Come with me

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Quel giorno mi alzai decisamente in modo strano:

era lunedì ed io non vedevo l'ora di andare a scuola.

La situazione sembrava veramente preoccupante; lo leggevo negli occhi dei miei genitori quando li salutai con un vivace "BUONGIORNO", negli occhi del mio cane quando lo portai con me per una corsa mattutina ed, infine, negli occhi stanchi ed a dir poco esauriti di Marco quando , nel mentre che guidava, io cantavo a squarciagola le canzoni che passavano in radio.

Però non mi importava di sembrare completamente impazzito:

Oggi sarei finalmente riuscito a parlare con quel ragazzo dagli occhi verdi e, non so per quale motivo, ero al settimo cielo.

Dovevo riflettere su cosa avrei detto, su come sarebbe andata la conversazione e se magari lui sapesse qualcosa sul misterioso artista.

I miei pensieri furono interrotti dal nostro arrivo a scuola.

Al nostro solito parcheggio c'era Pietro ad aspettarci e, una volta scesi, ci salutò dicendo:

"Buongiorno voi due come stat- ODDIO, certo che hai una faccia Marco..."

Io mi girai verso il soggetto della frase e mi resi conto seriamente della faccia sfinita ed incazzata che aveva Marco.

Io scoppiai a ridere mentre quest'ultimo disse:

"CAZZO TI RIDI STRONZO" e si girò verso Pietro per rispondergli "Se vuoi proprio saperlo, questo coglione del nostro migliore amico ha pensato bene di mettere la radio a palla in macchina, rendendo il mio risveglio ancora più traumatizzante"

Poi appoggiò la testa sulla spalla di Pietro dicendo un qualcosa come "Non ne posso più", mentre il signor Serafini (che dovrebbe essere santificato, dato che è da quasi sette lunghi anni che continua a sopportarci) gli lasciava qualche pacca sulla spalla, alzando gli occhi al cielo.

Questa mattina non pensai neanche a prenderli in giro un po' e ci dirigemmo direttamente in classe, dove contai anche i secondi che ci separavano dalla ricreazione:

avrei cercato quel ragazzo dappertutto, ormai avevo deciso.

Quando suonò la prima campanella, io ed i miei amici ci dirigemmo verso il nostro posto segreto per fumare (ormai era quasi un rito necessario).

Quando tutti finimmo, andammo verso gli altri nostri amici ed iniziammo a parlare del più e del meno, mentre io fui trattenuto da alcune ragazze di primo che mi chiedevano l'instagram, come se gli avrei mai accettato la richiesta.

Non feci in tempo a rispondere che vidi una testa rossa camminare velocemente,trascinato da una ragazza, verso un angolo del cortile, seguiti da un ragazzo rasato con i capelli viola.

Era il mio momento.

Dissi al volo alle ragazze difronte a me:

"Scusatemi un secondo, devo andare a fare una cosa"

E mi allontanai, dirigendomi verso quella chioma rosso acceso.

Quando arrivai, vidi la ragazza sussurrare qualcosa, per poi guardarmi con occhi spalancati.

Quel ragazzo era ancora girato di spalle.

Andrea pensa, dì una frase ad effetto:

"Tu sei Duccio Caponi giusto?"

You're a Masterpiece~ Piccolo e FasterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora