I'm in love with him

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Avrebbe dormito lì fuori al freddo, proprio sulle gelide mattonelle del portico, se solo il suo corpo glielo avesse concesso.

Assolto dai pensieri dimenticava persino di sbattere le palpebre, cosa non d'aiuto ai suoi occhi già ben umidi.

Non riusciva a riassemblare i pezzi, quel mosaico era composto da tasselli così diversi tra loro che diveniva impossibile trarne la minima somiglianza.

Era solitudine? Era gratitudine? Era amore?

Non aveva nulla a cui a grapparsi, i frammenti dei ricordi erano fragili e fuggevoli, la gioia nel rievocarli effimera.

Si ripeteva di non temere, che Louis sarebbe tornato anche solo per dargli il denaro che gli aspettava e precise istruzione su come muoversi.

Ma i giorni passavano e il silenzio si faceva più insistente, e paradossalmente gli rimbombava nelle orecchie.

Gli rimbombava come se il dolore equivalesse al tichettio fastidioso di un pendolo, con l'ora che era pronta a scoccare una volta che il declino sarebbe giunto al termine.

Era consapevole che se ne sarebbe potuto andare, ormai aveva ciò di cui aveva bisogno per riacquistare della libertà.

Eppure non li faceva.

Anzi, si raggomitolava fra le lenzuola che avevano ancora l'odore di Louis, impedendo a chiunque di passare troppo tempo in quella stanza, per timore che si dissolvesse.

Chiudeva la stanza a chiave, sia quando era al suo interno, sia quando si degnava di abbandonarla.

Quella mattina non aveva la solita discreta fame che si sarebbe potuta soddisfare in seguito.

Quindi, data l'esigenza, fu costretto a raggiungere il salone a un orario consono e che presto sarebbe diventato affollato.

Zayn fischiettava, aveva messo sù il tè e riempito la tavola di prelibatezze varie, dal dolce al salato.

Aveva ormai capito quanto adorasse prendersi cura di quelle ragazze, ma il suo narcisismo gli impediva di comprendere come potesse rinunciare un po' a sé stesso per fare un favore a un amico, assumendosi delle responsabilità che non aveva.

«Ben svegliato dormiglione» lo salutò una volta essersi girato.

Harry si limitò a un cenno del capo, e si accomodò di fronte al moro che già intingeva i biscotti nel tè.

«Ho delle buone notizie per te, Oli ti ha trovato una casa, e qui ho la carta su cui sono accreditati tutti i tuoi soldi. Cavolo, ragazzo, una bella fortuna!»

Quella sarebbe rientrata nella storia come la più entusiasmante, e probabilmente lunga, conversazione avvenuta tra i due.

L'astio pareva essere svanito, come una nuvola grossa e grigia che infestava il cielo da giorni, facendo credere a tutti che non avesse intenzione di dissiparsi, ma che alla fine era solo di passaggio.

Era consapevole che avrebbe rovinato il suo buon umore, ma tutto quel venire travolto da situazioni assurde lo aveva reso incapace di resistere alla tentazione di scoprire.

«Ti sta bene restare qui a prenderti cura delle ragazze piuttosto che pensare al tuo futuro?»

Zayn sussultò, cominciando a tossire a causa di un biscotto andato di traverso.

Harry aveva decisamente bisogno di lavorare sulla propria impulsività.

«Certo che mi sta bene!» farfugliò ingurgitando fino agli ultimi residui di tè «Non c'è mica qualcuno che mi obbliga» chiarì.

Trapped || Larry stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora