Charlie, fermo accanto a me, si ammutolì, e per un attimo sembrò voler dire qualcosa, ma poi rimase in silenzio. Senza una parola, insieme, sollevammo Allen con delicatezza. Allen gemette leggermente per il dolore, e io mi ritrovai a stringerlo più forte, cercando di sorreggerlo meglio mentre Charlie prendeva il braccio di Allen per metterglielo intorno alle spalle.
"Portiamolo via di qui," mormorò Charlie, quasi come se stesse parlando più a se stesso che a me. Annuii, incapace di trovare la voce, mentre ci dirigevamo lentamente verso l'uscita della festa.
Quando finalmente raggiungemmo l'auto di Charlie, lo sistemammo sul sedile posteriore. Allen era ancora mezzo svenuto, la testa che ricadeva contro il mio petto mentre io mi sedevo accanto a lui, tenendolo stretto per evitare che scivolasse. Charlie si sedette al volante, il volto rigido, come scolpito nella pietra.
La macchina si mosse in silenzio, e l'atmosfera divenne improvvisamente densa e pesante. Il solo suono era il respiro affannoso di Allen, che sembrava lottare contro il dolore. Le luci della strada passavano rapidamente, creando ombre sui volti di tutti noi, ma il silenzio era opprimente, quasi soffocante.
Mi trovai a chiedermi perché Charlie fosse così preoccupato per Allen. Era lo stesso Charlie che mi aveva avvertito più volte di stare lontana da lui, lo stesso Charlie che sembrava non fidarsi affatto di Allen. Eppure, eccolo lì, guidando in fretta attraverso la notte, con uno sguardo che tradiva una preoccupazione reale e profonda. Non riuscivo a capire cosa stesse passando per la sua testa. Le sue mani stringevano il volante con forza, e sembrava quasi che stesse combattendo contro qualcosa dentro di sé, ma cosa?
Mentre tenevo Allen tra le braccia, sentivo il suo corpo caldo e scosso dai brividi contro il mio. Ogni respiro che prendeva era una lotta, e ogni volta che esalava, il suo fiato mi accarezzava la pelle. C'era un'intimità forzata in quel momento.
Finalmente, la macchina si fermò davanti alla villa di Allen. Charlie si voltò verso di me, il suo sguardo ancora oscuro e indecifrabile. "Vi accompagno solo fino a qui," disse con voce bassa e tesa.
"Perché non puoi venire dentro con noi?" chiesi, sorpresa dal suo tono e dalla sua riluttanza.
Charlie scosse la testa, evitando di rispondere. "Non posso, Iris. È meglio che non entri."
Il modo in cui lo disse, come se ci fosse qualcosa che gli impediva di farlo, mi fece rabbrividire. Ma non insistetti. C'era qualcosa in quell'intera situazione che mi sfuggiva.
Scesi dall'auto, aiutando Allen a mettersi in piedi. Il peso del suo corpo era gravoso, ma non me ne importava. Quando fummo fuori dalla macchina, iniziai a urlare per attirare l'attenzione. "Dwight! Dwight, vieni subito qui!"
Poco dopo, il maggiordomo di Allen, Dwight, apparve alla porta, il volto preoccupato ma composto. "Signorina Iris, cosa è successo?"
"Allen è stato ferito. Abbiamo bisogno di aiuto, subito," dissi con voce tremante.
Dwight annuì rapidamente e si avvicinò per sorreggere Allen dall'altro lato, aiutandomi a portarlo all'interno. Salimmo le scale, passo dopo passo, fino a quando raggiungemmo la stanza di Allen. Lo adagiammo delicatamente sul letto, e chiesi a Dwight se avessero delle medicazioni.
Rimasi sola con Allen nella stanza, il cuore che mi batteva furiosamente nel petto. Mi sedetti accanto a lui, osservando il suo viso segnato dalle ferite. Il silenzio era profondo, ma carico di una tensione che quasi mi faceva male.
Poco dopo, Dwight tornò con una scatola di medicazioni e la lasciò accanto al letto. "Signorina, se ha bisogno di altro, sarò di sotto," disse prima di uscire dalla stanza, chiudendo la porta dietro di sé.
Con mani tremanti, iniziai a pulire le ferite di Allen, tamponando delicatamente il sangue che continuava a scorrere. Ogni volta che toccavo una parte dolente, Allen sussultava leggermente, e i nostri occhi si incontravano per un istante, prima che lui distogliesse lo sguardo.
"Non devi fare questo, Iris," mormorò, la voce bassa e roca. "Non voglio che tu veda me... così."
"Non mi importa come ti vedo, Allen," risposi, cercando di mantenere la voce ferma. "Voglio solo aiutarti."
Lui chiuse gli occhi per un attimo, inspirando profondamente. "Perché? Perché ti importa tanto?"
Mi fermai, la mia mano sospesa a mezz'aria. Per un attimo non seppi cosa rispondere. Perché mi ritrovavo sempre in queste situazioni? Ogni volta che credevo di avere le idee chiare e di aver preso una decisione definitiva, in qualche modo riuscivo sempre ad incasinare tutto, o magari lasciavo che lui mi incasinasse tutto.
"Perché non dovrei?" chiesi invece, la mia voce che tremava leggermente. "Sei qui, davanti a me, ferito e vulnerabile. Come potrei non volermi prendere cura di te?"
Allen aprì gli occhi, fissandomi con un'intensità che mi fece quasi perdere il respiro. "Perché tutti quelli che cercano di avvicinarsi a me... finiscono per soffrire. Non voglio che tu sia una di loro."
Ci fu un lungo silenzio, rotto solo dal suono dei nostri respiri. Le sue parole erano come una lama che affondava lentamente nel mio cuore. Sapevo che c'era qualcosa di oscuro nel suo passato, qualcosa che lo rendeva così distante e protettivo.
Con un leggero tremito nelle mani, finii di medicarlo e lo guardai, cercando di trovare le parole giuste. "Non puoi decidere per me, Allen. Non puoi allontanarmi solo perché pensi di proteggermi."
Allen rimase in silenzio, il suo sguardo ancora fisso su di me. Sembrava lottare con se stesso, come se volesse dire qualcosa ma non riuscisse a trovare il coraggio. Mi avvicinai un po' di più, la mia mano che sfiorava la sua, sentendo la tensione e il calore che emanava dal suo corpo.
"E se volessi restare?" sussurrai, avvicinandomi ancora di più, fino a quando il mio volto non fu a pochi centimetri dal suo.
Allen mi guardò a lungo, i suoi occhi che cercavano nei miei una risposta, o forse una certezza. Poi, con un sospiro profondo, sollevò la mano e la posò delicatamente sulla mia guancia, il suo tocco caldo e sorprendentemente delicato.
"Non so se posso lasciarti entrare" ammise, la sua voce carica di emozione. "Ma non voglio che tu te ne vada."
Per un attimo rimasi lì, a guardarlo, sentendo che ogni barriera che avevamo costruito tra noi stava lentamente crollando.
Con il cuore che batteva all'impazzata, mi avvicinai ancora di più, finché le nostre labbra furono a un soffio l'una dall'altra. Il suo respiro si mescolava al mio, e per un attimo tutto il mondo sembrò fermarsi.
Proprio in quel momento, la porta si spalancò con un fragore che ruppe l'incantesimo, facendomi sobbalzare. Una figura irrompeva nella stanza, e per un attimo mi sembrò di vedere un'apparizione: era Lily, la sorella di Allen, ma così diversa da come l'avevo vista l'ultima volta.
Aveva i capelli dorati in un disordine che sembrava quasi surreale con bigodini sparsi in tutte le direzioni. Indossava una camicia da notte rosa, che contrastava fortemente con l'immagine impeccabile che aveva sfoggiato al gala. Il suo volto, solitamente sereno e composto, era adesso segnato dalla preoccupazione, e i suoi occhi erano spalancati dall'ansia.
"Allen! Sei di nuovo finito nei guai?!" urlò con voce acuta, facendo un passo nella stanza, i suoi occhi che passavano velocemente da Allen a me, quasi incredula nel trovarci lì insieme.
Mi alzai di scatto, lasciando che l'aria si raffreddasse improvvisamente tra me e Allen. Lily sembrava un'apparizione caotica, un mix di preoccupazione fraterna e stanchezza, ed era difficile riconciliarla con la donna perfetta e inavvicinabile che avevo avuto modo di conoscere.
Il mio cuore rallentò il suo ritmo frenetico.
Invece di allontanarmi da lui, queste interruzioni sembravano avvicinarmi sempre di più, come se il destino avesse deciso che non potevamo sfuggirci a vicenda.Ciao a tutti! Qui è Claire che vi parla!🌼💛
Cosa ne pensate di questo capitolo? Allen e Iris stanno affrontando momenti davvero intensi, e l'arrivo improvviso di Lily ha cambiato le carte in tavola. Sono curiosa di sapere le vostre impressioni: pensate che Iris stia facendo la cosa giusta rimanendo vicina ad Allen, nonostante tutto?
Aspetto i vostri pareri!xoxo💌
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Il Dedalo di Iris
Teen Fiction"Ti prego Iris non costringermi a farlo" "guardami Allen, guardami per l'ultima volta" "Ma così maledirò anche te" "Non importa, anche se il tuo sguardo mi spoglierà da tutto, tu mi hai ridato una ragione per vivere, mi hai dato una ragione per ama...