Capitolo 24

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Vicoli ciechi:

Sapete, questo mio enorme dubbio sul mostrare le mie creazioni al pubblico purtroppo non è stato deciso da me.
Una classica mattinata scolastica di gennaio si stava svolgendo con la solita monotonia, la professoressa stava interrogando ed io perso nei miei pensieri cominciai ad a pensare a come mettere a posto le cose con Lei.
Continuando a pensarci cominciai a scrivere su un pezzo di carta tutto ciò che pensavo su come si fossero concluse le cose tra di noi, scrissi anche una poesia su di Lei in quel momento.
Ovviamente la mia idea era quella di non consegnarle mai quel messaggio perché avrebbe potuto peggiorare solo ulteriormente la situazione.
Il giorno successivo decisi di portarmi a scuola il mio libro di appunti con tutti gli scarabocchi sulle poesie e su un possibile libro, la prof si accorse che avevo perso la concentrazione e decide di chiamarmi alla lavagna, inizio così la mia interrogazione di matematica.
Nel bel mezzo della mia crisi sullo studio di una funzione mi accorsi che il mio quaderno era rimasto incustodito, lì scrivevo tutto quello che mi passava per la testa, comprese le bozze delle poesie dedicate a Lei
Un mio compagno di classe, Aryan lo prese e cominciò a leggerne il contenuto.
Lui è sempre stato un coglione, uno di quei ragazzi che vuole sempre stare al centro dell'attenzione, con lui ho già avuto altri screzi in passato, ma nulla di effettivamente rilevante.
Cominciai a fargli dei segni dalla cattedra di smetterla, la prof così vide le mie gesta e comincio a pensare che stessi cercando di farmi suggerire da lui.
Ci mise a entrambi un 4, cominciai a scaldarmi per la situazione, perché io ho sempre studiato per voti alti e quel voto poteva compromettere interamente il mio quadrimestre, ma alla prof delle mie proteste non interessò e quando la conversazione con Aryan si fece più accesa lei decise di cacciarci entrambi in un altra stanza per risolvere la cosa.

I miei appunti vennero presi dalla prof che li mise sulla cattedra, ma io non potevo più rientrare in quell'aula.
Cominciai a discutere con Aryan, ma alla fine gli chiesi una mano per sistemare la situazione, sperando che potessero sorgere in lui una parte razionale.
Si rese conto di quanto potesse contare per me il recupero di quel quadernino e decise di aiutarmi.
Noi nella nostra scuola abbiamo un'aula per ogni materia e ormai matematica non l'avremmo avuta fino al lunedì successivo, non potevo rischiare che qualche altra persone arrivasse al quaderno prima di me.
La piccola parte del cervello che funzionava del mio compagno di classe escogitó un piano:
"tu vai dalla prof a scusarti, fai in modo che esca dall'aula professori e io prendo le chiavi dell'aula"
"Si, ma se nell'aula professori ce ne fossero altri? Come pensi di cavartela?"
"Stai tranquillo, ho causato io questo problema e voglio risolvertelo"
Per la prima volta vidi quello che ho sempre visto un insieme di egocentricita una persona che in realtà ha anche qualcosa da dare agli altri, ne sono ancora molto grato del tuo tentativo di riprendere il libro.
Aryan, determinato a recuperare il mio quaderno, pianificò ogni mossa con la furtività di un ladro in missione.
Il suo primo obiettivo era ottenere le chiavi per aprire la porta dell'aula professori.
Con abilità e discrezione, Aryan si avvicinò a un insegnante distratto che stava correggendo compiti.
"Mi sono chiuso fuori dalla classe.
Potresti darmi una mano?"
chiese, cercando di non destare sospetti.

L'insegnante, senza sospettare delle sue vere intenzioni, lo aiutò ad aprire la porta della classe.
Tuttavia, l'aula professori rimaneva ancora inaccessibile.
Aryan, al di fuori dello sguardo dell'insegnante, cercò un'opportunità alternativa.
Il suo sguardo scrutò attentamente l'ambiente, alla ricerca di un modo per accedere all'aula professori.
Decise di sfruttare un momento di distrazione dell'insegnante e si infilò nella stanza senza essere notato.
Una volta all'interno, Aryan cercò freneticamente il mio quaderno tra gli scaffali.
Il tempo stringeva, e la sua tensione cresceva mentre controllava ogni angolo dell'aula. Tuttavia, il quaderno sembrava scomparso nel nulla.
Con un senso di delusione, Aryan decise di uscire dall'aula professori prima di essere scoperto.
Almeno questa volta evitò di rimanere intrappolato in qualche casino dei suoi.
La giornata frenetica di Aryan continuava con altri tentativi.
Sebbene mostrasse determinazione, la sfortuna sembrava essere dalla parte del mio quaderno nascosto.
Aryan, dopo una serie di tentativi frenetici, venne da me con un'espressione di sconfitta dipinta sul viso.
Mi comunicò con un tono serio,
"Mi dispiace, non sono riuscito a recuperare il quaderno.
Era come se fosse svanito nel nulla."
La delusione pesava nell'aria, e il mistero del destino del mio quaderno aggiungeva un'atmosfera di incertezza.
Nonostante gli sforzi di Aryan, la sua fatica sembrava vanificata di fronte a questo enigma.
Nel momento in cui mi rivelò il suo insuccesso, l'ombra di una preoccupazione si posò sul mio volto.

Tuttavia, Aryan, pur provando una leggera frustrazione, decise di non mollare.
"Forse ci riproverò domani.
Dobbiamo solo aspettare il momento giusto."
Quell'area di mistero e incertezza persisteva, avvolgendo il destino del mio quaderno in un velo di suspense.
La giornata frenetica di Aryan, i tentativi falliti, e la scomparsa del mio prezioso quaderno creavano una trama intricata e carica di suspense.

La Dura Legge di LeiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora