Capitolo 5. Nyssa

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Madelaine aveva qualcosa di magnetico, un'aura che trasudava storie e avventure non ancora raccontate. Seduta lì, sul mio letto, con la luce che filtrava dalla finestra a incorniciarla, sembrava quasi un personaggio uscito da un libro, uno di quelli che ti catturano e non ti lasciano più. Parlava di sé con una naturalezza disarmante, ogni parola un tassello che si aggiungeva alla sua immagine, ogni gesto un accento che sottolineava la sua essenza.

Io, al contrario, mi sentivo come un libro chiuso, la cui copertina non prometteva nulla di più che pagine bianche. La mia vita era un susseguirsi di notti in discoteca, luci stroboscopiche e musica ad alto volume, un ritmo costante ma senza una vera melodia. Le sue storie, invece, erano melodie complesse, sinfonie piene di emozioni e sfumature che io non avevo mai sperimentato. La sua timidezza iniziale si era dissolta come nebbia al sole, e ora era lei a prendere il palcoscenico della mia modesta stanza, trasformandola in un teatro di memorie vivide.

Mentre la ascoltavo, mi rendevo conto di quanto la mia esistenza fosse superficiale a confronto. Lei aveva vissuto, veramente vissuto, ogni giorno come se fosse un'opera d'arte, mentre io mi ero limitata a esistere, seguendo il flusso senza mai deviare o fermarmi a riflettere. La sua intensità era un fuoco che scaldava l'ambiente, che rendeva l'aria più vibrante, più carica di vita. E in quel momento, seduta accanto a lei, sentivo che quel fuoco iniziava a scaldare anche me, a risvegliare parti di me che credevo assopite o forse mai esistite.

« Che fai sta sera? » mi chiese, intuendo che non mi andasse di parlare di me
« Lavoro »
« Di notte? »
« Sì, lavoro in discoteca, l'unica della città, se volessi venire, ti terrei d'occhio io in caso, anche se qui siamo tutti molto attenti al consenso »
« Certo, mi farebbe molto piacere. Solo che... io non sono abituata alle discoteche e non ho vestiti adatti »
« Te li presto io all'ora, non vedo il problema »
« Davvero? »
« Sì, siamo amiche adesso, no? »
« Pensavo si fosse capito » disse facendo intendere che fosse un sì.
« Hai sete? Vuoi che andiamo in cucina? » le chiesi dolcemente, lei annui con un sorriso. Mentre prendevo due bicchieri, vedevo che lei guardava in giro per la stanza
« Bello quel quadro » disse rimanendo sorpresa, era un'opera che rappresentava un paesaggio campestre, con un cielo vasto e azzurro che si estendeva sopra un campo di grano dorato, mosso da una brezza leggera. Al centro, un vecchio albero di quercia svettava maestoso, i suoi rami robusti sembravano offrire riparo e protezione a chiunque cercasse un momento di pace sotto la sua ombra.
«È un pezzo unico», le spiegai, « Dipinto da mia madre che ha saputo catturare l'essenza della nostra terra con pochi, ma intensi tratti di pennello. » Lei si avvicinò al quadro, osservandolo con attenzione, come se cercasse di decifrare ogni segreto celato tra le pennellate. « Guarda », continuai, indicando un piccolo dettaglio nell'angolo inferiore, " Lei aveva lasciato una piccola impronta, quasi a firmare la sua opera con un gesto d'amore verso la natura." Lei sorrise, apprezzando quella piccola curiosità che rendeva il quadro ancora più speciale. Poi, con un movimento fluido, si girò verso di me, gli occhi brillanti di curiosità e interesse. «E tu», chiese con una voce morbida, « Cosa ami di più di questo posto? » La domanda mi colse di sorpresa, ma sentii un calore familiare avvolgermi mentre pensavo alla risposta. « Amo la tranquillità », risposi dopo un attimo, « E la sensazione di essere poter essere chi voglio senza dare spiegazioni » lei annuì, comprendendo le mie parole. « Ci vai spesso nei boschi? » mi chiese d'un tratto, « No, è molto raro, da quando mia mamma è stata trovata morta lì », risposi « Com'è morta?, se posso chiedere » mi chiese con voce curiosa ma attenta a non farmi male
« La polizia ha chiuso il caso come suicidio, io sono certa sia stata uccisa invece, solo che non riesco a trovare indizi »
« Appena troverai qualcosa allora ti aiuterò, così lei potrà riposare in pace » si offrì, facendo un sorriso raggiante.

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