cowboy like me

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I miei, una volta che mio padre mi riaccompagnò a casa, partirono per andare dai miei zii a Firenze.

Non so dove trovassero tutte quelle forze dopo aver passato la notte in ospedale;
io non riesco neanche a fare due passi durante l'ora di motoria che mi manca il fiato.

Decisi di sdraiarmi di nuovo sul letto, mentre mille paranoie mi affollavano la testa:

chissà se Andrea avrà visto il mio quadro,
chissà cosa avrà pensato,
chissà se avrà provato qualcosa oppure avrà fatto finta di nulla,
chissà se-

Basta Duccio.

Tutti i tuoi "sé" non cambieranno la situazione.

È inutile porsi mille quesiti se poi la soluzione è soltanto una:

lui non vorrà mai avere qualcosa di concreto con te.

Decisi di mettere un po' di musica per distrarmi un però, ovviamente, neanche quello riuscì a far concentrare i miei pensieri su altro:

partì "Tutti" di Calcutta.

Analizzai ogni singola parola, come se fosse stata la prima volta.

"Tanto lo so che lo sai che non so,
Che cosa ne pensa la gente,
Per una volta che non-
Non ce ne fregava niente-...".

Continuai ad ascoltare attentamente, sentendo i miei occhi farsi sempre più lucidi, finché non arrivò la parte peggiore di tutte:

"...Triste pensare che noi,
Noi due non saremo niente-..."

I ricordi di quella sera iniziarono a riaffiorare.

Perché doveva andare in questo modo?

Era una sottospecie di scherzo del destino?

Se questa era una profezia di cui io non ero a conoscenza, chi dovevo chiamare per farla cambiare?

Cosa avrei dovuto fare per far ritornare le cose come prima?

Anche solo per averlo vicino a me un'altra volta,

anche solo come amici....

Mi tolsi le cuffiette, sentendo una lacrima scendere sul mio viso.

Duccio smettila di piangere, non servirà a fargli cambiare idea e farlo venire da te.

Proprio mentre questi pensieri continuavano a stanziarsi nella mia mente, sentii il suono del campanello.

Magari era Dario che veniva a vedere come stessi, oppure Huda, oppure i miei che si erano dimenticati qualcosa.

Però, quando aprii la porta, non vidi nessuno di loro;

mi ritrovai davanti degli occhi scuri,che conoscevo anche troppo bene.

Però non erano ridenti come sempre, erano spenti e pieni di lacrime.

Anche il suo solito sorriso non era stampato sul suo viso ed,al suo posto, c'era un'espressione completamente nuova che non riuscivo a decifrare.

Lo guardai sorpreso e ci perdemmo nei nostri sguardi, finché lui non disse:

"Sei sempre stato tu vero?"

You're a Masterpiece~ Piccolo e FasterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora