Stamattina l'ultima cosa che avrei voluto fare era svegliarmi così presto (dopo neanche tre ore di sonno) ed andare nel mio inferno personale:
a scuola.
Sembrerà un frase già sentita e risentita dalla maggior parte degli studenti italiani, però veramente è un crimine andarci proprio oggi; quando l'unica cosa a tenermi in piedi sono i tre energy drink che mi sono scolato le ore precedenti.
Però l'ho fatto per una buona causa: come faceva la mia professoressa di arte a dare un giudizio ad un quadro che non c'era?
Decisi di smettere di procrastinare con dei pensieri che mi auto convincevo fossero produttivi ed andai in cucina a fare colazione.
Trovai mia madre intenta a farsi il caffè, finché non si girò e mi salutò dicendomi:
"Buongiorno tesoro, dormito bene?- Hai una faccia...ti prego Duccio non dirmi che sei stato tutta la notte sveglio a disegnare"
Io la guardai senza dire neanche una parola, finché lei (guardandomi male) continuò dicendo:
"Un giorno ti butto via dalla finestra sia le tele, che i pennelli, che le matite, che-"
Spensi il cervello mentre mi dirigevo a prendere il latte ed i miei soliti cereali; tanto la storia era sempre quella; ogni. mattina.
Decisi di ascoltare quando mia madre si avviò verso la porta per poi dire:
"..Oggi io e tuo padre faremo tardi, lui ha avuto un contrattempo in ospedale ed è corso a controllare come stesse il paziente, adesso lo raggiungo anche io. Ti ho lasciato sia il pranzo che la cena in frigo...riscaldale bene prima di mangiare"
Io risposi ancora assonnato:
"Sisi mamma, stai tranquilla, ci vediamo stasera".
Lei si avvicinò di nuovo per lasciarmi un bacio sui miei capelli rossi per poi uscire di casa.
Io finii di fare colazione ed andai in camera, per poi prendere il telefono e leggere i messaggi di Dario, il mio migliore amico.
Sbarrai gli occhi quando lessi gli ultimi:Dario🧚
Oi Duccio
L'autobus sta arrivando in anticipo
(non so come)
Se non ti sbrighi ti lascio qui.
Inutile dire che mi preparai alla velocità della luce (per qualche strano mistero dell'universo) e presi atto del fatto che sarei andato a scuola come un barbone.. ma era sicuramente meglio che andarci a piedi.
—
Riuscii ad arrivare in tempo alla fermata, dove ad aspettarmi c'era solo Dario, che mi guardò e girò il telefono per farmi vedere l'orario e disse:
"Sono colpito: tredici minuti spaccati. Siamo sicuri che questo sia il mio migliore amico? Forse tu in tredici minuti ti metti la matita sotto gli occhi ascoltando Calcutta".
Io lo guardai penso con occhi esauriti, così lui continuò dicendo:
"Potevi anche rispondermi ai messaggi stanotte... ASPETTA- ti prego dimmi che hai finito la tela che hai nella busta" disse indicando un sacco enorme che avevo in mano.
Io gli risposi (ancora con il fiatone):
"Ci sono voluti- tre energy drink- e- perdere cinque ore di sonno buone- ma ce l'ho fatta"
Lui mi guardò passandosi una mano sui capelli (rasati) viola per poi dire a sua volta:
"Come fai a reggerti in piedi lo sai solo tu".
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You're a Masterpiece~ Piccolo e Faster
FanfictionDuccio è un ragazzo che gli altri definirebbero "tranquillo": non dice mai una parola di troppo, non fa mai qualcosa che possa attirare l'attenzione su di lui. È come una comparsa nella sua vita. Andrea è sempre stato il protagonista, sempre sotto g...