava a lui come si estraniava alla sua famiglia, e nonostante ciò lui lo includeva nel suo infantile disegno.

Se avesse potuto dare un nome all'opera, l'avrebbe chiamata "rifiuto".

Focalizzò finalmente la sua intenzione sui diversi manoscritti, e come anticipato da Louis, a piccole annotazioni seguivano pagine ricche di straziante contenuto.

La data di inizio, risaliva al settimo anno di vita di Louis.

"La maestra ha detto alla mamma che ho ancora qualche difficoltà con la scrittura in corsivo, quindi ho dil dovere di scrivere ogni giorno almeno cinque righe."

"Mi frullano troppe parole per la testa, così tante che quando mi ritrovo a scriverle finisco per avere dolore alla mano. Ma stanno succedendo troppe cose, e siccome mamma non mi lascia giocare con la sua fotocamera le voglio immortalare scrivendo."

"Oggi, una volta uscito da scuola, la mamma mi ha detto che presto conoscerò una persona. Credo abbia un fidanzatino, quando mi mette a letto corre al telefono e passa molto tempo con la cornetta attaccata al telefono. Io sono furbo, fingo di addormentarmi e ascolto la telefonata, mi piace sentirla ridere, ma nessuno la fa ridere quanto me."

"Mamma oggi mi ha presentato Mark, il suo fidanzato. Era davvero buffo, faceva battute di continuo e aveva i capelli più lunghi rispetto agli altri uomini. Adesso capisco perché alla mamma piace parlare con lui. Mi ha promesso che mi porterà a giocare a calcio un giorno di questi, è gentile da parte sua."

"Mark ha mantenuto davvero la promessa, è riuscito perfino a coinvolgere la mamma, è stata una giornata fantastica! L'ho sentito dire che gli piacerebbe tanto diventare papà, che strana coincidenza, io invece vorrei tanto un papà"

"Ci siamo finalmente trasferiti a casa di Mark, anche se lui mi continua a ripetere che è casa di tutti noi. Sono sollevato, non ne potevo più di tutti quegli scatoloni!"

"Ho un papà! Ho un papà! Adesso ho persino il cognome di papà Mark. Spero che l'altro papà non si offenda, però lui è sempre lontano..."

"Mamma mi ha detto che avrò un fratellino o sorellina, che è incinta da qualche mese e che quindi aspettano il bambino che hanno sempre voluto. Spero che non si dimentichino di me."

Trapped || Larry stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora