Nota autrice
Penso che questo sia uno dei capitoli più complicati che mi sia trovata a scrivere, e credo di non avergli reso neanche così tanta giustizia, mi scuso già con la me del futuro che rileggerà queste righe e desidererà tirarsi un ceffone da sola.
Per il resto, buona lettura :)La permanenza durò più di quanto avesse progettato.
I soldi non arrivavano, e temeva che non sarebbero mai arrivati, o che avesse messo nei guai la sua stessa famiglia con questa impresa e tentativo folle.
Quando i dubbi l'assalivano valutava l'idea di costituirsi, ma ciò voleva dire tradire Louis, perché avrebbero fatto di tutto per estorcergli delle informazioni, e avrebbero ricostruito il loro percorso, incastrando persino Oli.
Era passato spesso a trovarli, lui e gli altri due complici sembravano riunirsi attorno a una tavola rotonda, discutendo per ore e ore mentre lui teneva occupati i bambini.
Era curioso di sapere quali fossero i loro piani, perché Louis sparisse ogni mattina per fare ritorno giusto in tempo per andare a prendere le ragazze a scuola con assoluta cautela.
Non era semplice, ma era evidente che tentasse di ricostruire, per loro e per sé stesso, una famiglia del tutto ordinaria.
Ultimamente avevano parlato tanto, non si erano più cimentati in conversazioni profonde, ma era divertente raccontarsi attraverso piccole azioni.
Che fosse lavare i piatti, cucinare, portare a spasso il cane, qualsiasi cosa che gli permettesse di stare un po' assieme andava bene.
«Smettila di leccarmi il viso, Clifford!» lo rimproverò il riccio «Fastidioso di un cane» si lamentò asciugandosi la puzzolente saliva dal viso.
«Fammi capire, lo lodi dalla mattina alla sera per la sua bellezza e poi fai fatica a giocarci?» lo derise Louis.
«Questo cane è inverosimilmente la tua copia»
«Solare e dotatissimo?»
«Vorrai dire scapestrato e pigro!»La cosa che apprezzava di più di lui era il suo senso dell'umorismo, per non parlare del fatto che non si prendesse molto seriamente.
Louis era spontaneo, e persino in ogni strafottenza riusciva a risplendere.
Gli sembrò capace di portare la luce del sole ovunque, tutti erano sollevati che fosse lì.
Che fosse per farsi una risata, avere un po' di sostegno, persino piangere sulla sua spalla come spesso aveva visto fare a Lottie.
I due avevano un rapporto speciale, forse perché lei è stata l'unica a poterci essere stata in quei momenti.
Entrambi, a malincuore, erano dovuti crescere prima degli altri, regalando alle altre la possibilità di godersi l'infantilità dei loro anni.
Era molto protettivo nei confronti delle gemelle, e molto apprensivo in quelli dei gemelli, ma ciò che saltava all'occhio era la preoccupazione costante per Félicité.
Notò col tempo che la ragazza passasse molto tempo fuori casa, e che la cosa a lui non andasse per niente a genio, tanto da aspettarla sveglio fino a tardi.
Rincasava il più tardi possibile, ma era chiaro che il problema non fosse lo stare a casa, anzi, quello le dava gioia.
Il vero motivo era che la ragazza avesse bisogno di staccare costantemente, come se avesse bisogno di isolarsi in una bolla per permettersi di essere di nuovo serena.
Era notte fonda quando la situazione precipitò.
Dovevano essere più o meno le quattro, e Harry sentii le grida provenire dal piano di sotto rimbombare per tutta la casa.
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Trapped || Larry stylinson
FanfictionHarry ha solo ventun anni quando viene accusato ingiustamente per possesso di droga e spaccio, tutto a causa di un malinteso col suo compagno di stanza all'università. In tribunale non riuscirà a difendersi, ma il destino vuole che in carcere faccia...