Dopo che Charlie si addormentò tra le mie braccia, sentii un peso sul petto, un senso di colpa che mi serrava la gola. Quella notte sembrava interminabile, e il buio della stanza sembrava avvolgermi come una coperta troppo stretta, soffocante. Restai lì, immobile, mentre il suo respiro regolare scandiva i secondi che passavano lenti. Non riuscii a chiudere occhio. Troppe cose mi tormentavano, troppi pensieri mi frullavano in testa, e il più ricorrente riguardava Allen.
Perché mi ero sentita così attratta da lui? Perché, nonostante tutto quello che mi aveva fatto passare, mi ritrovavo a pensarlo? La verità era che mi ero lasciata trasportare, catturata da qualcosa di oscuro e irresistibile. Non sapevo spiegare esattamente cosa mi avesse spinta a entrare nel suo mondo, ma sentivo di aver varcato una soglia da cui non potevo più tornare indietro.
Mentre questi pensieri mi tormentavano, la mente mi riportò indietro nel tempo, a quando tutto era più semplice, a quando Charlie entrò nella mia vita per la prima volta. Avevo quattordici anni quando lui e la sua famiglia si trasferirono nella casa accanto a quella della nonna. Ricordo che lo vidi per la prima volta dal giardino, mentre sistemava delle vecchie casse sul prato con quei suoi inconfondibili riccioli d'oro. Aveva l'aria un po' sperduta, come se non sapesse dove metterle. Il suo sguardo si incrociò con il mio, e ricordo che mi sorrise timidamente. Quello fu l'inizio di tutto.
Charlie e io diventammo amici quasi immediatamente. C'era qualcosa in lui che mi faceva sentire a mio agio, come se ci conoscessimo da sempre. Forse era il suo modo gentile e paziente, o forse il fatto che entrambi avevamo bisogno di qualcuno con cui condividere le nostre insicurezze adolescenziali. Io, abituata a vivere con la nonna dopo la morte dei miei genitori, e lui, appena arrivato in un nuovo ambiente, ci trovammo a cercare conforto l'uno nell'altra.
Passammo insieme i pomeriggi d'estate a esplorare i boschi dietro casa, inventando storie e costruendo rifugi tra gli alberi. Parlare con lui era facile; non c'era bisogno di maschere o pretesti. Con Charlie, potevo essere semplicemente me stessa. E lui, a sua volta, si apriva con me, confidandomi i suoi pensieri, le sue paure, e i suoi sogni per il futuro.
Difatti ricordo quella giornata nel bosco come fosse ieri. Charlie ed io avevamo deciso di esplorare un'area più profonda del solito, lontana dai sentieri battuti, alla ricerca di un luogo dove costruire un rifugio, il nostro angolo segreto.
Mentre il sole iniziava a calare e l'ombra degli alberi si allungava intorno a noi, trovammo una radura perfetta. Raccolti i rami secchi, accendemmo un piccolo falò. Le fiamme lambivano il legno, crepitando dolcemente mentre il cielo si tingeva di rosa e arancio. Mi sedetti vicino al fuoco, stringendomi nelle ginocchia, sentendo il calore del fuoco scaldarmi il viso e le mani.
Charlie si sedette accanto a me, avvolto in una tranquillità che invidiavo. Per un attimo, restammo in silenzio, osservando le scintille che si alzavano verso il cielo, quasi come stelle che cercavano di unirsi alle loro sorelle più luminose.
Fu lui a rompere il silenzio. "Ti fa ancora male pensarci, vero?" La sua voce era bassa, come se non volesse disturbare la quiete che ci circondava.
Lo guardai, sorpresa dalla sua domanda. "Pensare a cosa?"
"Alla tua famiglia, ai tuoi genitori," rispose, con uno sguardo che sembrava vedere ogni mia ferita nascosta.
Abbassai lo sguardo sulle fiamme, sentendo il nodo che mi stringeva la gola. "Ogni giorno," confessai a bassa voce. "È come se una parte di me fosse rimasta bloccata lì, in quel momento, per sempre."
Charlie rimase in silenzio, aspettando che continuassi. C'era sempre stata questa sua capacità di lasciarmi spazio, di non forzarmi mai a parlare, ma al tempo stesso di farmi sentire che lui c'era, pronto ad ascoltare, a sostenere.
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Il Dedalo di Iris
Teen Fiction"Ti prego Iris non costringermi a farlo" "guardami Allen, guardami per l'ultima volta" "Ma così maledirò anche te" "Non importa, anche se il tuo sguardo mi spoglierà da tutto, tu mi hai ridato una ragione per vivere, mi hai dato una ragione per ama...