Young and Beautiful

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Li aveva risuscitati l’amore,
il cuore dell’uno racchiudeva infinite fonti di vita per l’altro.
Fedor Dostoevskij

Henry
Tre anni dopo
“Buongiorno, Mr. Verde.” Esclamo non appena apro le tende della camera da letto.
Sono passati nove mesi da quando io ed Oliver siamo andati a convivere.
Dalla finestra è possibile vedere uno scorcio del Colosseo.
È accaduto, tutto quello che avevamo previsto.
Oliver si è trasferito a Roma ormai da ben due anni a mezzo.
Ha lasciato il suo lavoro a Como per continuare a vivere giorno dopo giorno al mio fianco.
Perché lui me l’ha sempre detto che non sarebbe andato più via da Roma. Che questa città gli aveva catturato il cuore proprio come avevo fatto io con lui.
“Buongiorno, Pisolo.” Ribatte Oliver alzandosi dal letto e si dirige verso di me che nel frattempo avevo iniziato a mettere la macchinetta del caffè sul fuoco.
Nonostante il tempo sia passato, noi due siamo rimasti sempre gli stessi, innamorati dell’amore stesso.
“Ti amo.” Mi sussurra all’orecchio mentre cinge le sue mani intorno ai miei fianchi e tra le sue braccia riesco a sentire il sapore di casa.
“Anche io.” Ribatto non appena spengo il fuoco, prima che il caffè trasformi la cucina in un disastro.
Sono le 9 del mattino, ed io sono qui, con l’uomo con cui ho scelto di condividere il resto della mia vita, accanto.
E sono felice, perché non abbiamo mai smesso di lottare per vivere senza avere paura.
Entrambi.
Niente è impossibile se lo si vuole sul serio, e in quest’ultimo periodo ho imparato che la paura è soltanto una paranoia di quelle che ci facciamo quando abbiamo paura di fallire in qualcosa, inconsapevoli che il fallimento è bloccato proprio nel tentativo di restare in piedi quando non si ha la forza di accettare che il proprio equilibrio non è abbastanza sufficiente.
Mentre Oliver si dirige verso la tavola per fare colazione, io vado in bagno a cambiarmi.
Oggi a Roma si terrà il pride ed io non vedo l’ora di trascorrerlo insieme al mio amato Oliver.
Chiudo la porta del bagno e rimango a fissarmi nello specchio per qualche minuto.
Ho sempre passato la mia vita, a disprezzarmi, ma adesso devo ammettere che quello che vedo…mi piace.
Che adesso sono Henry, con nuove consapevolezze e tante, tantissime certezze in più.
Sono consapevole del mio valore, che se non ci credo io nessuno ci sarà al posto mio a farlo.
“Toc Toc.” Oliver bussa alla porta ed io mi dirigo ad aprirla con indosso una t-shirt e delle mutande.
“Dobbiamo fare in fretta.” Dice lui mentre si appropria del lavandino per lavarsi la faccia.
I segni del cuscino sono ancora visibili sul suo viso e questa cosa mi fa divertire più del dovuto.
“Passami quella pochette.” Dico guardando Oliver che mi passa la borsa poggiata dal lavandino.
Tiro fuori alcuni colori e dopo essermi alzato dal water, mi avvicino ad Oliver.
“Sta fermo.” Gli dico mentre inizio a disegnargli la bandiera lgbt sulla guancia destra.
“Mi stai facendo il solletico.” Oliver inizia a muovere la testa.
“Sempre il solito rompiscatole.” Esclamo scoppiando a ridere, mentre sistemo il piccolo errore che ho fatto.
Disegno l’ultima striscia, e Oliver mi toglie i colori dalle mani.
Così, mi lascia lo spazio per poggiarmi, e mi disegna lo stesso simbolo, ma sulla guancia sinistra.

***

Scendiamo dall’appartamento e le strade sono piene di persone che sventolano le bandiere verso l’alto, mentre altri sono intenti ad alzare i propri cartelloni.
Oliver mi porge la mano ed io gliela prendo.
Iniziamo a camminare avanzando verso il Colosseo.
Sono così felice di poter vivere tutto questo, in compagnia della persona giusta.
“L’amore non si decide. Si sente.” Urla Oliver alzando una piccola bandiera verso l’alto.
“L’amore è amore.” Aggiungo io.
Iniziamo a seguire le persone, e le strade della città, questa volta sono piene di colori.
Quasi come una carezza, riesco a percepire la magia del momento.
Sentirsi al sicuro è sempre stato così difficile per me, ma non ho mai smesso di credere che un giorno, al sicuro mi ci sarei sentito.
I carri riempiono le strade, mentre noi continuiamo a passeggiare.
Oliver mi prende i fianchi e senza alcuna esitazione mi bacia.
Tra le strade di Roma, senza alcun timore di poter essere giudicati.
“In un mondo dove il superfluo è all’ordine del giorno, tu sei la mia ragione.” Esclama Oliver staccando le sue labbra dalle mie mentre coglie l’occasione per palparmi le natiche.
Ci sediamo su una panchina.
Io a cavalcioni sopra di lui, le sue mani intorno al mio corpo.
“Siete una coppia incredibile.” Dice una ragazza mentre ci passa accanto.
“Grazie.” Urliamo all’unisono mentre io ricado con la testa verso il suo petto.
“Avevi detto che i grazie non ti piacciono.” Gli do una pacca sul petto.
“Infatti hai ragione. Non mi piace essere ringraziato. Mi piace ringraziare.” Mi spiega lui mentre tira via una goccia di sudore dalla sua fronte.
Si scioglie la bandana dai pantaloni e se la lega intorno alla fronte, tenendo i capelli grigi puntati verso il cielo.
La sensazione di quiete che mi riempie il petto mi ricorda che la tempesta non può durare all’infinito.
Che alla fine ci sarà sempre qualcuno o qualcosa pronto a tenderti la mano, per trasformare i tuoi problemi in colori che nemmeno pensavi potessero essere creati.
Alzo lo sguardo verso il cielo, e i miei occhi automaticamente sorridono.

***

Oliver
Prima di scendere ho allestito l’appartamento con vari petali di rosa sparsi lungo il pavimento.
“Aspettami qui. Ho dimenticato una cosa.” Dico mentendo, ma questa volta la sorpresa che ho preparato non potrà essere interrotta.
Apro la porta e mi dirigo verso il divano dove ho appoggiato la cassa.
Accendo il cellulare e dopo averla collegata, emetto un sorriso entusiasta.
Esco di nuovo fuori e questa volta con Spotify aperto.
Se qualcuno mi chiederebbe cosa è in grado di rendermi felice, direi senza alcun dubbio vedere il mio pisolo sorridere.
Perché il suo sorriso è la mia forza, ogni volta che scoppia a ridere riempie il mio cuore d’amore.
Siamo stati entrambi molto fortunati a trovarci, legati da un filo rosso indissolubile.
Tutte le strade si intersecano per un motivo, e la mia e la sua si erano legate per non separarsi più.
Lascio la porta spalancata, e raggiungo Henry che nel frattempo era rimasto sull’uscio ad attendermi.
“Posso toglierla adesso?” Mi chiede lui riferendosi alla benda.
“Ancora no.” Rispondo io, mentre accendo le ultime due candele.
Aiuto Henry ad entrare, e dopo aver chiuso la porta, slego la bandana di Henry che rimane in silenzio è l’unica cosa che riesce a fare è piangere.
“Non ci credo.” Dice lui chinandosi per toccare i petali.
Lo vedo camminare avanti e indietro mentre io lo fisso intensamente senza staccargli gli occhi di dosso.
“Siediti.” Gli dico indicandogli il divano.
“Torno subito.” Aggiungo divertito.
Entro nella camera da letto e prendo la scatoletta che avevo lasciato sul comodino.
La nascondo dietro la schiena e non appena arrivo in cucina la appoggio sul tavolo e clicco ‘play’ senza esitare.
La voce di Taylor Swift riempie la stanza ed Henry si volta a guardarmi.
Io mi avvicino lentamente a lui, mentre in una mano tengo la scatoletta mentre nell’altra dei palloncini che formano la scritta love.
Le note di Midnight Rain riempiono il silenzio.
Lascio volare i palloncini verso il soffitto e mi metto in ginocchio davanti ad Henry che nel frattempo si è portato le mani al viso con fare incredulo.
“Te lo avevo promesso. Un giorno ti avrei chiesto di sposarmi con Midnight Rain in sottofondo.” Esclamo mentre apro la scatoletta.
“Adesso è giunto il momento…” Mi interrompo non appena vedo Henry piangere.
“Vuoi sposarmi?” Gli chiedo mentre le mani mi tremano dall’emozione.
“Si lo voglio.” Risponde Henry senza pensarci due volte, ed io tiro via l’anello dalla spugna per metterglielo.
Tutto è bene quel che finisce bene, perché nonostante tutto ci sarà sempre qualcosa di sorprendente a riempire la nostra vita.

“Non può piovere per sempre.
Alla fine, c’è sempre l’arcobaleno a riempire il cielo.”

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