come un coltello

505 33 12
                                    

Si stava avvicinando il Natale.

Sinceramente non vedevo l'ora di prendermi una pausa dalla scuola e passare un po' di tempo in totale tranquillità;come se,solitamente, non passassi metà del mio tempo sdraiato sul letto a disegnare.

Però c'era un qualcosa di diverso nella mia routine quotidiana:

non ero più da solo nella mia camera a cercare di ignorare il mondo, con me c'era anche Andrea.

Ormai passava la maggior parte del tempo a casa mia; mio padre lo adorava, mia madre già lo chiamava "tesoro" ed io non potevo che essere felice di come si fosse inserito nel mio "spazio" personale come nulla fosse.

Come se fosse la cosa più naturale del mondo.

Ovviamente non mancavano i commenti dei miei genitori sul fatto che, quando erano presenti a casa, dovevamo lasciare assolutamente la porta aperta e,purtroppo, era toccata ad entrambi una lezione di educazione sessuale molto, ma proprio tanto imbarazzante.

(inutile dire che non vidi mai Andrea così rosso in viso ed io speravo che si aprisse una botola di un bunker segreto, per nascondermi lì per sempre).

Nonostante questo, devo ammettere che non sono mai stato così felice;

ed era in gran parte merito di Andrea, del suo sorriso, dei suoi baci ed anche di quelle battute pessime che a volte riesce a tirar fuori dal nulla.

In questo momento,infatti,ero a casa sua ed ero intento a disegnare sdraiato sul suo letto.

Però lui aveva ben deciso di distrarmi dalla mia "opera" e stava lasciando dei baci delicati sul mio collo.

"Andrea io vorrei ALMENO  finire la bozza del progetto di arte; è da due settimane che sono fermo sulla stessa sfumatura"
dissi cercando di sembrare il più scocciato possibile.

(fallendo miseramente)

Lui di tutta risposta si mise a ridere, per poi spostare il viso dal mio collo e guardarmi negli occhi dicendo:

"Andiamo Pippi, hai tutto il tempo del mondo...puoi prendere un pausa per cinque minuti"

Io lo guardai per un secondo (cercando di non cedere alla sola vista dei suoi occhi scuri) per poi dire con voce "seccata":

"Non saranno mai "cinque minuti " e lo sai perfettamente. E basta chiamarmi "Pippi"; è imbarazzante...sembra il nome di un'ipotetico ottavo nano di Biancaneve. E comunque come ti è venuto in mente un nomignolo così-"

Lui mi zittì con una bacio, per poi staccarsi e dire:

"So che sotto sotto ti piace"

Io non risposi (non avrei mai ammesso ad alta voce una cosa del genere) e ripresi a baciarlo.

Continuammo così per non so quanto tempo:
Andrea era senza maglietta ed io non ricordo neanche quando sia successo, però non potevo di certo lamentarmi.

La sua mano, che poco prima mi stava accarezzando il fianco, iniziò a salire e fece per togliere anche la mia maglietta,

finché non sentimmo qualcuno suonare al campanello.

Andrea sbuffò irritato, per poi dire:

"Giuro che se sono Marco e Pietro non gli faccio neanche entrare-"

E ci dirigemmo entrambi verso la porta.

Andrea aprì ed alzò lo sguardo, per poi rimanere pietrificato.

Una voce femminile disse:

"Ciao tesoro, io e tuo padre siamo tornati prima per farti una sorpresa-...perché sei senza maglietta?"

You're a Masterpiece~ Piccolo e FasterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora