Allen, appoggiato contro un albero poco distante. I suoi occhi erano fissi su di me, e sentii un'ondata di emozioni contrastanti travolgermi.
Cercai di mantenere la calma, anche se il mio cuore batteva forte. Non volevo che lui vedesse quanto mi turbava la sua presenza, specialmente in un momento così delicato."Che ci fai qui, Allen?" chiesi, cercando di mantenere un tono neutro mentre mi avvicinavo a lui.
Notai che lui non faceva mai niente per caso. Ogni sua mossa era calcolata, ogni parola scelta con cura. Quindi perché era lì, proprio in quel momento?
Mi fermai a pochi passi da quest'ultimo, incrociando le braccia in segno di difesa. Non potevo permettermi di sembrare vulnerabile.
"Non è il posto migliore per fare una passeggiata," dissi, cercando di mantenere il controllo.Allen fece un passo verso di me, accorciando la distanza tra di noi. "E tu invece, cosa ci fai qui?" chiese con un sorriso sarcastico, i suoi occhi brillavano di una malizia che mi fece sussultare.
"Cosa vuoi, Allen?" chiesi di nuovo, questa volta con un tono più deciso. Non avevo intenzione di lasciarmi dominare da lui, non quel giorno, non dopo tutto ciò che avevo già affrontato.
Lui si avvicinò ancora di più, tanto che potevo sentire il calore del suo corpo e il suo respiro leggero. Il suo profumo legnoso e speziato mi colpì in pieno, facendomi girare la testa. "Voglio capire perché sei così determinata a giocare la parte della dura," disse, il suo sguardo penetrante. "Forse hai paura di mostrare chi sei davvero."
Non potevo cedere. "E tu cosa ne sai di me, Allen? Non sono io quella che respinge il mondo intero."
Allen ridacchiò, un suono basso e irriverente che mi fece sentire ancora più vulnerabile. "Forse siamo più simili di quanto pensi," disse, e il suo tono era così sprezzante da farmi venire voglia di allontanarmi. "O forse è solo che tu non riesci a nascondere i tuoi veri sentimenti come credi."
"Non voglio essere come te," replicai, facendo un passo indietro per cercare di mantenere la distanza. Ma lui era più veloce, avvicinandosi di nuovo, come un predatore che non ha intenzione di lasciar scappare la preda.
"Non sto cercando di leggerti. Sto solo notando quanto sia facile per te mettere su una facciata quando in realtà sei tutto fuorché indifferente," disse, e il calore del suo respiro contro la mia pelle mi fece tremare, una reazione che cercai disperatamente di nascondere.
Un silenzio denso cadde tra di noi, carico di tensione. Sentivo il suo sguardo ardere su di me, ma non glielo avrei permesso. Non avrei abbassato le difese.
"Sei più debole di quanto pensi, Iris," disse infine con un tono tagliente, avvicinandosi lentamente al mio orecchio. Le sue parole erano come una lama affilata, pronte a colpire nei punti più deboli, ma non abbassai la guardia . "E tu cosa sai della forza? La forza non è solo costruire muri. È anche sapere quando abbassarli."
Allen si avvicinò ancora di più, tanto che sentii le sue labbra sfiorarmi. La tensione tra di noi era così intensa che potevo quasi toccarla. Ogni fibra del mio essere era in allerta, il battito del cuore accelerato, il respiro affannoso. "Lasciami entrare e lo scoprirai," sussurrò con una sfida che mi fece sentire come se stessi precipitando in un abisso di emozioni che avevo cercato di evitare. La sua voce era un sussurro caldo, provocatorio, che mi faceva venire voglia di cedere, anche solo per un attimo, alla tentazione.
Ma non potevo permetterlo: lo spinsi via bruscamente. "Non funziona così, Allen," dissi con fermezza, cercando di chiudere la porta che lui cercava di aprire con tanta insistenza.
Mi guardò per un lungo momento con sorriso beffardo. "Forse hai ragione," disse, ma ricorda, fiorellino, non sei l'unica a giocare."
Poi, una voce autoritaria si fece sentire dal parcheggio. "Signor Allen, la macchina è pronta." Mi voltai e vidi un uomo in abito scuro avvicinarsi a lui con discrezione.
Allen non distolse lo sguardo da me, un sorriso sprezzante che giocava sulle sue labbra. "Sembra che il nostro piccolo confronto debba attendere," disse con un tono carico di sfida, come se sapesse di aver lasciato qualcosa in sospeso.
Rimasi immobile, il viso impassibile, mentre lui si voltava per seguire l'uomo dalle vesti nere. Ma proprio mentre stava per salire nella limousine, si fermò e si girò di nuovo verso di me. "Sai, fiorellino," disse con una voce carica di ironia, "sei molto più interessante quando cerchi di fare la dura. Non vedo l'ora di vedere quanto durerà."
Prima che potessi rispondere, lui salì in macchina, chiudendo la portiera con un tonfo secco. La limousine si mise in moto e cominciò ad allontanarsi, e vidi i suoi occhi maledetti scomparire il finestrino nero.
Il motore ruggì e la macchina scomparve lungo la strada, lasciandomi sola. Il cuore mi batteva ancora forte, e una parte di me sapeva che avrei dovuto affrontare Allen di nuovo, e che il nostro incontro era tutt'altro che finito.
E fu proprio in quel momento che mi ricordai della questione ancora in sospeso tra di noi. Non si trattava solo dei nostri continui battibecchi, ma di qualcosa a cui non potevamo sottrarci: il progetto d'arte che ci era stato assegnato. La volta precedente, a causa dell'incidente con Charlie, il professore aveva annullato il compito. Ma ora, con quella scusa venuta meno, saremmo stati costretti a rivederci, e non solo per scontrarci.
Arrivò il giorno seguente. Sapevo di dover andare a casa di Allen per discutere del progetto d'arte, ma l'idea di rivederlo dopo il nostro confronto al cimitero mi metteva a disagio. Eppure, non avevo scelta.
Quando arrivai davanti alla sua villa, rimasi colpita dall'atmosfera che la circondava. Era un'antica dimora, con i segni del tempo sulle mura sbiadite. Tuttavia, il verde rigoglioso che avvolgeva la casa sembrava contrastare quella decadenza, come se la natura stesse cercando di nascondere la desolazione con un abbraccio lussureggiante. Un lungo sentiero di ciottoli conduceva a un cancelletto in ferro battuto, stranamente aperto.
Esitai un momento prima di varcare la soglia, ma alla fine mi feci coraggio. Mentre avanzavo lentamente, sbirciai attraverso il cancello nel giardino della villa e ciò che vidi mi lasciò senza fiato.
Allen era lì, di spalle, completamente nudo. Il suo fisico scolpito sembrava una scultura vivente, le spalle larghe ed i muscoli definiti si muovevano sotto la pelle. I raggi del sole filtravano tra le foglie degli alberi, creando giochi di luce sulla sua pelle dorata. Il giardino intorno a lui, rigoglioso e selvaggio, sembrava quasi abbracciarlo, come se fosse parte integrante di quel paesaggio.
Sentii un calore improvviso dentro di me, un calore che mi colse di sorpresa. Mi ritrovai a fissarlo, incapace di distogliere lo sguardo, mentre una miriade di pensieri contrastanti mi attraversava la mente. Non era solo attrazione fisica; c'era qualcosa di più, qualcosa che mi faceva sentire vulnerabile e confusa. Il ricordo delle sue parole del giorno prima mi bruciava ancora, ma non potevo negare l'effetto che la sua presenza aveva su di me.
Mentre cercavo di riprendermi e decidere cosa fare, Allen si voltò lentamente. Un sorriso lento si fece strada sulle sue labbra, e il suo sguardo era un misto di curiosità e consapevolezza. Sapeva esattamente l'effetto che mi faceva, e non si preoccupava minimamente di nasconderlo.
"Non ti aspettavo così presto, Iris," disse con tono leggero, ma i suoi occhi erano fissi sui miei, scrutando ogni mia reazione.
Mi resi conto di aver trattenuto il respiro e cercai di parlare, ma le parole sembravano bloccate nella gola. Era come se avessi perso improvvisamente la capacità di pensare razionalmente, come se l'intensità del momento avesse spazzato via ogni altra cosa.
Alla fine, riuscii a trovare un filo di voce. "Il cancello era aperto... ho pensato di entrare."
Allen non si mosse, continuando a guardarmi come se stesse leggendo dentro di me. Poi, con una calma disarmante, si voltò di nuovo, mostrandomi la schiena e iniziando a camminare verso la villa. "Allora entra," disse, con un tono che non lasciava spazio a esitazioni.
Non avevo altra scelta se non seguirlo.Ciao a tutti! Qui è Claire che vi parla!🌼💛 Questo capitolo è stato davvero intenso, pieno di emozioni contrastanti tra Iris e Allen.
Cosa ne pensate di questa tensione tra di loro? Credete che Iris riuscirà a mantenere il controllo o alla fine cederà alla sfida di Allen?
E riguardo alla scena finale nella villa, come vi ha colpito l'atmosfera e la descrizione del giardino selvaggio? Pensate che ci sia un significato nascosto dietro il comportamento di Allen e l'ambiente che lo circonda?
Non vedo l'ora di leggere i vostri commenti e le vostre teorie su come si evolverà questa storia! Pensate che Allen abbia delle intenzioni più profonde, o sta solo giocando con i sentimenti di Iris?
xoxo💌
STAI LEGGENDO
Il Dedalo di Iris
Teen Fiction"Ti prego Iris non costringermi a farlo" "guardami Allen, guardami per l'ultima volta" "Ma così maledirò anche te" "Non importa, anche se il tuo sguardo mi spoglierà da tutto, tu mi hai ridato una ragione per vivere, mi hai dato una ragione per ama...