cuori di rame

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È arrivata la fatidica sera.

Non ero mai stato così agitato la sera della Vigilia, anche perché solitamente sono sempre felice mentre aspetto la mezzanotte per aprire i regali:

sono rimasto un po' bambino su queste cose, ma come potete biasimarmi, alla fine è Natale e non vedevo l'ora di mangiare quintali di pandoro e scartare ogni singola cosa che i miei avevano comprato .

(anche se il piccolo Andrea attendeva con ansia Babbo Natale tutta la notte) (puntualmente crollavo ed i miei genitori approfittavano di quel
momento per mettere i regali sotto l'albero).

In realtà non era solo una questione di cibo oppure di qualche scatola di lego da montare per il resto delle vacanze; ero sempre felice perché era un momento per stare con la mia famiglia e, da quando mio fratello era andato a vivere da solo, anche per vederlo e passare del tempo con lui.

Era bello perché ritornavo ad essere spensierato a ricordare (anche se con molta nostalgia) un tempo in cui io e Francesco passavamo tutta la giornata a pianificare la trappola perfetta per Babbo Natale;

nonostante lui avesse saputo prima di me che non esistesse, continuava a darmi una mano in questa fatidica impresa.

Ed ora,invece, è intento ad aiutare mio padre ad apparecchiare,per poi dirigersi a lasciare un dolce bacio alla sua fidanzata, lasciando una carezza sulla sua pancia; desideroso di diventare presto "papà".

È proprio in questi momenti che rifletto sul fatto che, probabilmente, io non avrò mai quello che hanno loro; però non mi interessa più.

Se c'è una cosa certa del mio futuro è che ci sarà anche Duccio e, se un giorno cambierà idea, credo che continuerei sempre a cercarlo negli occhi di ogni singola persona;

sicuramente, se mai dovessi raccontare qualcosa a dei miei ipotetici figli, parlerei di un ragazzo con il sorriso più dolce del mondo, con gli occhi più vivi di qualsiasi altra persona e di come mi abbia fatto innamorare per la prima volta nella mia vita.

I miei pensieri vennero interrotti dalla voce di mia madre, così mi girai verso di lei e dissi:

"Non ho capito nulla, puoi ripetere?"

" Certo,è da dieci minuti che fissi il vuoto e non mi ascolti: ti ho detto di andare ad aprire la porta, il tuo amico deve essere arrivato".

Il mio cuore iniziò ad andare a mille in un secondo.

C'era qualcosa che mi teneva sulle spine ma, allo stesso tempo, ero fin troppo emozionato di vedere Duccio.

Corsi alla porta ed aprii, ritrovandomi davanti al ragazzo più bello che avessi mai visto:

era vestito con dei jeans larghi, un maglione bordeaux ,un cappello di lana dello stesso colore ed un cappotto nero.

Io sorrisi (e sono sicuro che mi si siano illuminati gli occhi) e, salutando anche i suoi genitori, li invitai ad entrare.

Mio fratello e la sua fidanzata si presentarono e, mentre tutto quanti parlavano, mi avvicinai a Duccio e gli dissi:

"Andiamo in camera, così poggi il cappotto".

Lui annuì e mi seguì in camera mia dove, una volta che fu entrato ed io chiusi la porta, mi avvicinai per baciarlo.

Lui ricambiò subito, portando una mano sulla mia guancia ed accarezzandola.

Quando ci staccammo lui disse:

"Come mai tutto questo affetto improvviso?"

Io risposi:

You're a Masterpiece~ Piccolo e FasterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora