Capitolo 27. Mindy

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Eravamo appena arrivate in casa sua. Era vuota. Eryx era al lavoro e probabilmente Rhyss era in giro con amici.
« Guarda » mi disse dandomi la foto con sua mamma e i suoi nonni.
« Vorresti scoprire chi sono? » le chiesi. « Sì, la mamma di Maddy è una poliziotta. Pensavo di chiedere a lei se poteva aiutarci. Insomma, abbiamo i volti di tutti e due, e abbiamo il cognome di mio nonno. » mi disse mentre giocherellava con le dita.

« Magari potremmo sapere di più su mia mamma » disse, cercando di infondere coraggio nella sua voce.

Mentre le sue dita continuavano a giocare nervosamente, un piano iniziò a prendere forma nella nostra mente. Avremmo raccolto ogni piccolo dettaglio che sapevamo e li avremmo tessuti insieme in una rete di indizi. La poliziotta, con la sua esperienza e i suoi strumenti, avrebbe potuto tracciare linee tra i punti, collegando i volti nella foto ai nomi e ai luoghi, riempiendo gli spazi vuoti con colori vividi di verità.

« Potrebbe non essere facile » ammise lei, « Ma dobbiamo provare. Ho bisogno di sapere la verità. » disse, e io sentivo che si stava trattendendo dal piangere.

« Sua mamma adesso dovrebbe essere libera. Quindi andiamo » decise lei, con una risolutezza che mi contagiò. « Le mostreremo la foto, le diremo tutto quello che sappiamo. E poi... poi scopriremo la verità. » Con quella decisione, la foto non era più solo un'immagine sbiadita; era diventata una mappa, e noi eravamo pronte a seguirla ovunque ci conducesse.

Suanammo al campanello, Madelaine ci aprì la porta.
« Ciao ragazze! Nyssa come stai? Ti sei ripresa? » le chiese dolcemente dopo averci salutate entrambe. « Ciao Maddy, sto bene ora, mi sono ripresa. Senti sono venuta qui per parlare con tua mamma. È disponibile? » le chiese. « Sisi, entrate pure »

« Ciao ragazze, come state? » ci chiese la madre. « Bene, dai. Tu? » le risposi io. « Bene. A cosa devo la vostra visita? » chiese cordialmente. « Se io ti facessi vedere una fotografia e ti dessi un cognome. Saresti in grado di identificare le persone nella foto? Sono miei parenti, ho bisogno di trovarli per conoscere meglio mia mamma. » disse cercando di farla impietosire per farci aiutare. « Posso provarci. Fammi vedere la foto » dissi aspettando che le venga data la foto. « Qual è il cognome di tuo nonno? » chiese, « Lima, è brasiliano » rispose. « Dammi qualche giorno e ti farò sapere » disse infine.

Nell'attesa dell'idenficazione, io, Nyssa e Madelaine avevamo passato le giornate assieme facendo karaoke a casa di Nyssa, shopping e feste.

Era tarda notte, mi stavo facendo un bel tè caldo al limone stracolmo di zucchero. Ho sempre preferito il dolce al salato.
Mi squillò il telefono, Nyssa mi stava videochiamando.
« Perché mi chiami a quest'ora? È successo qualcosa? » le chiesi preoccupata. Non mi faceva mai chiamate la sera, tantomeno le videochiamate.
« No no, non è successo nulla, avevo solo voglia di fare videochiamata con te adesso » rispose tranquillamente.
« Ah, ok » le dissi per poi prendere la tazza di tè, appena pronta, e berne un po'.
« Comunque non avevo ancora avuto l'occasione di dirtelo ma, tra me e Maddy c'è stato qualcosa qualche giorno fa. Aveva detto che voleva provare a fare qualcosa con persone del suo stesso genere come i gemelli. » mi confessò.
«  Mi sembra una palese scusa solo per farlo con te » le dissi dicendole la mia opinione.
« Non saprei darti una risposta. » disse ridendo. E cazzo, era davvero splendida. Quel suo fottuto sorrido era così splendido che avrei potuto guardarlo per ore e ore. Le feci uno screenshot di nascosto, era un momento troppo bello per non essere memorato.

Dopo qualche minuto di conversazione, andai in camera mia, al piano superiore.
« Ho un po' di voglia » disse all'improvviso nel silenzio qualche minuto dopo.
« Anch'io, se non fosse così tardi verrei a casa tua » dissi facendole l'occhiolino.
« Allora divertiamoci qui, e ora » propose.
« Vuoi che ci masturbiamo in videochiamata? » chiesi per conferma.
« Sì. » mi confermo decisa.
« Ci sto. » risposi aprendo un cassetto dove tenevo i sex toys. Lei fece la stessa cosa.
Era la prima volta che facevo una cosa del genere, suppongo anche lei. Era piacevole. Era bello proprio perché era una cosa nuova, un po' come tornare vergini.
Cominciammo perciò a darci piacere da sole con la videocamera accesa, era stupendo poter sentire i suoi orgasmi, ed era eccitante il fatto che lei mi stesse guardando.
Però, ahimè, quel momento era finito troppo presto, e appena tutte e due eravamo venute lei mi aveva attaccato per mettersi a dormire. Io rimasi sveglia tutta la notte. Dovevo andare anch'io a letto, ma come potevo non pensare a cosa era appena successo?

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