Capitolo 6

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Passi verso il futuro:

L'incontro con la casa editrice si rivelò un'esperienza sorprendente.
Mi trovai di fronte a professionisti entusiasti, che sembravano aver colto l'essenza delle mie poesie in modi che non avrei mai immaginato.
Il loro interesse non era solo superficiale; c'era una genuina volontà di collaborare, di dare voce a quelle parole che avevo scritto in silenzio, quasi in segreto.
Durante la riunione, mi presentarono un'offerta preliminare, un contratto che avrebbero finalizzato nei giorni successivi.
Ero incredulo, ma allo stesso tempo eccitato.
Quel sogno che avevo sempre tenuto nascosto stava per diventare realtà.

Tuttavia, mentre la conversazione si spostava sui dettagli pratici, il mio pensiero continuava a tornare a lei, ad Agnese.
Era lei la ragione per cui mi trovavo in quella stanza, la persona che aveva creduto in me più di quanto io avessi mai fatto.
Non potevo ignorare il fatto che le dovevo una spiegazione, una riconciliazione.
Ma come avrei potuto affrontarla dopo tutto quello che era successo?

Dopo l'incontro, mentre camminavo verso casa, mi resi conto che dovevo parlare con Agnese.
Le dovevo delle scuse, ma soprattutto dovevo ringraziarla.
Così, con il cuore che batteva forte, decisi di chiamarla.
Il telefono squillò due volte, poi sentii la sua voce, sorpresa ma non ostile.

"Ciao... che c'è?" rispose, e potevo immaginare il suo sguardo incuriosito.

"Ciao Agnese," dissi, cercando di mantenere la calma.
"Volevo ringraziarti per quello che hai fatto.
Per le poesie... per averle inviate alla casa editrice."

Ci fu un attimo di silenzio dall'altra parte, come se non sapesse cosa rispondere.
Poi la sua voce arrivò più morbida, quasi esitante.
"Non devi ringraziarmi.
Ho solo fatto quello che pensavo fosse giusto.
Le tue poesie meritano di essere lette."

Mi sentii sciogliere un po'.
"Sì, ma io... io non l'ho capito subito.
Anzi, mi sono arrabbiato, ho dubitato di te, e mi dispiace."

Agnese sospirò, e c'era una nota di stanchezza nella sua voce quando rispose: "Non è stato facile per me fare tutto questo.
Pensavo che ti avrebbe fatto piacere, ma poi, vedendoti arrabbiato, ho iniziato a dubitare di aver fatto la cosa giusta."

Sentii il rimorso crescere dentro di me.
"Lo capisco ora.
È solo che... mi sono sentito escluso, confuso.
Ma non avrei dovuto reagire così."

Lei non rispose subito.
Quando lo fece, la sua voce era più ferma, ma ancora incerta.
"Forse abbiamo sbagliato entrambi.
Io avrei dovuto parlartene prima, invece di agire da sola."

Rimasi in silenzio, pensando a quanto fosse vero ciò che diceva.
"Sì, forse è così.
Ma adesso vorrei sistemare le cose.
Posso vederti?
Vorrei parlarti di persona, chiarire tutto."

Ci fu un lungo silenzio dall'altra parte del telefono.
Potevo sentire Agnese riflettere sulle mie parole.
La tensione mi stringeva il petto, temendo che potesse rifiutare.

"Non lo so," rispose finalmente, la sua voce incerta.
"Non so se sia il momento giusto, e poi... ci sono ancora molte cose che non riesco a capire."
"Ti prego, Agnese," dissi, con una nota di disperazione che non riuscii a nascondere. "So che ho sbagliato, e forse anche tu. Ma non possiamo lasciare tutto così.
Non dobbiamo risolvere tutto in un incontro, ma almeno parlare.
Per favore, dammi questa possibilità."

Ci fu un altro momento di esitazione, ma alla fine la sentii cedere.
"Va bene.
Possiamo vederci domani pomeriggio, al parco vicino a scuola."
"Grazie," dissi con sollievo.
"Ci vediamo lì."

Il giorno dopo, mi presentai al parco con un misto di speranza e ansia.
Avevo passato la notte sveglio, immaginando e temendo quel momento.
Non avevo preparato un discorso, sapevo solo che dovevo essere sincero.
Quando la vidi seduta su una panchina, il cuore mi balzò in gola.
Agnese era avvolta in un cappotto scuro, il viso serio, come se stesse riflettendo su qualcosa di molto importante.
Mi avvicinai lentamente, cercando di non far rumore, come se anche solo il suono dei miei passi potesse disturbare quel fragile equilibrio.
"Ciao," dissi piano, fermandomi a pochi passi da lei.

La Dura Legge di LeiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora