11: Pool party

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11: Pool party

Una volta a casa, dopo aver fatto una lunghissima doccia calda e rilassante per far evaporare da tutti i pori della mia pelle la tensione provata al parco, una notifica del messaggio di Rebecca illuminò lo schermo del mio telefono. Mentre aprivo la chat, il cuore mi batteva forte. Il messaggio era conciso, ma aveva il potere di scuotere la mia giornata.

Rebecca: Ehi, stasera festa a casa mia per inaugurare la piscina! Ci saranno tutti. Porta il costume e preparati a divertirti!

Feci scorrere gli occhi sul messaggio ancora una volta, il pensiero di una serata in piscina mi fece venire un brivido lungo la schiena. Mi venne subito in mente Charlie.
Immaginai la sua reazione: avrebbe sicuramente accettato senza pensarci due volte.
Ma ci sarebbe stato anche Allen. Il solo pensiero di lui mi mandava in confusione. Perché dovevo sempre pensare a lui? Cercai di allontanare l'immagine dei suoi occhi maledettamente invitanti che mi fissavano attraverso il lago. Era frustrante e ridicolo sperare che lui ci fosse, ma sapevo di volere comunque vedere quello sguardo di nuovo.

Il pomeriggio passò in fretta, il pensiero della festa ronzava nella mia mente, un misto di eccitazione e ansia che non riuscivo a scacciare. Quando finalmente arrivai a casa, mi infilai in fretta il costume sotto un vestito leggero e mandai un messaggio a
Charlie.

lo: Stasera festa da Rebecca. Vieni a prendermi?

La risposta di Charlie non si fece attendere.

Charlie: Ovviamente! Ci vediamo tra 10 minuti!

Dieci minuti dopo, Charlie era alla mia porta, sorridente e pieno di energia come sempre. "Pronta per la festa?" mi chiese, guardandomi con un sorriso complice.

Annuii, cercando di mostrarmi entusiasta, anche se dentro di me c'era una tensione crescente. "Sì, non vedo l'ora" risposi.

"Allen verrà?" mi chiese Charlie, alzando un sopracciglio curioso. Cercai di mascherare il mio interesse con una finta indifferenza.

"Non ne ho idea," dissi, leggermente stizzita. "E poi, cosa importa? È solo una festa."

Arrivati a casa di Rebecca, la musica si sentiva già dalla strada. La festa era in pieno svolgimento. Luci colorate illuminavano il giardino e la nuova piscina scintillava sotto i riflettori. Le persone chiacchieravano in gruppi sparsi, e l'aria era carica di risate e di un'eccitazione elettrica.Charlie mi prese per mano e mi guidò verso il gruppo di amici vicino alla piscina. Mi sentii subito più a mio agio, immersa in quella familiarità, ma c'era una parte di me che non riusciva a rilassarsi completamente. La folla sembrava soffocante, la musica troppo forte. Guardai intorno con un senso di vuoto, cercando tra la gente, ma di Allen nessuna traccia. Il cuore sprofondò in un misto di sconforto e irritazione.
Perché mi importava così tanto?

Ero arrabbiata con me stessa per averci sperato. Mi ricordai degli occhi di Allen al lago, di come mi avevano osservato, e sentii una fitta di frustrazione mescolata a un desiderio inspiegabile. Stupida, stupida Iris, pensai. Cercando di scacciare quella sensazione, mi allontanai dal gruppo degli amici.

"Vado a prendere un drink" dissi a Charlie, che mi guardò per un attimo prima di annuire.

Mi diressi verso il tavolo dei cocktail, cercando di liberarmi di quel fastidioso nodo allo stomaco.

Mentre mi servivo da bere, sentii una presenza accanto a me. Era Marcus, un ragazzo dalla pelle color caramello e dagli occhi verde smeraldo di un anno più grande, che partecipava con me al corso di letteratura. Era sempre stato il tipo che attirava l'attenzione, con il suo sorriso smagliante e quel modo disinvolto di parlare che lo rendeva affascinante. Ricordavo ancora la cotta che avevo avuto per lui al primo anno, quando lo vedevo in biblioteca, con quei libri di letteratura che sembravano troppo leggeri per le sue mani e un'aria pensierosa che mi aveva sempre colpita.

Il Dedalo di Iris Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora