Capitolo 18. Nyssa

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Era tarda notte, i miei fratellastri erano nelle loro camere che dormivano. Era Domenica e io la domenica non lavoravo. Mi arrivò un messaggio "Sono qui" da una conoscenza che mi vendeva le droghe che io dovevo vendere a mia volta per farmi soldi. Gli aprii la finestra del salotto e lui mi diede il solito grande scatolone che mi durava da un mese ai tre; dipendeva dalla stagione. Gli passai i soldi, ma prima che se andasse come sempre mi disse « Da questo martedì a quello prossimo ci sarà un evento fantastico nella mia città. Non puoi prendertela. Hotel gratis, cibo gratis, più opportunità per vendere droghe, sesso, alcool. Che altro vuoi di più? Se vieni, scrivimelo che ti mando tutte le altre informazioni. Ah, eh puoi portarti un'amica. »

La mattina seguente, a scuola, chiesi a Mindy se voleva venire con me. Ovviamente ne era entusiasta. Un'occasione del genere capita a pochi.
Non se lo sarebbe perso per nulla al mondo.

Mentre aspettavo che finissero le lezioni, scrivevo sul mio quadernino azzurro dove raccontavo quello che facevo nella mia vita. Ci scrivevo di tutto. Ogni pensiero, ogni cosa che vedevo o sentivo, ogni azione che facevo. Mi serviva a memorizzare.
Alzai lo sguardo un attimo per vedere se il professore mi stava guardando, ma a quanto pare stava uscendo dall'aula che parlare con un suo collega. Presi il telefono e scrissi a Caixia
" Hey, per caso oggi hai posto in studio? Io e Mindy dovremmo farci la ceretta urgentemente. "
" Certo. Vi aspetto lì alle 17:30 " mi rispose dopo qualche secondo.
Ci tengo molto alla mia immagine, io voglio essere sempre impeccabile, non per gli altri, ma per me. È una questione di rispetto e igiene prendersi cura di sé. Poi ognuno poteva vederla come voleva, io la vedevo così.

Quel pomeriggio, quando eravamo tutte e tre nello studio, mentre Caixia ci rendeva impeccabili, parlavamo.
« Quindi tra te e Rhyss, cosa c'è? » le chiesi. « Non lo so, è tutto così strano, ormai è un po' che ci frequentiamo, sento qualcosa ma non sono sicura sia amore, più che altro mi interessa. So che lui mi ama, glielo leggo negli occhi, ma io al momento no, e mi sento in colpa. Ma non è tutto, credo che anche Eryx provi qualcosa per me. È solo un dubbio ma, io non sbaglio mai. » mi rispose sinceramente. « Ah, cazzo. Bel casino. » disse Mindy, seduta su una poltroncina aspettando il suo turno. « Puoi dirlo forte, Mindy » disse lei ridendo.

Tornate nelle nostre case, io e la mia migliore amica ci eravamo preparate le valigie. E lei avvisò i suoi genitori del fatto che saremmo state via una settimana, e io perciò non avrei lavorato. Il padre, che consideravo anche come il mio, mi fece mettere in malattia, in modo da pagarmi comunque anche non andando. Era davvero premuroso, gentile e sempre presente. Era il papà che avrei voluto.

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