08: La torta di mele

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Charlie mi fissava con uno sguardo preoccupato appena entrai in casa. Il suo viso era teso, e le sue mani erano piantate sui fianchi come se cercasse di mantenere la calma a stento. La nonna era lì accanto, seduta al tavolo della cucina, il volto segnato da una dolce preoccupazione. Nonostante tutto, mi accolse con un sorriso affettuoso, ma prima che potessi dire una parola, Charlie si avvicinò di scatto, piegandosi leggermente verso di me.

"Sali subito in camera con me, devi raccontarmi un paio di cose" disse, la voce ferma ma con un tono che non ammetteva repliche.

Il mio cuore accelerò. Non ero sicura di come avrei spiegato tutto ciò che era successo, ma non ebbi il tempo di rispondere prima che la nonna intervenisse. Con un gesto dolce, si alzò dalla sedia e si avvicinò a noi.

"Iris, cara," iniziò con il suo tono pacato e rassicurante, "mi hai fatta preoccupare tanto. Non solo per stasera, ma anche l'altra volta, quando sei sparita al cimitero." La sua voce era colma di quell'amore che solo una nonna può dare, e le sue parole mi colpirono profondamente.

"Nonna, mi dispiace tanto," riuscii solo a sussurrare, sentendo la colpa crescere dentro di me.

Lei annuì e con un sorriso lieve prese un piatto dalla credenza, posizionandovi sopra due fette di torta di mele. Le porse a Charlie, con un'occhiata che aveva il potere di calmare anche la tempesta più forte. "Mangiate qualcosa prima di parlare, ragazzi. E ricordate quanto sia preziosa l'amicizia. I veri amici sono sempre lì per noi, nei momenti belli e in quelli difficili."

Charlie prese le fette di torta senza una parola, ma i suoi occhi non si staccarono dai miei. La nonna ci lasciò soli, ritirandosi nella sua stanza, lasciando dietro di sé un silenzio carico di aspettative.

Quando finalmente salimmo in camera mia, l'atmosfera era densa di tensione. Appena chiusi la porta, Charlie si voltò verso di me, lasciando cadere il piatto sul comodino.

"Dove eri finita?" mi chiese, la sua voce tradiva la preoccupazione che cercava di mascherare con rabbia.

Mi sedetti sul letto, cercando di mettere ordine tra i pensieri che si accavallavano nella mia mente. "Sono stata da Allen," iniziai, cercando di ignorare il modo in cui i suoi occhi si strinsero di colpo. "È stata una serata strana, complicata... Non so nemmeno come spiegarlo, ma sono finita ad un gala. E poi... poi mi sono persa nel dedalo del suo giardino."

Charlie spalancò gli occhi, il volto improvvisamente contratto dalla rabbia. "Cosa ci facevi a casa sua, dopo tutto quello che è successo?

Charlie fece un passo verso di me, il suo corpo vicino al mio, e io sentii il calore della sua presenza. "Iris, non posso crederci. Dopo tutto quello che ti ha fatto passare... tu ci sei andata comunque."

Mi guardò negli occhi, e il suo sguardo era carico di una miscela di frustrazione e qualcosa di più profondo, quasi possessivo. "Perché?" insistette, la sua voce bassa e vibrante. "Perché sei andata da lui?"

Non riuscivo a trovare una risposta. Le sue parole mi scuotevano, ma c'era qualcosa di irresistibile nell'attrazione che provavo per Allen. "Non lo so," mormorai, abbassando lo sguardo. "È come se avessi perso il controllo. Ero confusa, Charlie... e mi sono sentita in qualche modo parte di qualcosa con lui."

"Parte di cosa, Iris?" chiese, la sua voce ora più dolce, ma ancora intrisa di tensione. "Di un gioco che ti sta distruggendo? Non capisci che sta giocando con te?"

Alzai lo sguardo per incontrare i suoi occhi, e ciò che vidi mi colpì profondamente. C'era una gelosia latente, una rabbia che cercava di trattenere, ma anche un desiderio intenso, quasi palpabile. Sentii un brivido corrermi lungo la schiena.

Il Dedalo di Iris Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora